Quella sera Tyler mi invitò a cena in uno dei migliori ristoranti della città per scusarsi di quello che era successo. Mi spiegò che era stressato per il lavoro e che per un momento aveva temuto di perdermi. Quella sera tornò il Tyler di sempre e non potei essere più felice di allontanare una volta per tutte quei brutti pensieri che mi affollavano la mente. Gli comunicai del compleanno di Newt che si sarebbe tenuto la sera successiva e lui sorrise e rispose che ci saremmo andati perché i miei amici erano anche suoi amici. Non capivo questo repentino cambio di umore, ma di sicuro fui felice della sua risposta positiva.
"Com'è andata all'università oggi?" Mi chiese interessato.
"Bene, ma molto stressante. Devo dare degli esami su tantissimi argomenti per tornare in pari con i miei coetanei altrimenti-" Tyler mi interruppe sorridendo.
"Altrimenti niente tesoro. Studierai e passerai quell'esame e quello dopo ancora. Solo così ti laureerai e otterrai un lavoro nell'azienda dei miei. È il vero motivo per cui siamo qui dopo tutto. No?"
Annuii velocemente abbassando lo sguardo sul polso dove si poteva intravedere il segno delle dita attorno a esso. Da quel pomeriggio iniziai ad avere un po' di timore nel contraddirlo quindi decisi di non farlo nonostante sarebbe stato un po' difficile dare un esame del genere e passarlo, soprattutto.
"Brava la mia ragazza" sorrise Tyler mentre tirò fuori dalla tasca il suo cellulare, l'apparecchio che mi rendeva invisibile ai suoi occhi.
"Quindi cosa regaliamo a Newt per il compleanno?" Chiesi abbozzando un sorriso.
"Quello che vuoi per me va bene" sorrise continuando a digitare chissà cosa su quel benedetto cellulare.
"Amore vado un secondo al bagno" lui annuí ed io mi alzai posando delicatamente il tovagliolo sul tavolo per dirigermi verso la toilette. Entrai e mi sedetti sul sanitario con la testa tra le mani cercando di trattenermi per non farmi sentire dalle altre ospiti del bagno. La mia testa quasi scoppiò dai mille pensieri che la offuscavano quando sentii la voce di Tyler provenire da fuori per cui decisi di uscire per capire cosa stesse succedendo.
"Che succede?" Chiesi preoccupata al moro di fronte a me.
"Tesoro mi hanno chiamato dall'azienda di New York e i miei vogliono che vada a firmare le ultime carte prima del trasferimento completo. Questo significa che starò via tutto il week-end. Credi di potercela fare?"
"Certo, si capisco" sorrisi. "Parti domattina?"
"In realtà ti riporto in Hotel e ho un volo tra meno di un'ora" sorrise Tyler. "Mi dispiace, era la nostra serata bambolina" Tyler mi posò una mano sulla guancia accarezzandola dolcemente con il pollice.
"Non preoccuparti, il lavoro prima di tutto. Lo capisco" finsi un sorriso e in verità rimasi male di come lui, il mio uomo, non si fosse reso conto quanto in realtà stessi fingendo. Era bastato una semplice festa per farmi venire dei dubbi che speravo si sarebbero presto dissolti.
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"Se n'è andato per lavoro a quest'ora?" Chiese Newt dall'altro capo del telefono.
"Esattamente" risposi atona.
"Vuoi che venga lì da te per farti un po' di compagnia?" Chiese il ragazzo.
"No Newt, sto bene sul serio. Ci vediamo domani" sorrisi consapevole che non avrebbe potuto vedermi.
"Ah sara?" Sentii curiosità e preoccupazione nella sua voce dall'accento britannico.
"Si?"
"Hai detto che mi avresti raccontato com'è andata oggi pomeriggio, ma poi non mi ha chiamata. Sei andata a cena con lui, quindi presumo bene, ma.. ti ha detto niente di dv'e stato? Gliele hai cantate vero?" Chiese il ragazzo speranzoso mentre io rimasi qualche momento in silenzio. Avrei voluto dirgli tutto, ma non ci riuscii.
"Certo che gliele ho cantate! Mi ha chiesto scusa e poi mi ha invitata a cena. Era veramente molto dispiaciuto e mi ha fatto quasi tenerezza" Dissi guardando il livido sopra il mio polso mentre tentavo di coprirlo con la manica della felpa con il logo dell'università.
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Quella mattina mi alzai con calma, l'università non c'era perché era Venerdì quindi decisi di farmi una doccia tranquilla mentre ascoltavo un po' di musica. Mi lavai i capelli e li asciugai in una piega liscia e optai per un paio di pantaloni blu, una maglietta morbida bianca e una giacca blu, la stessa tonalità dei pantaloni. Presi il cellulare prima di uscire cercando di individuare tra le notifiche quella di Tyler, ma purtroppo non c'era. Con rammarico riposi il cellulare in borsa ed io uscii velocemente lasciando dietro quella porta la promessa quasi infranta di una vita insieme.
Iniziai a camminare lungo mare senza una metà godendomi il sole che mi accarezzava il viso e il vento che mi scompigliava i capelli. Mi fermai al volo a prendere un muffin da Starbuck's e lo mangiai seduta su una panchina davanti al mare che con il suo odore inebriava le mie narici. Quell'odore mi riportò con la memoria a qualche anno prima. Seduta su quella stessa panchina a sorseggiare il cappuccino con mia madre che mi accarezzava i capelli e mi parlava del futuro come qualcosa di perfetto, qualcosa che non si sarebbe mai dovuto sporcare con gli errori di una bambina di appena diciott'anni. La voce di mia madre la riuscivo a sentire anche in quel momento. "Quel faccino non durerà per sempre. Trovati qualcuno che riesca a renderti felice e ricorda che dal niente non viene niente"
Si riferiva al fatto che avrei dovuto trovare qualcuno economicamente e socialmente rilevante che mi avrebbe reso 'felice'. Per lei la felicità si poteva trovare solo nel potere e nell'essere rilevante in società e non nell'essere amata. Questo è quello che mi ha insegnato e quello era quello che ero diventata. Sarebbe stata sicuramente fiera di me, ma la domanda era: io lo ero di me?
Il flusso di pensieri venne interrotto dal cellulare che squillò.
"Amore come stai?" Sembrava affannato.
"Tutto bene tesoro, sto facendo una passeggiata in centro"
"Bravissima. Se vedi qualcosa che ti piace, usa pure la mia carta di credito. Intesi?"
"Si, certo" risposi atona. Non avrei mai usato la sua carta di credito per comprare niente. Non ero un cane bisognoso di ossi. Ero una ragazza e volevo che fosse qui con me.
"Qualsiasi cosa per la mia ragazza. Devo andare, ti chiamo appena posso"
"Ciao Ty-" la telefonata venne interrotta prima che potessi salutarlo.
Mi alzai in piedi e passeggiando mi trovai di fronte ad uno shop di alcolici. Gli stessi alcolici che non avevo più bevuto da quando mi ero trasferita a New York. Indugiai qualche istante, poi decisi di entrare.Sono brava e ho aggiornato presto stavolta!
In quanti shippano Sara e Tyler?
Cosa ne pensate di lui?

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Unexpected ||Dylan O'Brien||
Fanfic🏅16 in #dylanobrien Sara Martin, originaria di Los Angeles, vive a New York da qualche anno. Futura ragazza in carriera fidanzata con un futuro imprenditore Dylan O'Brien, sbruffone e arrogante pieno di se vive a Los Angeles e non é in grado di ge...