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Ultimo giorno di lezione all'università, i miei amici sono di fronte a me e si congratulano per il trenta avuto all'ultimo esame dell'anno, economia

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Ultimo giorno di lezione all'università, i miei amici sono di fronte a me e si congratulano per il trenta avuto all'ultimo esame dell'anno, economia. Inizio a sentire le loro voci sempre più ovattate e nel giro di pochi istanti il cortile della scuola illuminato dalla luce del sole si trasforma in un locale affollato illuminato da luci al neon. I miei amici ballano sulle note di Wild Ones mentre io mi fermo per dirigermi verso il bagno. Mi guardo allo specchio sfiorando il mio riflesso all'interno di esso; non riconosco quello che vedo e questo mi spaventa a tal punto da colpire lo specchio con un pugno provocandone la rottura perché mostrava l'immagine contorta del mio viso. Non solo mostrava quello che non ero, ma quello che non volevo essere: la ragazza modello promossa a pieni voti che avrebbe seguito le orme di sua madre finendo per sposare un uomo benestante e in carriera che mi avrebbe reso importante, ma mai quanto lui. Lo stesso uomo che non sarebbe mai stato in grado di amarmi. Una relazione meccanica basata solo sul denaro e sull'importanza che aveva la scalata sociale. Sarei diventata vuota e cinica proprio come mia madre mi aveva insegnato ed io avrei preferito morire piuttosto che diventare come lei. Mi lascio scivolare per terra con le spalle al muro, il corpino bianco del vestito macchiato di sangue come metafora di come si sarebbe macchiato il mio futuro, di lì a poco.
Newt entra in quel bagno e nel giro di qualche secondo mi ritrovo tra le sue braccia; l'ultima cosa che riesco a vedere la faccia di Lea che mi dice di tenere duro. Adesso sono in una stanza di ospedale e sento mio fratello parlare con i medici. Sento qualcosa a proposito di una bottiglia di vodka trovata nella mia borsa. Sento la preoccupazione nella sua voce. So di averlo deluso e non me lo perdonerò mai.
La stanza di ospedale si trasforma piano piano in un aeroporto. Alzo gli occhi verso l'alto e noto che entro cinque minuti il gate per New York si sarebbe chiuso.
Mio fratello mi abbraccia e mi sussurra che sarei stata presto meglio e che una volta recuperato e ricongiunta con me stessa sarei potuta tornare a Los Angeles.
Newt mi stringe a se piangendo silenziosamente bagnandomi i capelli, mentre Lea mi rivolge un sorriso che sa tanto di fiducia e promesse. Lei sa che starò meglio e crede che posso diventare una persona migliore, la persona che sono destinata ad essere. A dispetto di tutto e tutti.
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Aprii gli occhi sobbalzando sul sedile guadagnandomi un'occhiata fugace ed interrogativa da parte di Dylan. Le mani tremavano leggermente e cercai di nasconderle nascondendole sotto le maniche della maglia che stavo indossando in quel momento. Sentii alcune gocce di sudore freddo attraversarmi il collo e i brividi diffondersi in tutto il corpo.
Quel sogno era tornato a farmi visita dopo tanto tempo, ma non si trattava di un semplice sogno.

Avevo veramente vissuto quell'esperienza terribile, ma la tenevo custodita tra i meandri dei miei pensieri più remoti sperando di non doverlo mai più rivivere. Quel giorno promisi non solo ai miei amici, ma anche a me stessa e a mio fratello, che non avrei mai più toccato alcol ma fu una promessa che non riuscii a mantenere dopo la rottura con Tyler. Sentii di doverne parlare con qualcuno il prima possibile o sarei presto scoppiata.

Ciao mie piccole runners! Questo è un capitolo bonus, ecco perché è più corto rispetto al solito. Avevo bisogno di farvi capire la storia di Sara in modo da capire alcuni gesti che ha compiuto o che compirà. Abbiamo scoperto che la nostra protagonista ha avuto problemi con l'alcol e questo è il motivo per cui ha dovuto lasciare Los Angeles. Cosa pensate che accadrà adesso?
Spero che il Flashback vi abbia intrigato!
Alla prossima!
-Sara

Unexpected ||Dylan O'Brien|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora