Calum

Continuo a fissare Claire mentre con la coda dell'occhio mi accorgo che Luke ed El si sono alzati dal divano e, insieme a Michael, sono andati via da questo soggiorno.

-Perché dovresti andare a Socotra?- le chiedo, mentre lei continua a sistemarsi nervosamente i capelli.

Sta tentando di farsi una coda di cavallo perché odia avere i capelli sul volto quando è nervosa, ma non è mai riuscita a sistemarseli per bene senza prima fare un minimo di quattro tentativi che, solitamente, non fanno altro che aumentare il suo nervosismo.

Ed io questo lo so perché, al contrario del suo amato Daniel, la conosco meglio delle mie tasche.

Lei sta balbettando qualcosa e probabilmente sta imprecando contro se stessa. Ha le guance esageratamente rosse e non riesce a formulare una frase per rispondermi, come sempre quando è nervosa.

-Claire, per quale motivo Michael ha detto che andrai a Socotra?- le chiedo, facendo una pausa quasi dopo ogni parola per evitare di perdere la calma.

Mi alzo dal divano e a passi lenti la raggiungo vicino al bancone della cucina, cercando di costringerla a guardarmi, ma lei solleva gli occhi al cielo mentre con freneticità stringe e allarga l'elastico nero intorno ai capelli, finché non si spezza.

Allungo un braccio verso di lei e le tolgo l'elastico dalle mani, poi la esorto di nuovo a rispondermi.

E no, in questo momento non dovrei affatto pensarlo, ma è fottutamente bella anche così, rossa come un peperone.

-Daniel ha vinto un concorso- dice, guardando le sue mani così bianche, con un filo di voce, come se non volesse che io la sento.

-Ha vinto una borsa di studio per studiare la vegetazione di Socotra- mi spiega, intrecciandosi ripetutamente le dita.

-Non ha vissuto in questa cazzo di isola sperduta per tutta la vita? Perché dovrebbe volerci tornare?

-E' nato lì solo perché i suoi genitori avevano deciso di fare un viaggio durante la gravidanza della madre, ma è cresciuto in America, ha vissuto qui- mi dice.

-Va be', e tu che c'entri? Se lui vuole andarsene in un'isola sperduta perché dovresti andarci anche tu?- le chiedo, tentando di reprimere l'istinto di abbracciarla e dirle che quando è con me non dovrebbe essere così nervosa.

-Non è che devo andarci, voglio farlo- puntualizza, con aria quasi seccata.

Per un attimo mi sembra che l'aria non riesca a raggiungere i miei polmoni.

-Vuoi lasciare l'America?- le chiedo, con voce strozzata- vuoi lasciare me?

-Cal, è il mio ragazzo e...- prova a dire Claire, prima che io la interrompa bruscamente, spostandomi per aprire uno sportello della credenza.

-Ed io sono...- inizio a dire, ma le parole mi muoiono in gola, perché io non sono proprio niente.

Per lei non sono nessuno, sono Calum e niente di più, suo amico tanto quanto lo può essere Ashton o il signor Sessuologo.

Per lei non sono nessuno e, come fosse una pugnalata al petto, mi rendo conto che non è lo stesso per me.

Come se fosse improvvisamente arrivato un temporale ed io fossi senza ombrello, mi rendo conto che lei è sempre stata, più che un'amica, la più pura parte di me.

E adesso, per convincerla a non fare la cazzata più grande della sua vita e lasciare tutto per andare in una fottuta isola sperduta con un ragazzo che è migliore rispetto a me solo per il naso, avrei potuto dirle che sono anch'io la parte più pura di lei, se non fossi un totale codardo.

Drowned in the lake // Luke HemmingsWhere stories live. Discover now