52. NEMICI?

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MARCO

Eravamo quasi arrivati in ospedale e non avevamo notizie né della giovane Ramirez, né di una possibile strage compiuta da Monteiro. Fortunatamente la strada non era troppo lunga e in cinque minuti dovevamo essere arrivati.

'Mi dispiacerebbe per la ragazza. Dico, è così giovane, la mia età, e non merita di morire...' Disse Nichitelea che era seduta sul posto del passeggero.

'Se non avesse giocato a fare l'eroina credendo di essere immortale e tentare di salvare quel buono a nulla, per ora sarebbe sana e salva.' Constatai la verità. Neanche potevo immaginare come avesse potuto perdere la testa per un tipo come quel pazzo. Non era per niente concepibile.

'Lei sta ignorando una cosa fondamentale, Valente.'

'Mi illumini, Nichitelea.'

'L'amore. Per amore si fa qualsiasi cosa.' Disse con poca voce.

'Per amore non si salva una persona che è marcia e che può fare solo del male.' Le dissi freddo.

'Per amore si cambia. E Monteiro forse è cambiato. Diamogli una possibilità.'

'Lei non sa cosa ha fatto quell'uomo alla mia famiglia. Non posso credere in un suo cambiamento. Proprio non posso.' Ripensai alla mia sorellina e alla mia Chloe. Le aveva ridotte a nulla. Non potevo dimenticare. Meritava il peggio, ma neanche volevo che il suo peggio fosse stata la morte della ragazza. In fondo la ragazza era solo sfortunata ad essere la figlia di Ramirez, ma non volevo che morisse. Dopotutto, era comunque la sorella legittima di Claudia e non le avrei mai voluto del male. Soprattutto ora che Claudia aveva scoperto tutta la verità. Speravo solo che non fosse arrabbiata con me. Non avrei sopportato un'altra donna che mi facesse perdere la pazienza.

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Entrammo in ospedale che erano le sei del mattino e ignorammo le infermiere che tentavano di fermarci. Trovammo Sahl al secondo piano, al solito posto fuori la terapia intensiva.

'Nicoleta, Dottore.' Ci fece un cenno col capo.

'Notizie, Sahl.' Arrivai al dunque. Non mi piaceva perdere tempo.

'Ehm...Yago è stato portato in commissariato...' Abbassò lo sguardo.

'Commissariato?' Alzai un sopracciglio.

'Sì. Ha aggredito i medici spaccando loro la faccia. Era così infuriato che non l'ho più riconosciuto...è intervenuta la sucurezza e l'hanno portato via. È stato un po' difficile trascinarlo perché aveva una forza disumana, ma poi ci sono riusciti. Ora non so niente...' Ci disse.

'Ciò vuol dire che la ragazza non ce l'ha fatta?' Le chiesi.

'Io non so nulla, Dottore. A me non dicono niente, anche perché non ho nessuna connessione con lei...ma dalla reazione di Yago, sembra che sia proprio così...'

'Dobbiamo sapere. Chiamo un medico.' Dissi bussando il citofono interno della terapia intensiva. Qualcuno uscì fuori.

'Sì?' Disse un medico.

'Voglio notizie della ragazza, Isabella Ramirez.' Dissi senza troppi giri di parole.

'E lei è?' Ora ricominciamo.

'Il Dottor Marco Valente.' Dissi lui cercando di incutergli timore. Lui spalancò gli occhi.

'Ah...mi scusi, Dottor Valente, ma non posso dare nessuna notizia a chi non è parente. Soprattutto dopo ciò che è successo un'oretta fa. Mi dispiace.' Disse e richiuse subito la porta. Le cose erano più difficili del previsto.

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