I trust him

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La riunione andava avanti da un pezzo e tutti che avevano idee diverse e tutti  urlavano: era un disastro.
Jocelyn era in piedi vicino a Clarke, ce l'aveva ancora con lei per Bellamy, ma in quel momento i rancori andavano messi da parte: stavano pianificando una guerra.

"Se non possono respirare la nostra stessa aria, apriamo la porta e facciamola finita: lasciamoli bruciare!" Disse uno.

Clarke si oppose, e Jocelyn immaginava che non sarebbe stato così semplice.

"No, perché hanno un sistema di isolamento" spiegò. "Camere stagne ovunque, come quelle dell'Arca, il nostro infiltrato le può disattivare" disse poi riferendosi a Bellamy, facendo montare la rabbia di Jocelyn poco per volta, ma doveva rimanere calma, doveva farlo per l'alleanza e perché non poteva andare contro alla sua migliore amica e al suo stesso popolo.

Intanto Lexa guardava e studiava Clarke molto attentamente, e non aveva proferito parola dall'inizio della riunione.

"Se riesce a entrare" rispose l'uomo.
"E se lo disattivassimo dall'esterno?" Chiese Lexa. "È la diga a fornire energia: togliamogliela"

Jocelyn si sarebbe anche trovata d'accordo, se non fosse stato per un piccolo particolare.

"Quella diga ha resistito a una guerra nucleare e a novantasette anni di intemperie, non credo che riusciremmo a distruggerla..." disse Jocelyn.
"No!" Urlò sempre l'uomo sbattendo i pugni sul tavolo. "Loro sanno dire solo no"

"Quint" lo richiamò Lexa fulminandolo con lo sguardo, era una cosa che lei e Jocelyn avevano in comune.

"Chiedo scusa Comandante, ma l'esercito più grande che abbiamo mai avuto aspetta che gli affidiamo una missione, più tempo ci vorrà
tempo più la nostra gente morirà dentro quella montagna" intervenì con più calma Quint.

"Questo vale anche per noi" replicò Jocelyn.
"Ne abbiamo persi migliaia, voi quanti ne avete persi ragazzina?" Rispose lui aggressivo, Jocelyn gli sarebbe saltata addosso picchiandolo fino a farlo sanguinare, ma si contenne un'altra volta.

"Dice che ha un piano, io dico che aspettare che un solo uomo sia dentro non è un buon piano"
"Sono d'accordo con Quint" disse un ragazzo dall'altra parte del tavolo.

Sarà stato due o tre anni più grande di Clarke e Jocelyn. "Abbiamo un esercito, usiamolo"
"Lo useremo dopo che Bellamy avrà minato le loro difese e disattivato la nebbia acida" rispose Clarke.

"Clarke ha ragione" disse Jocelyn, anche se odiava il fatto che Bellamy stesse mettendo a repentaglio la propria vita "Quanti uomini avete non importa se le difese del nemico sono attive e se possono attaccare"

"Voi siete il nemico!" Le accusò Quint.
"Abbiamo per caso fatto qualcosa che ti ha offeso?" Chiese secca Jocelyn mentre animi cominciavano a scaldarsi, e il maggiore Burn se ne accorse, infatti rimaneva sempre pronta ad un attacco.

"Si: avete bruciato mio fratello vivo in un cerchio di fuoco"

Clarke e Jocelyn si guardarono: era difficile trovare qualcosa per controbattere dopo quell'affermazione.

"Attaccare la nostra navicella è stato uno sbaglio" rispose Clarke mentre si avvicinarono per fronteggiarlo.

"Siete coraggiose sotto la protezione del Comandante, vero?" le accusò Quint.
"Non ci serve la protezione di nessuno" rispose Jocelyn secca, ma Lexa aveva perso la pazienza.

"Em pleni" ordinò a Quint, che rispose in qualcosa che sicuramente non era niente di buono.

Lexa prese un respiro, mentre Jocelyn e Clarke guardavano Quint adirate.

-2 I SURVIVED //The100//delinquentsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora