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La stanza dove avremmo alloggiato si trovava in un albergo a quattro stelle dinamico e confortevole a giudicare dalla struttura a pochi isolati dall'università e da casa di Julia.
La camera prediligeva i colori a tinta pastello e sembrava essere molto recente. Ci trovammo di fronte un letto matrimoniale con sopra dei cioccolatini e un piccolo messaggio di benvenuto. Le coperte erano di un rosa pallido molto probabilmente di raso. Ai lati di quel letto trovammo due comodini e due prese elettriche dove caricare i nostri telefoni. Più avanti, una cabina armadio molto ampia dove sistemammo i vestiti che si trovavano nelle nostre valige. Mi avviai verso il terrazzo con vista che si trovava alla sinistra del letto e aprii la porta finestra in modo da poter osservare la città in cui ero cresciuta, quella che tanto mi era mancata. Ero in grado di vedere il mare in lontananza e le montagne russe che facevano da cornice ad un orizzonte quasi perfetto. Era possibile scrutare la linea sottile che divideva cielo e mare e mi beai di quella vista quando sentii due braccia cingermi la vita per guardare quello che vedevo io stessa.
''Tutto bene?" Chiese Tyler guardando di fronte a se.
"Sto bene, stavo solo pensando. All'università, a tutto il resto.." lasciai intendere una nota di rammarico nella voce che non passò inosservata al ragazzo che mi stava stringendo.
"Ehi" iniziò girandomi dolcemente verso di lui in modo da guardarlo in faccia. " Andrà tutto bene, noi possiamo farcela. Tu diventerai finalmente una grande manager ed entrambi lavoreremo nell'azienda dei miei" Mi accarezzò le guance  con entrambi i pollici. Non potei far altro che annuire.
Aveva ragione. Le cose sarebbero andate bene ma io avrei dovuto darmi una calmata per permettere alla positività di fluire. Sarebbe andato tutto bene fino a che saremmo stati insieme. Finalmente avevo tutto quello che avevo sempre sognato, la promessa di un futuro promettente al fianco di un ragazzo in carriera, il mio fidanzato.
All'improvviso il flusso dei miei pensieri venne interrotto dalla suoneria di un cellulare. Non mi ero resa conto di che ora fosse, ma avevamo speso quattro ore a rendere quella stanza un posto sicuro per noi due.
"Scusami piccola, è sicuramente il lavoro.Dammi qualche minuto" disse Tyler alzando due dita di fronte a me come per scusarsi al che io annuii congedandolo con un sorriso. Approfittai per prendere il mio cellulare dove trovai alcuni messaggi.
*Newt: Sono felice che tu sia tornata! Ti ha detto niente Lea di stasera?*
*Lea: Stasera c'è una festa del campus. Potresti venire.*
*Lea: Non accetto un no come risposta, sappilo*
Sorrisi alla vista di quei messaggi e a quanto fosse ostinata la mia migliore amica. Lo era sempre stata in realtà. Tra le due io ero quella che pensava alla carriera e ad un futuro sicuro e lei era quella che viveva la vita così come veniva. Tra le due lei era il cuore, mentre io ero la mente. Eravamo lo yin e lo yang e per questo eravamo la perfetta combinazione di un'amicizia che non sarebbe mai finita. Decisi di rispondere ad entrambi.
*A Lea: Non ho scelta quindi conta sulla nostra presenza*
*A Newt: Ci sarò Newtie. Anche io sono felice di essere tornata"
Lo ero davvero.
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"Tesoro sai quanto non sopporti quelle stupide feste. Tutti finiscono per ubriacarsi e non vorrei mescolarmi con quella gente priva di controllo" Disse Tyler con ancora il cellulare tra le mani senza degnarmi di uno sguardo. Avrei dovuto immaginarlo: Tyler non era il classico tipo da festa infatti in un anno e mezzo avevamo partecipato a tanti ricevimenti di azionisti e manager dove le uniche bottiglie di alcol presenti erano Dom Perignon e Crystal e nessuno perdeva mai il controllo; oppure tante cene e tante serate al cinema e io non mi lamentavo perchè non ero una tipa festaiola quindi stare con lui mi bastava, ma quella era una richiesta da parte della mia migliore amica e di Newt che volevano stare con me e una promessa era una promessa.
"Tyler io-"
"..Non fare la bambina Sara" concluse lui poggiando le sue labbra sulla mia fronte per farmi tacere.
" Tyler!" Richiamai la sua attenzione.
"Tu puoi anche pensare che siano delle feste stupide, ma Lea mi ha invitata. Lea, hai presente? La migliore amica che ho da quando ne ho memoria. Quindi" Dissi puntandogli l'indice in direzione del petto " Se non vuoi venire puoi restare qui,  ma io ci andrò perchè gliel'ho promesso e io mantengo sempre le mie promesse" Conclusi il tutto velocemente avviandomi verso la cabina armadio.
" E va bene! Andremo a questa stupida festa per ragazzini" disse con disprezzo nella voce mentre mi stavo cambiando per la festa. Avevo optato per una gonna a tubino nero e una camicetta bianca con dei tacchi non troppo alti dello stesso colore della gonna.
"Non sei obbligato a venire se è una festa per ragazzini" risposi uscendo dalla cabina guadagnandomi un'occhiata.
"E tu pensi che io farei uscire la mia ragazza così mandandola ad una festa da sola?" Disse il moro avvicinandosi a me lentamente.
" Chissà.. magari un ragazzino potrebbe notarmi?" chiesi maliziosa marcando la parola ragazzino con la voce. Eravamo vicinissimi. Mi prese in braccio e mi baciò dolcemente, un bacio casto e ordinato che sapeva di menta e autocontrollo. Si staccò lentamente sussurrando sulle mie labbra un "Come devo fare con te, Martin?" Sorrisi maliziosamente per rispondere "Non lo so Posey, ma vinco sempre io".
Mi baciò di nuovo nonostante il suo cellulare suonò ancora, ma decise di ignorarlo per continuare a dedicarmi le attenzioni di cui avevo bisogno.

-Erano le otto in punto quando lasciammo la stanza dell'Hotel California

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Erano le otto in punto quando lasciammo la stanza dell'Hotel California. Tyler alla fine aveva optato per una camicia azzurra e dei pantaloni beige il tutto accompagnato dal suo  inseparabile mocassino italiano. I capelli erano sistemati con il gel e il suo profumo inebriò i miei sensi diffondendosi in tutto lo spazio della sua Porsche, che aveva provveduto a far arrivare una settimana prima del nostro arrivo a Los Angeles. Aveva pensato proprio a tutto.
"Non verremo via tanto tardi, domani ho il primo giorno di lezione e voglio arrivarci riposata" sorrisi nella sua direzione e trovandolo impegnato nella guida, annuì distratto continuando ad osservare attento la strada. Decisi di accendere la radio per cercare di evitare il malumore di Tyler. Non mi ero mai ribellata al suo volere e sapevo che, anche se sembrava tutto apposto, in realtà non lo era affatto ma, come avevo già detto, una promessa è una promessa e comunque non saremmo tornati tardi. D'altra parte nemmeno a me piacevano le feste.
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Arrivammo davanti al luogo della festa. C'erano dei cartelli con su scritto 'Alpha Party", era sicuramente il nome di una qualche confraternita che aveva organizzato quella stessa festa. Come aveva giustamente predetto Tyler trovammo persone talmente ubriache da essere sdraiate in giardino sotterrate da bicchieri rossi e ancora più vicine all'entrata ragazzi che stavano letteralmente rigettando dietro le siepi. Ero lì da cinque minuti e desiderai di non aver mai accettato quell'assurda proposta di Lea.
"Siete qui!" Sorrise Lea venendoci incontro.
"Ma che diavolo di festa è questa? Sembra il set dell'Esorcista Lea. Sai bene che-"
"Si, so bene che non ti piacciono queste feste ma se te lo avessi detto non saresti mai venuta e io volevo veramente che tu venissi a questa festa" Fece gli occhioni da cucciola perchè sapeva che di fronte a quello sguardo non le avrei più detto niente e mi sarei semplicemente arresa al mio destino: Trovarmi ad una festa dove il 99% delle persone erano ubriache e prossime al coma etilico con un ragazzo arrabbiato al mio fianco che digrignava la mascella alla vista di quei ragazzini immaturi.
"Tyler-" provai a dire ma venni interrotta dalla sua mano che si alzava per zittirmi.
"Entriamo e finiamo questa buffonata" Terminò entrando all'interno della casa e io non potei far altro che osservarlo e tacere. Lo seguii subito dopo affianco di Lea che mi chiese per quale motivo si fosse comportato in quel modo e io le dissi che avrei preferito evitare l'argomento. Mi sentivo terribilmente in colpa ma Sara Martin non avrebbe mai e poi mai infranto una promessa e dal momento che mi trovavo lì, tanto valeva far finta di divertirsi. Era una festa dopo tutto.

Unexpected ||Dylan O'Brien|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora