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Dylan's POV

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Dylan's POV

Non so bene perché decisi di seguire Holland quando sapevo benissimo cosa intendesse fare una volta arrivati a casa. Era fatta così, la nostra storia iniziò tre anni prima ed erano rare le volte in cui uscivamo dalla sua stanza.

Anche quando uscivamo e provavo ad affrontare una conversazione me la ritrovavo costantemente spalmata addosso e a me andava bene così, almeno fino a quando...

Ero sempre stato il classico menefreghista e dopo la morte di Scott iniziai a trattare le ragazze esattamente come volevano essere trattate. Lei mi voleva a livello fisico e quello sarebbe stato esattamente quello che avrebbe ottenuto. Affrontare argomenti seri con lei era impossibile e farlo con mia sorella mi metteva in imbarazzo perché non volevo che si accorgesse del mio lato debole.

Quella sera qualcosa mi stava spingendo a desistere dal seguire Holly. Forse perché poco prima in bagno ero stato rifiutato dall'unica ragazza che, dopo tanto, stava smuovendo qualcosa in me. Qualcosa di sincero, qualcosa di onesto innescato dalla combo umana più importante:

parlare-ascoltare.

Decisi comunque di seguire la mia ragazza per sviare a quei pensieri.
-

"Non sai quanto ti ho desiderato in questi giorni" disse Holland avvicinandosi pericolosamente a me. "Non fai altro che essere distratto, chissà da cosa poi. Chi sarebbe distratto per qualche sciocchezza quando puoi avere.." indugiò qualche istante premendomi l'indice contro le labbra per poi sussurrare "Me". La corsa del suo dito proseguí verso il mio collo, fino al mio petto quando decisi di fermarla nuovamente come poco prima al locale in spiaggia. Lei sbuffò.

"Holly aspetta un momento" Lei si avvicinò di nuovo affondando le sue mani spavalde tra i miei capelli avvicinandomi di più verso di lei.

"Dylan so che ne hai bisogno tanto quanto me". Era sempre stato così tra di noi, compensavamo le nostre mancanze con il sesso ed era quello che entrambi volevamo. Quello che io volevo, almeno fino a pochi giorni prima. Iniziavo a volere di più, cercavo un emozione che non mi avrebbe fatto dormire la notte. Cercavo l'affetto di cui avevo bisogno.

"Ti sbagli" presi le sue mani che si trovavano sul mio collo fermando la sua corsa famelica portandogliele a posto. Ne avevo bisogno, ma in quel momento avevo bisogno d'altro.

"Cosa significa?" Chiese la rossa scostandosi i capelli dal viso con un'espressione mista a disprezzo e confusione.

"Esattamente quello che hai sentito, ti stai sbagliando. Io non voglio questo" Dissi allargando le braccia stringendomi nelle spalle dando un'occhiata a quello che era intorno a noi. "Io voglio andare al cinema e essere felice quando vedo la testa della persona che amo poggiarsi sulla mia spalla, voglio essere in grado di avere una conversazione con una persona che mi accetta con pregi e difetti. Voglio essere libero di provare delle emozioni vere, emozioni Holland, non sesso" Dissi grattandomi la nuca una volta avendo notato la sua espressione accigliata "Inizia a non bastarmi più" conclusi con un mezzo sorriso sul volto, sapevo che non l'avrebbe presa bene.

"Ah" disse con disprezzo rimettendosi il cappotto verde lasciato cadere sul pavimento poco prima come di consueto durante i nostri pomeriggi insieme. "Sapevo che c'era qualcosa tra di voi" la guardai confuso scuotendo la testa per capire a cosa si stesse riferendo.

"Che intendi dire? Noi? Noi chi?" Lei mi rivolse una smorfia di disgusto per poi continuare il discorso lasciato a metà.

