jackson.

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"Allora, cosa c'è che non va?" il suo tono è gentile, sento di potermi fidare di lui.

"La mia vita fa schifo" noto un'espressione preoccupata formarsi sul suo volto, "aspetta. Non fraintendermi, non sono il classico ragazzo depresso rompicoglioni, ma credo fermamente nel fatto che la vita ce l'abbia con me"

"Sei sicuro?"
"Sì, circa due mesi fa sono finito in coma dopo un incidente e non credo che la mia famiglia lo sappia... cioè, io non ce l'ho una famiglia. Per di più si rifà viva, dopo quindici anni, una persona che avevo pensato di aver perso per sempre e credo di aver fatto una cazzata con lei"

"Mi dispiace per l'incidente, adesso stai bene?" annuisco, è gentile nei miei confronti, "e riguardo alla persona, non sei felice di averla rincontrata?"

"Sì, ma ho come la sensazione che io e lui non siamo fatti per stare insieme..." sto dicendo cose che non vorrei dire, o che forse non dovrei dirgli. "Non lo so, ma ho paura di non riuscire ricambiare a pieno i suoi sentimenti. Vivo costantemente con il pensiero di non essere abbastanza per lui, e questa cosa mi fa male"

"Dovresti dirglielo" mi interrompe, "ho avuto poche relazioni, tutte disastrate, ma se c'è una cosa che ho capito da queste ultime è che c'è bisogno del dialogo. Se non ti deciderai a parlargli, potresti perderlo un'altra volta"

Parla come se conoscesse la mia situazione, come se l'avesse vissuta in prima persona.
Chi è veramente questo ragazzo?

"Oh, il mio tempo è finito" si alza, "non preoccuparti per il conto, offro io" dice, mentre sparecchia il tavolo.
"Grazie mille, per tutto" faccio un piccolo inchino, "figurati" sorride, "e mi raccomando, parlaci"
"Lo farò" dico, chiudendomi la porta alle spalle.

Inizio a passeggiare per le vie di Londra, una città a me sconosciuta ma che si sta rivelando accogliente. Mi guardo in giro, non so dove sto andando, giro senza una meta. Spero di non perdermi.

Cosa dovrei fare con Hoseok?
Forse parargli è la cosa più giusta da fare. Devo dirgli ciò che penso, non può capire come mi sento senza che io glielo dica.

Stamattina mi è sembrato strano al telefono, potrei utilizzare quella come scusa per iniziare il discorso. Sì, potrebbe funzionare.

I miei pensieri mi accompagnano fino a Green Park, dove prendo posto su una panchina.

Intorno a me, un gruppo di bambini inizia a giocare ad acchiapparella; corrono veloci, scappando gli uni dagli altri.

Mi ricordo quando, da piccoli, io e Hoseok ci giocavamo insieme.
Accadde, una volta, che mentre cercavo di non farmi prendere caddi nel fiume che passa per il bosco. Hoseok mi raggiunse, tuffandosi quasi addosso a me, e iniziammo a giocare nell'acqua fresca e limpida.

Quando tornammo a casa, mi ricordo, sua mamma ci sgridò perché eravamo bagnati e rischiavamo di prenderci un raffreddore. Ce lo prendemmo, ma eravamo stati bene quel pomeriggio.

Mi rendo conto solo adesso di condividere molti ricordi con lui, mi chiedo come io abbia fatto a dimenticarmelo e a non averlo mai riconosciuto.

Il sole inizia a tramontare, è da stamattina tardi che sono seduto qui e non ho nemmeno pranzato.
Decido di fare ritorno all'albergo, spero di non perdermi per tutte quelle numerose vie affollate.

Arrivo in camera per le sette, ci ho messo meno del previsto. Sento la fame aumentare.

Ordino la cena, chiedendo di farmela portare solo quando arriverà anche Hoseok. Mi butto sul letto, la camminata mi ha stancato.

"Yoongi" sento sussurrare nel mio orecchio, mentre una mano mi scrolla delicatamente la spalla. Apro gli occhi, Hoseok è coricato al mio fianco. Mi guarda.

"Ben svegliato" sorride, ma io blocco subito il suo entusiasmo, "Hoseok, ti devo parlare"

"È successo qualcosa?"
"No... niente. Hai fame?"
Non ce l'ho fatta, non ci riesco.

"Sì, hanno appena portato la cena che ho ordinato" dice, porgendomela. Iniziamo a mangiare, e io rischio di scottarmi la lingua.

"Yoongi?" alzo la testa verso di lui, "dimmi"
"Cosa ce che non va?" l'ha capito, pensavo si fosse dimenticato di quello successo pochi minuti prima.
"È tutto ok, davvero, stai tranquillo"

Cala il silenzio intorno a noi, nessuno dei due parla.

"Yoongi, cosa sono io per te?"
Mi sembra di star vivendo un incubo.
Lo guardo, fisso negli occhi.

Che cos'è lui per me? Non lo so.

"Il mio ragazzo.. ?" suona più come una domanda piuttosto che un'affermazione.
"Sì, hai ragione" beve un sorso d'acqua, "anche tu sei il mio"

Il silenzio torna nuovamente a farci visita, ma stavolta nessuno dei due si decide a mandarlo via.

first love ; yoonseok #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora