🏅16 in #dylanobrien
Sara Martin, originaria di Los Angeles, vive a New York da qualche anno. Futura ragazza in carriera fidanzata con un futuro imprenditore
Dylan O'Brien, sbruffone e arrogante pieno di se vive a Los Angeles e non é in grado di ge...
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Erano circa sei mesi che non sentivo mio fratello perché si era trasferito in Italia per lavoro. Quella chiamata a quell'ora fu totalmente inaspettata, ma mi resi conto ben presto, essere l'unica cosa che desideravo più di qualsiasi altra cosa. Scorsi la cornetta verso destra per rispondere.
"Daniel?" Chiesi tappandomi un'orecchio con due dita cercando di sentire meglio quello che mio fratello aveva da dirmi. Prima che potesse rispondermi mi diressi velocemente verso l'uscita del locale.
"Sorellina. Ho saputo dell'esame di filosofia e volevo congratularmi" disse con un tono atono. Era sempre stato un tipo freddo e raramente faceva trapelare le sue emozioni.
"Come fai a-" iniziai.
"Lea mi ha avvertito. Speravo che lo facessi tu. Come stai?"
"Scusami Dan, è stato un periodo un po' incasinato.. tra preparare l'esame e.." non sapevo se fosse giusto confidargli quelle cose telefonicamente, ma sentivo che avrebbe dovuto sapere ciò che mi succedeva.
D'altronde era l'unico membro della famiglia con cui avessi ancora un rapporto visto che dopo la morte di papà, mamma, sempre attenta alla ricerca del futuro sicuro, scappò con un uomo di Barcellona senza farsi più sentire. Non ero più certa di niente, ma di una cosa lo ero al cento per cento: mai e poi mai sarei diventata come lei.
"Sorellina c'è qualcosa che non va?" Chiese Daniel facendo trapelare un pizzico di emozione.
"In realtà la domanda adeguata sarebbe 'c'è qualcosa che va'. Dan non posso dirti tutto per telefono, io non.."
"Ti ho chiamata proprio per dirti che sono tornato dall'Italia. Vivo a Toronto adesso. Che ne dici di passare a trovarmi presto? Così parliamo un po'" Annuii mentre ero ancora al telefono consapevole del fatto che mio fratello non avrebbe potuto vedermi. Fui felice di quella richiesta e ancor di più del fatto che fosse tornato.
Certo, il Canada non era così vicino, ma sicuramente lo era più dell'Europa. L'unica cosa che iniziò a balenare nella mia testa era rivederlo e abbracciarlo, raccontargli tutto riguardo a Tyler e anche dei miei sentimenti contrastanti. Avevo bisogno di lui, avevo bisogno della mia famiglia.
"Verrò. Te lo prometto" "Ci conto Sara, ti voglio bene" "Anche io fratellone"
Terminai la chiamata osservando per un po' il display del mio Iphone, lo riposi nella borsa quando venni raggiunta da Newt.
"Chi era? Sei così pallida" chiese Newt avvicinandosi preoccupato.
"Era mio fratello" risposi guardando prima le punte delle mie scarpe, poi lui.
"Daniel? È successo qualcosa?" Chiese preoccupato. Adoravo la dolcezza di Newt, sempre così attento ai dettagli e ad ogni minimo particolare che mi riguardasse.
"È tornato e adesso è in Canada. Ho bisogno di vederlo, il prima possibile" guardai il mio amico farmi un mezzo sorriso.
"Ti farebbe bene passare un po' di tempo con lui. Ti accompagnerei io se la mia famiglia non arrivasse da Soho per le vacanze" rispose visibilmente dispiaciuto passandosi una mano tra i capelli.
"Non fa niente, posso andare da sola" sorrisi al biondo.
"Andare da sola dove?" Lea era appena uscita e ci aveva raggiunti.
"In Canada. Suo fratello è tornato" rispose Newt lanciandogli una fugace occhiata per poi tornare a mordersi l'unghia del pollice.
"Non andrai da sola in Canada amica" disse lei.
"Non ho scelta, voglio essere con mio fratello per passare il compleanno insieme a lui. Sono due anni che non lo vedo e l'ultima volta che l'ho visto..." mi interruppe Lea.
"Si, lo so bene" disse lei mentre l'espressione sul suo viso iniziava a incupirsi.
- Una volta arrivata a casa iniziai a mettere nel bagaglio a mano lo stretto indispensabile per i due giorni che avrei passato a Toronto. Sapevo quanto faceva freddo e portai dietro solo maglioni e pantaloni pesanti. Chiusi la valigia pensando alla faccia di mio fratello una volta in Canada. Daniel era il fratello che tutti avrebbero voluto avere. Il fratello che mi appoggiava in ogni singola decisione, non importa quanto stupida sembrasse. Era l'unico che si fosse accorto di quanto il pensiero contorto di mia madre stesse influenzando anche me provocandomi i complessi che mi portarono ad accontentarmi di un uomo ricco e benestante a cui non importava niente di me. Voleva che seguissi il cuore in ogni situazione, mentre in realtà quello fu l'unico organo che misi nel dimenticatoio durante quegli anni. "Sei sicura di voler andare da sola?" Rimasi visibilmente sorpresa a trovarmi Julia di fronte. "Si, starò bene" sorrisi di rimando alla ragazza dagli occhi nocciola. Parlare con lei non faceva che ricordarmi lui, di tutte le volte in cui i suoi occhi si erano posati su di me, le sue mani sulle mie durante quella notte alla guida della sua Audi, la sua voce che non faceva altro che schernirmi rendendomi ancora più bambina di quanto non fossi in realtà.
"Non ho mai avuto modo di dirti che andrà tutto bene. So che sembra una cosa detta così tanto per dire, ma quando si tocca il fondo non si può che risalire" sorrise Julia appoggiando una mano sulla mia spalla per infondermi forza.
"Grazie Julia" abbracciai la ragazza dagli occhi color nocciola che mi lasciò spiazzata poco dopo.
"Mi ricordi molto Dylan.. entrambi pensate di meritarvi meno di quello che in realtà meritate".
Non avevo sentito niente di più vero fino a quel momento. Presi consapevolezza di quelle parole e provai a dire qualcosa anche se probabilmente me ne sarei pentita subito dopo.
"Ho provato a convincerlo che non è stata colpa sua Julia, ci ho provato ma non mi ha voluto credere... tutti commettiamo degli errori" risposi con le lacrime che minacciavano di uscire.
"Ha solo bisogno di tempo, ma lo capirà. Stanne certa" mi sorrise la ragazza congedandomi con un sorriso. Finii di sistemare la valigia e mi diressi verso il salotto per salutare i miei amici che avevano una strana espressione sul volto, quasi come se aspettassero qualcosa; dopo di che andai verso la porta d'ingresso, la aprii e mi ritrovai Dylan di fronte.
"Che ci fai qui?" Chiesi confusa guardando il moro che teneva in mano un borsone. Lui sorrise provocando dentro di me una sensazione mai provata prima di allora e rispose.
"Andiamo in Canada".
Ciao piccole Runners! Ve lo aspettavate? Sto iniziando a chiedermi quando uno dei due farà il primo passo. Sono troppo carini insieme ma sono costantemente fuori tempo. Cosa ne pensate? Un saluto 💕 -S