"Tu e quella maestrina, così innocente e così dannatamente fastidiosa. Lascia che ti dica una cosa però" Holland si avvicinò a me alzando un indice verso il mio petto per intimarmi. "Sappi che non sarà facile e che se mi mandi via, tra di noi è veramente finita" Detto questo voltò i tacchi e se ne andò, lasciandomi solo in quella stanza. Iniziai a far viaggiare la mia mente. Cosa sarei stato disposto a fare pur di vederla felice? Sarei stato in grado di dare attenzioni e dedicarmi a lei ogni giorno? Ad un tratto qualcuno iniziò ad insediarsi sempre più prepotentemente nella mia mente. Una ragazza che non ti lasciava a bocca aperta, ma una di quelle che ti spingeva a farsi conoscere sempre di più. La classica ragazza che si sentiva a disagio in una discoteca e che preferiva passare il suo tempo immersa nella lettura circondata dai suoi libri preferiti. Potevo vedere i suoi capelli castani che arrivavano fino alle spalle e la sua pelle candida come latte e,se mi concentravo, vedevo il suo sorriso che non aveva mai niente di malizioso, un sorriso che la rendeva sempre così bella senza nemmeno provarci. Adoravo quando sbuffava, quando mi sfidava e quando cercava di farmela pagare per le mie battutine acide. L'unica che era stata in grado di scorgere il briciolo di umanità che cercavo di nascondere portando a galla quello che volevo essere. Gli occhi erano lo specchio della sua anima travagliata, sapevo che non sarebbe stato facile farla fidare di me, ma decisi che le sarei stato vicino anche solo come amico senza mai farla soffrire, mai più. Mi destai da quel flusso di pensieri inarrestabili, presi la giacca e le chiavi della macchina. Avevo bisogno di risposte, risposte che fortunatamente non tardarono ad arrivare. Il mio cellulare trillò, lo presi per leggere il messaggio appena arrivato.

*Julia: Dove sei finito? Sara parte per il Canada, vado da Lea così la saluto. Mi raggiungi? In caso di risposta negativa, beh ci sono degli avanzi nel frigo*

Qualcosa mi si accese nel petto e la mia impulsività ebbe la meglio. Digitai il numero di mia sorella  e aspettai che rispondesse.

"Dyl?" Chiese Julia dall'altro capo del telefono.

"Perchè va in Canada?" Chiesi allarmato.

"Va a trovare suo fratello, c'entra qualcosa con il fatto che sia tornato dall'Italia, ma non ci ho capito gran che. Ha bisogno di vederlo e ha deciso di partire il prima possibile".

"Newt va con lei, giusto?" Chiesi passandomi una mano tra i capelli seduto sul sedile della mia Audi.

"No, in realtà parte da sola perchè nessuno può accompagnarla" Julia indugiò un momento
"Dylan tutto bene? Perchè tutte queste domande?"

Rimasi un momento in silenzio. Non potevo confidare a Julia del suo attacco di panico, non potevo dirle che ero terrorizzato dall'idea che qualcun altro potesse farsi male e che io mi sarei sentito colpevole se lo avessi permesso.

"Dylan, ci se?" Chiese Julia. Scorsi nella sua voce un alone di preoccupazione.

"Si, sto arrivando" iniziai prendendo un profondo respiro. "La accompagnerò io, ho sempre voluto vedere il Canada" sorrisi guardando la strada di fronte a me. Come avevo realizzato poco prima, non avrei mai permesso che si facesse di nuovo del male.

Ciao miei piccoli Runners!
Questo è il capitolo che tutti voi stavate aspettando, dite la verità! Cosa ne pensate del cambio di atteggiamento di Dylan? Io adoro il fatto che voglia proteggere la nostra protagonista a tutti i costi. Mi scuso per il capitolo corto ma temevo di diventare ripetitiva e d'altronde questo era una sorta di capitolo Bonus per far capire finalmente il punto di vista del nostro bellissimo O'Brien.
Se la storia vi sta piacendo, consigliatela ad un amico e godetevela fino all'ultima parola. Vi adoro
-Sara :)

Unexpected ||Dylan O'Brien|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora