25. RIVEIRA

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YAGO

Non ci potevo credere. Isabella era là, sdraiata su quel letto e quel verme era su di lei che le baciava il collo. Ero scioccato ma anche un po' deluso. Non immaginavo che Isabella si fosse lasciata andare così presto con lui. Soprattutto in quel momento in cui lui le toglieva la maglia, lasciandola solo in reggiseno e lei teneva pure gli occhi chiusi come se le stesse piacendo, come se stesse godendo. Anzi. Non reagiva per niente quando lui le abbassava quei pantaloni e iniziava a toccarla-ma aspettate un attimo! Feci uno zoom su di lei più infuriato che mai, pronto a dirle quanto mi aveva deluso e quanto credevo che fosse una persona diversa, ma mi accorsi di un piccolo particolare. Isabella aveva sempre quegli occhi chiusi come se stesse dormendo e stranamente non li riapriva. Non è che- e poi quel verme si allontanò un istante controllando il suo telefono sul lato opposto della stanza. Ma Isabella non si muoveva, era come immobile. E questo poteva significare solo una cosa. Quel verme stava approfittando della mia bella addormentata e lo avrebbe rimpianto presto! Con uno scatto uscii dalla mia auto e mi precipitai al cancello che ovviamente era chiuso. Dovevo arrivare in tempo prima che fosse stato troppo tardi. Bussai un citofono a caso.

'Chi è?' Rispose la voce di una donna.

'Apra questo cancello e subito!' Ringhiai.

'Ma chi è lei? Non apro agli sconosciuti!'

'Le ho detto apra questo cavolo di cancello!!' Urlai come un indemoniato.

'Se ne vada-'

'Maledizione!! Le ho detto apra!! La mia ragazza non sta bene!!!' Inventai una scusa urlando a squarciagola.

'Oh! Subito!! Mi scusi...'

E la bastarda aprì ed io mi precipitai lungo le scale verso il quarto piano che raggiunsi in neanche un minuto. La porta di casa era ovviamente chiusa e come prima cosa pensai di mettere il dito sul campanello per bloccare quel verme su qualsiasi cosa le stesse facendo. Rimasi quel dito lì per almeno trenta secondi e infatti sentii dei passi avvicinarsi mentre io mi spostai dall'occhiello per non essere visto. E come previsto la porta si aprì col bastardo in bella vista. In un attimo fui su di lui scaraventandolo a terra e dandogli tanti colpi quanti potessi dargliene. Non riuscì a difendersi in tempo perché neanche capì cosa stava succedendo. Quando alla fine decisi che era malridotto abbastanza, lo alzai e lo sbattei contro il muro mentre il sangue gli scorreva su tutto il viso.

'Cosa diavolo credevi di fare??' Gli chiesi a denti stretti.

'Sapevo...che non eri...una persona...qualsiasi....' Disse a fatica.

'Rispondimi!!' Gli urlai in faccia.

Lui rise cinico. Si beccò un altro colpo allo stomaco che lo stese a terra. Poi presi le manette che avevo in tasca e mi assicurai che non potesse scappare. Infine mi precipitai nella camera di Isabella. E la trovai lì, completamente nuda. Sembrava quasi senza vita. Una strana sensazione allo stomaco mi si formò alla vista del suo corpicino magro e indifeso. Trattavo anche io le donne in questo modo? Ero davvero così insensibile? Yago, quella droga ti rendeva insensibile perché quando l'effetto finiva tu stavi molto male, ricorda. Sì, ma questo non cancella tutto il male che hai fatto, soprattutto al tuo bocconcino. Mi avvicinai a lei e la coprii con una coperta. Aveva il corpo bollente e i segni della bocca di quel lurido verme. Doveva avere la febbre altissima. E poi notai quel telefono che era sul comodino in modalità di registrazione. Lo presi in mano, staccai la registrazione e la feci ripartire per vedere cosa era successo. Il suo obiettivo quindi era registrare la sua violenza contro Isabella. Infatti riuscii a vedere tutto. Di quando la poggiava sul letto esanime e di come guardò la telecamera e disse:

My Protector - Il Mio Protettore ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora