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Il locale che aveva scelto Lea si trovava a Venice Beach e prendeva il suo nome proprio da lì

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Il locale che aveva scelto Lea si trovava a Venice Beach e prendeva il suo nome proprio da lì. Il Venice proponeva piccoli tappeti di vimini per sedersi a gustare il proprio Drink guardando il tramonto. L'arredamento a intrecci rendeva la location un posto irresistibile. Un locale molto chic e un must per gli amanti del mare. Riusciva a infondere un innato senso di tranquillità a pace a chiunque fosse presente.

"Siete qui" sorrise Julia venendoci incontro con accanto Jackson, il biondo più esuberante che avessi mai conosciuto. Lea raggiunse la sua ragazza dandole un timido bacio a fior di labbra scatenando una smorfia di disgusto da parte di Jackson che, già un po' brillo, si avvicinò a me e Newt.

"Sara, sei uno schianto" disse il biondo prendendomi per mano per farmi votare ed ammirarmi meglio. "Newt" disse il biondo facendo un cenno del capo a mo' di saluto. In quel posto, in quel momento iniziai a sentirmi in totale armonia con il mondo circostante e ben presto iniziai a guardarmi intorno per cercare qualcosa, o qualcuno.
Sentii una mano toccarmi la spalla e mi voltai trovandomi di fronte il ragazzo moro dagli occhi nocciola che indossava  una camicia bianca e dei pantaloni scuri, era veramente elegantissimo e i capelli sistemati con il gel lo rendevano estremamente raffinato. Non appena lo vidi sentii una strana sensazione nel petto. Finalmente sembrava che tutto fosse apposto, mi sentivo stranamente completa con affianco i miei amici.

"Ciao" sorrisi inclinando leggermente indietro la testa a causa della differenza di altezza.

"Ti trovo bene." sorrise lui guardandomi da capo a piedi poi continuó.

"La maestrina è andata in vacanza?" Sogghignò. Si riferiva sicuramente al mio abbigliamento. Se non faceva qualche battutina acida non era lui.

"Oh si certo" risi di gusto causando uno sguardo che non capii. Era la prima volta che mi riservava uno sguardo come quello. Aveva una strana luce negli occhi, una luce che mi imbarazzò facendomi distogliere lo sguardo. Il momento imbarazzante venne interrotto dall'arrivo di una perfetta bionda-fragola di un metro e sessanta avvinghiare il bacino del moro di fronte a me.

"Ehi amore, entriamo a prenderci qualcosa da bere?" Sorrise lei rivolta verso di me. Cosa voleva dimostrare?

"Si certo Holland. Oh, conosci Sara?" Chiese Dylan rivolto verso la bionda "Siamo qui perchè ha passato a pieni voto il suo esame di filosofia" concluse rapidamente grattandosi la nuca.

"Veramente emozionante, si" disse la ragazza guardandosi le unghie laccate di  un rosso Valentino. "Ora andiamo a bere qualcosa Dyl, dai" guardò il ragazzo prendendolo per mano e trascinandolo dentro. Non riuscii a dare un nome a quello che stavo provando in quel momento. Un senso di ansia e possessività iniziò a bollire dentro di me facendo venire a galla l'incertezza tipica di ogni essere umano. Secondo Freud questo sentimento era rivolto verso due persone. Rivolto verso la prima che si temeva di perdere e la seconda, verso cui si sentiva rivalità. Perchè avrei dovuto provare rivalità nei confronti di Holland?e perchè avevo paura di perdere Dylan? Non era possibile, o forse si. Ero gelosa di qualcuno senza saperne il motivo. Non sarebbe finita per niente bene.

Unexpected ||Dylan O'Brien|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora