6. DOMANDE PERICOLOSE

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YAGO

Era in braccio a me. Ripeto per chi non avesse capito: Isabella era in braccio a me ed io la stavo portando alla mia macchina come una sposa. E avete ragione voi, avevo completamente perso la ragione. Poco prima lei mi aveva detto che aveva avuto paura di un possibile predatore che l'avrebbe potuta acciuffare e farle del male e che quando aveva visto me finalmente si sentiva al sicuro. La cosa mi aveva turbato parecchio. Con me si sentiva protetta e quella era la cosa più assurda che poteva succedere. Era vero, ero cambiato di un po' e sicuramente non sarei tornato a fare la vita che facevo fino a sei anni fa, ma ciò non dimostrava che per lei ero affidabile. Non avrei potuto mai esserlo. E da cosa lo notavo? Dal modo in cui il mio corpo reagiva al suo. Quando stavo ballando con lei in quel locale, cosa assolutamente ridicola lo so, avevo appoggiato le mani sui suoi fianchi e le avevo addirittura tirato giù l'abitino, sfiorandole delicatamemte la coscia. In quel momento avevo pensato solo ad una cosa, e cioè di come avrei voluto che in quel momento fossimo stati da soli. Da soli per fare quello che nella mia mente non doveva neanche passare. E quando aveva appoggiato le sue braccia attorno al mio collo? Beh, meglio lasciar perdere quella sensazione, perché la ragazza era stata molto intelligente a separarsi da me quando aveva capito che la situazione era altamente pericolosa. Sì. Io ero pericoloso, perché se anche solo la guardavo, mi sentivo esplodere in tutti i sensi. Sicuramente colpa dei sei anni di astinenza, non poteva essere altrimenti. La conoscevo a stento. E questo ti permette di portarla a spasso tra le tue braccia per paura che alla tua bella addormentata facciano male i piedini? Ecco perché ero assolutamente fuori di testa. E quel parlare incontrollato che aveva, mi ricordava sempre lei, il mio bocconcino. Non è tua, Yago, non dimenticarlo. E non paragonare Isabella a lei, altrimenti non andrai mai avanti.

'Credo che siamo arrivati, Yago.' Disse lei con quella vocina mentre mi accorsi che effettivamente i miei piedi mi avevano portato davanti alla mia auto, ma ero rimasto imbambolato lì davanti.

Non risposi, per non dare a vedere che ero distratto. La appoggiai delicatamente a terra, anche se non sentivo la differenza di quando ce l'avevo in braccio. Era leggerissima. Poi aprii l'auto col pulsante e le aprii la portiera del passeggero invitandola ad entrare. Dopo entrai anche io facendo un respiro profondo una volta appoggiata la testa allo schienale e chiudendo gli occhi per un istante. Mi sentivo strano e cercavo di far finta di niente.

'Va tutto bene, Yago?' Mi chiese lei con tono sinceramente preoccupato. Mi voltai un attimo a guardarla. Aveva quei suoi occhi color cioccolato immersi nei miei ed erano veramente preoccupati.

'Non preoccuparti, Isabella. È tutto ok.' Dissi sorridendole per un istante per farla tranquillizzare. La cosa strana era il fatto che volevo tranquillizzarla. E perché mai? Non ti è mai importato dei sentimenti altrui e nemmeno del tuo bocconcino quando ne aveva bisogno.

'Sembra turbato...tipo da quando le ho detto che con lei posso essere al sicuro...ho detto per caso qualcosa che non andava?' Cavolo come fa ad essere così lungimirante? Era così ovvio?

'No, Isabella. Ciò che dici non mi può mai turbare. Anzi, se continui a darmi del lei come un anziano signore, potrei turbarmi sul serio...' Dissi ironizzando e donandole un sorriso. Ultimamente regali sorrisi, Yago...

'Oh...è che non mi sembra rispettoso nei confronti-'

'Insisto, Isabella. E poi cosa ti ho detto sul fatto che parli molto?' La provocai. Lei si zittì all'istante e arrossì per un momento.

'E va bene. E comunque hai cambiato argomento e non vale.' Disse mettendosi a braccia incrociate e mettendo il broncio. Segno della sua giovane età. E inoltre segno della sua sensualità...smettila!

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