51. ULTIMI BATTITI

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YAGO

Ero in ansia. Il momento in cui mi fecero indossare il camice e la mascherina per poter entrare nella camera sterile mi sentii prendere dall'adrenalina. Si sarebbe riuscita a calmare? Non volevo che si agitasse al punto da sentirsi male.

'Signor Garcìa, le raccomando di evitare di farla agitare ancora di più. Il suo cuore è molto debole. Appena notiamo che il battito si accelera più del dovuto, la dobbiamo far allontanare.' Disse il medico. Non potevo dargli torto.

'Va bene, dottore.' Gli dissi entrando. Isabella era lì che si dimenava, piangeva nel sonno e mormorava cose strane. Un'infermiera cercava di accarezzarla e tenerla ferma, ma senza risultati. Mi sentii stringere il cuore. 'Può andare.' Dissi all'infermiera. Lei fece un cenno col capo e si allontanò.

Mi avvicinai ad Isabella e lei continuava a mormorare.

'...prego...morto...Yago...' Disse il mio nome ed io la accarezzai in viso e cercai di parlarle.

'Isabella? Piccola mia, sono quì...' Le dissi vicino al suo orecchio cercando di non toccare tutti i tubicini dell'ossigeno che erano sul suo viso. 'Tranquilla, sto bene...ma tu devi stare tranquilla...fallo per me...' Mi sentii gli occhi bagnarsi per le lacrime che mi si stavano formando.

'Yago...' Disse lei ancora con gli occhi chiusi smettendo di dimenarsi. Mi aveva sentito?

'Piccola, mi senti? Sono quì vicino a te...non ti lascio...ma mi devi promettere una cosa. Devi calmare questo tuo respiro accelerato e quel tuo cuore coraggioso, perché non possono fare troppi sforzi...lo farai per me? Me lo prometti?' Le dissi mentre con una mano le accarezzavo i suoi morbidi capelli.

La vidi calmarsi ancora di più, ma senza aprire gli occhi. Il suo respiro tornò quasi alla normalità e il suo battito si calmò di un po'.

'Sì...' Disse con pochissima voce. Mi aveva sentito! Lei era sveglia mentalmente! Mi sentiva! 'Fa...male...' Disse sospirando. Cosa? Non aveva gli antidolorifici?

'Dove ti fa male, piccola? Riesci a dirmelo?'

Lei fece un lamento di dolore, poi disse qualcosa.

'Spa...lla...' Dove il proiettile l'aveva colpita.

'Dopo dirò al dottore di darti qualche antidolorifico, ok? Andrà tutto bene, piccola. Sei la mia guerriera.' Le dissi mentre una lacrima rigò il mio volto.

'Yago...' Aveva poco fiato. Doveva risparmiarlo.

'Shh...non dire nulla-'

'Come...st-stai...' Sul serio? Lei è in queste condizioni per causa mia e mi chiede come sto? Può essere una persona così generosa?

'Bene, piccola mia. E sai perché? Perché sei stata una sciocca a prenderti tutti quei proiettili per me. Tu mi hai salvato la vita.'

E sul suo volto apparve un debole sorriso. Un debole sorriso di soddisfazione.

'Ti...amo...' Disse con quella vocina. Io scoppiai di nuovo in lacrime. Non mi ero accorto che avevo stretto la sua mano e che lei cercava debolmente di stringere la mia a sua volta. 'Sto...bene...non... non...piangere...' Disse facendo lei forza a me.

'Avrei potuto perderti, amore mio, e non me lo sarei mai perdonato. Mai. Io ti amo alla follia, Isabella. E al diavolo la nostra differenza di età, il mio passato da cancellare e tuo padre che cerca di dividerci. Tu sarai per sempre mia, mi hai sentito?' Le dissi appoggiando la mia fronte sulla sua mentre le mie lacrime bagnavano il suo viso. Era strano come le mie emozioni erano così accelerate quando ero con lei e di come sentivo questo attaccamento morboso. Possibile che l'amore ti facesse provare simili emozioni? Ricordavo bene l'amore quando ero con Chloe, ma non ricordavo un sentimento così profondo, così dipendente e così dannatamente bello. E nel momento in cui lei alzò la mano lentamente e con le dita iniziò ad asciugare le mie lacrime una ad una mi accorsi che aveva aperto gli occhi, seppur di poco, e aveva i suoi occhi incollati ai miei. 'Scusami piccola...dovrei essere io quello a sostenerti e invece eccomi qua come un bambino-'

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