CAPITOLO 24

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Scesi le scale tornado nella palestra,mentre con un piccolo asciugamano pulivo le gocce di sudore sulla mia fronte.

Mi sistemai davanti il sacco rimanendo immobile a guardarlo.

Erano passate quattro settimane dall'ultima volta che avevo visto Noah,da quando avevo sentito la sua voce per l'ultima volta,da quando le sue braccia mi avevano tenuta stretta al suo petto,da quando le mie labbra asaporarono le sue,erano passate quattro settimane dal suo funerale.

I ricordi di quella sera vennero a galla in modo prepotente,come le lacrime,salirono fino a uscire,bagnando le mie guance.

Morsi il mio labbro stringendo forte i pugni,maledicendo quella sera,quella danatissima sera in cui persi lui,l'amore della mia vita,il giorno in cui mi fu portato via senza troppi giri di parole,senza pensare a me,senza chiedermi cosa né sarebbe stato di me una volta portato via.

Erano passate quattro settimane da quella sera in cui lo vidi privo di vita sull'erba,mentre il suo sangue colava lento,quasi a fatica,quasi a non voler lasciare il suo corpo,sporcando il prato verde e ben curato.

Piansi disperata al pensiero che non l'avrei mai potuto più toccare,vedere,baciare,sentire la sua pelle a contatto con la mia,sentire quel ti amo,e mi sentivo dannatamente in colpa per non avergli detto il mio ti amo,mi sento così in colpa per non avergli urlato in faccia quanto lo amassi.

Ma ormai è troppo tardi,ormai lui non c'è più,così come il mio cuore,quel pezzo li nel petto,che mi è stato tolto così come la sua vita,ormai rimasto vuoto e sofferente con la speranza di andare via anche lui per sempre insieme a Noah.

Un ulro disumano lasciò le mie labbra mentre iniziai a prendere a pugni il sacco da box,sfogando tutto,la rabbia,il dolore la frustrazione,ogni singolo sentimento lo scaricai contro quel sacco di box.

Sentivo il respiro mancare meno per lo sforzo,ma non li diedi importanza,continuai,e a mano a mano i miei pugni diventarono più flebili,fino a cessare completamente.

Poggiai la fronte contro esso tirando un piccolo pugno,piangendo,singhiozzando senza sosta.

La porta fu aperta di scatto e fece il suo ingresso mia madre,che appena mi vide in quello stato,venne verso di me stringendomi forte tra le sue braccia

Io:lo amavo...e non ho avuto la possibilità di dirlo...o meglio c'è l'ho avuta ma da stupida non glielo mai detto... E mai più potrò farlo

Mamma:shhh tranquilla tesoro,va tutto bene,ci sono io con te

Mi allontanati di scatto da lei guardandola per poi urlargli contro senza sosta

Io:Это не чертовски хорошая мама! Ничего хорошего! Не говори мне, что все в порядке, потому что это не так!

(non va bene un cazzo mamma! Niente va bene! Non dirmi va tutto bene perché non è così!)

Mamma:Изабелла остановить вы не можете продолжать, как это, это больно, но не решить ничего, действуя так, он не вернется, если вы ведете себя таким образом

(Isabella smettila non puoi più andare avanti così,fa male lo so,ma non risolvi niente comportandoti così,lui non tornerà se ti comporti in questo modo)

Sapevo che avesse terribilmente ragione,ma non riuscivo ad accettare il fatto di averlo perso,proprio non mi entrava in testa.

Uscì dalla stanza senza dire niente per poi correre verso la mia camera.

~UNA ROSA SENZA SPINE~ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora