YAGO
Isabella aveva appena iniziato il suo turno a lavoro dopo aver preso qualcosa di caldo in compagnia di Chloe. Chissà cosa si erano dette. Avevano sicuramente parlato anche di me, ma non credevo che Chloe le avesse raccontato la verità su di me. Era intelligente e non dubitavo di lei. Ma il modo in cui la sera prima Isabella mi aveva salutato ancora non lo potevo digerire. Era strano perché dovevo esserne sollevato. In fondo eravamo ritornati a quello che dovevamo essere fin dall'inizio. Ero stato io un cretino e un idiota a baciarla fin da subito e a farle credere qualcosa. Cosa avevo pensato di fare? Ma invece di sentirmi bene per questo, la cosa mi turbava. Perché mai? Forse perché mi piacevano le sue attenzioni? Ammettilo Yago. Soprattutto adoravi quando si arrabbiava con te perché dimostrava che contavi qualcosa per lei. Vero. E vedere quella determinazione nei suoi occhi che veramente voleva dire quelle cose, mi fece qualcosa di strano dentro. Ma ora sii fedele alla tua parola Yago. Lasciala in pace e fa il tuo lavoro.
Presi quindi il telefono e chiamai i miei uomini che tenevano prigioniero l'uomo che voleva fare chissà cosa ad Isabella. Gli avevo dato una notte intera e anche mezza giornata per poter parlare. Per ora avrei dovuto sapere tutte le informazioni che desideravo.
'Capo?' Rispose Carlo, il mio uomo migliore.
'Hai ricevuto le informazioni che voglio?'
'Diciamo che non abbiamo avuto molta fortuna. L'uomo insiste nel dire che è stato mandato a fare quel lavoro, ma non sa né come si chiama chi lo manda né altro. Doveva avere solo una ricompensa in denaro.'
'Male Carlo. Molto male. Procedi nella rimozione di una delle sue dita.' Risposi freddo.
'Diceva sul serio Capo?'
'Ti sembro uno che scherza?'
'No Capo.'
'Perfetto. E fidati che se ha anche una minima informazione te le darà.'
'Bene Capo.'
E staccai la chiamata. Quell'idiota di uomo non voleva parlare. Avremmo saputo a breve se diceva la verità oppure no. Un dito in meno non fa la differenza...
E la chiamata arrivò dopo neanche cinque minuti.
'Carlo.'
'Capo? Sembra che abbiamo una piccola informazione in più. Il metodo è stato efficace. È bastato avvicinare la pinza che ha subito aperto bocca.' Lo sapevo.
'Ottimo. Cosa abbiamo allora?'
'Sembra che sia un'organizzazione criminale italiana che vorrebbe conquistare il potere in Argentina e vuole usare la figlia di Ramirez come ricatto per ricevere il potere da lui.'
'Immaginavo una cosa del genere. Solo che in Italia ci sono tante organizzazioni criminali. Nessun indizio?'
'No Capo. L'uomo sembrava sincero al riguardo. Se vuole posso provare di nuovo la tecnica del dito. Solo che al momento mi è svenuto dalla paura.' Rammollito.
'No. Tenetelo lì. Ci potrà servire. E magari dirà qualcosa in più. Voi tenete gli occhi e gli orecchi aperti per qualsiasi strano movimento.'
'Siamo appostati ovunque Capo. Sempre al suo servizio.'
'Ottimo. A risentirci.'
Avevo ingaggiato un'ottima squadra. Carlo era affidabile e i suoi uomini molto scrupolosi. Li pagavo per questo d'altronde. O meglio, Ramirez pagava. Solo che mi venne un pensiero alla mente. Sarebbe Ramirez disposto a cedere il suo potere per la sicurezza di sua figlia? Questo avrebbe risolto tutti i problemi e Isabella sarebbe potuta essere al sicuro. Solo un modo per scoprirlo...
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My Protector - Il Mio Protettore ✔
RomanceCOMPLETA! 'Mmh...chi è lei?' Brava, rimani sul civile che di figure ne hai fatte e pure abbastanza. 'Credevo mi aspettassi. Tuo padre non ti ha avvisato, Isabella?' Ah. Mio padre. Ciò significava solo una cosa, e cioè che il protagonista di quella...