우리집

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"Stamattina Seoul è vuota" guardo fuori dal finestrino i marciapiedi che si srotolano al lato della jeep di Namjoon.
Quest'ultimo, senza staccare gli occhi dalla strada, annuisce.

Capisco che non ha voglia di parlare, così continuiamo il viaggio in silenzio, Nam troppo impegnato a guidare ed io troppo perso nei miei pensieri.

Sono passati quasi più di due mesi dall'incidente, mesi che ho passato chiuso in una stanza d'ospedale in un letto scomodo.

Fortunatamente, ricevevo visite tutti i giorni; Namjoon e Jimin erano quelli che mi venivano a trovare più spesso, mentre Jin, Jungkook e Taehyung venivano solo quando il lavoro glielo permetteva.
Hoseok, invece, partì per il suo tour qualche giorno dopo, ma mi fece visita tutti i giorni prima della partenza.

Adesso, si trova a Londra, ma nonostante la distanza lo sento accanto a me, eppure...

"Eccoci arrivati" la voce del ragazzo seduto accanto a me mi risveglia dal mio stato di trance, "forza, ti aiuto a portare dentro le tue cose" si offre, scendendo dal veicolo. Faccio lo stesso.

Ci dirigiamo verso l'entrata del mio condominio, il quale non è per niente cambiato in quel lasso di tempo in cui io non c'ero.

Quando entro in casa mia, sorrido.
"Non avrei mai pensato di dirlo ma, mi era mancato questo buco d'appatamento" dico, "dico davvero" mi giustifico, notando Namjoon ridere.

"Yoongi, siccome ti è mancato così tanto" inizia Nam, "stasera prendo delle pizze e le mangiamo da te, ci stai?" mi chiede, infine. Ci sto, dopotutto è anche la mia prima serata fuori da quella prigione.

"Allora, io vado" si mette le scarpe, "ci vediamo stasera" lo saluto con la mano, dopodiché si chiude la porta alle spalle, ed io rimango solo.

Metto un bicchiere sotto al lavandino, e lo riempio per metà. Faccio per berne il contenuto, ma mi fermo improvvisamente.

Mi guardo intorno, quella casa ha bisogno di essere sistemata. Nonostante Jin e Jimin se ne fossero occupati molto bene durante la mia assenza, in questo momento non raggiunge il suo solito livello di bellezza e ordine.

Metto a lavare le lenzuola, oltre che ai vestiti utilizzati quando ero in ospedale.
Faccio partire la lavatrice, fermandomi ad ammirare l'oblò, il quale mi conferisce una visuale completa sugli indumenti dentro di essa.

Infine, dopo aver pulito e sistemato tutte le stanze, mi faccio il letto, litigando come al solito con federe e coperte.

Mi guardo in giro soddisfatto; ora è tutto in ordine, e nell'aria aleggia un gradevole profumo, leggero e delicato.

Vado sul balcone e mi accendo una sigaretta, nonostante il mio medico mi avesse categoricamente vietato di fumare.
Tra un tiro e l'altro, prendo il cellulare.

È mezzogiorno e trenta, ovvero le tre e mezza di notte da Hoseok, a Londra.
Siccome so di aver buone possibilità di trovarlo ancora sveglio, decido di chiamarlo, e infatti risponde.

"Ehi Yoongi" dice, la voce bassa.
"Ti disturbo?" chiedo, con la paura che mi dica che si, lo sto disturbando perché erano quasi le quattro di notte e lui voleva dormire, giustamente. Ma la sua risposta è esattamente il contrario, e la cosa mi rassicura.

"Volevo dirti che oggi mi hanno dimesso, finalmente sono a casa" lui non lo sapeva, era stata una cosa improvvisa, i medici non mi avevano neanche accennato che erano in procinto di lasciarmi andare.

"Quindi ora posso finalmente domandarti quella cosa" dice, io lo ascolto curioso.
"Vorresti venire da me?" mi blocco, me lo sta chiedendo davvero?

"Ma tu sei in tour, non potrei mai" dico,
"lo so che è una richiesta assurda, ma è l'unico modo che abbiamo per stare insieme" ribatte.

Ha ragione. Il tour sarebbe durato almeno ancora due mesi, e io non potevo resistere ancora così tanto senza vederlo.

"Verrò" dico, "verrò da te."
Non voglio perderlo una seconda volta, e non sopporto più l'idea di non averlo accanto a me.

"Sei sicuro?" chiede, il suo tono si è come addolcito. Rispondo di sì, che sono sicuro della mia scelta.

"Perfetto, allora domani verranno a prenderti alcune persone del mio staff e ti porteranno qui..." fa una pausa, "...qui da me" lo percepisco sorridere attraverso il cellulare. Sorrido anch'io.

"Buonanotte Yoongi, mi manchi" mi saluta, "resisti, dammi solo il tempo di arrivare da te," lo rassicuro, "buonanotte Hoseok"

Chiudo la chiamata.
Mi siedo sul letto e fisso lo schermo nero del mio cellulare.

Dentro di me sento come un vortice di emozioni che si susseguono. Mi sento veramente felice, ma di quella felicità che non si riesce a spiegare.

Mi lascio cadere di schiena sul letto, chiudo gli occhi e mi assopisco.

A risvegliarmi, due ore dopo, è il suono del mio campanello.

first love ; yoonseok #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora