CAPITOLO 30

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Pov Noah

Avete presente quando sentite quel vuoto alla bocca dello stomaco,così fastidioso,persistente che vi fa mozzare il fiato,a tal punto che pensi di poter svenire da un momento all'altro?

Ecco,io mi sentivo così,mi sentivo logorare dentro,sentivo ogni organo,cellula,ogni piccolo pezzo di me essere carbonizzato per poi volare via con un soffio di vento.

Ero rimasto inerme al suolo,in ginocchio,guardando le scale dove lei poco fa era salita.

La mia unica ragione di vita non mi voleva nella sua vita,io per lei ero morto,io per lei non sono più niente ormai.

Lasciai andare il capo verso il basso,le lacrime scendevano copiose,toccando il pavimento,strinsi i pugni iniziando a tirare colpi contro le mattonelle lucide,sporcandole di quel rosso scarlatto,urlando a squarcia gola fino a sentire i polmoni bruciare.

Si avvicinò a me qualcuno ma non alzai lo sguardo,sapevo perfettamente non fosse lei,sapevo che lei non sarebbe tornata indietro da me

Lucy:Noah ti prego smettila...

Sussurrò cercando di farmi smettere ma invano

Elena:smettila cazzo non risolvi nulla facendo così!

Sapevo che aveva ragione ma ormai non mi restava più nulla.

Stavo perdendo mia madre,mio padre non vi era più,e ora lei,la mia piccola rosa che io stesso ho rotto,e lei a modo suo si è ribellata lacerando la mia pelle,lasciando i suoi spini sotto essa che scivolavano in profondità in modo prepotente,cercando di arrivare a quel pezzo di cuore che faceva fatica a battere,che non aveva voglia di lottare senza di lei al mio fianco.

Mi alzai a fatica sorregendomi al muro,assiugai le lacrime,girai,e poi uscì da quella casa.

Sali in macchina. Rimasi fermo per qualche secondo,ma subito dopo la rabbia mi invase,il fatto che fossi stato io a fare tutto questo mi invase.

Presi a pugni il volante urlando senza sosta,mi fermai,poggiai la forte sul volante respirando con fatica.

Feci partire la macchina sentendo il rombo del motore,così possente e spaventoso,partendo verso casa.

Arrivato davanti la villa scesi dirigendomi nel mio ufficio,tolsi il giubbotto in pelle,rimanendo con una camicia leggera e dei jeans scuri.

Presi un bicchiere intento a versare dentro esso del whisky,rimasi fermo a guardare il bicchiere,che poco dopo scaraventai contro il muro,prendendo la bottiglia.

Iniziai a bere a grandi sorsi il liquido che bruciava in modo prepotente sulla gola,tolsi tutto,rimanendo a petto nudo.

Avevo fatto una stronzata epocale e mi pento amaramente di ciò che ho detto,darei di tutto per tornare indietro,per tornare a quando abbiamo fatto l'amore.

Mi lasciai cadere contro il muro guardando il vuoto,quel vuoto che ormai era parte di me,ormai si era insinuato dentro di me.

Portai una mano nei capelli stringendo,frustrato,arrabbiato con me stesso,l'avevo portata involontariamente da me e io stesso l'ho allontanata.

Quando dissi che era la scopata migliore che avessi fatto,che era meglio di Evelyn,il mio intento non era quello di dirle che era come le altre ma che nessuna potrà mai farmi provare quello che provo con lei,perché nessuna è lei,nessuna di loro è la mia Isabella Ross.

Strinsi la bottiglia tra le mani così forte che si ruppe,e piccoli pezzi di vetro si conficcarono nella mia mano,entrando in profondità.

Rimasi fermo a guardare il sangue scorrere,lasciare il mo corpo,scappando anche lui da me.

~UNA ROSA SENZA SPINE~ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora