Capitolo 11

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Fabrizio ed Ermal avevano iniziato a lavorare al video ufficiale. Le sarebbe piaciuto vedere una clip in esclusiva, ma aveva deciso di avere pazienza e aspettare. Ritornare alla routine della vita romana, le era costato tanto. Qualcosa era cambiato, in lei, durante quella settimana trascorsa a Milano. Ogni singolo giorno, le sembrava durare un'eternità. Non riusciva a prestare ascolto a quello che gli altri le dicevano e studiare per gli esami era sempre più un peso per lei.

-Io non so più cosa voglio dalla vita-

-Dovresti prenderti una pausa per capire ciò che cerchi. Se questa non è più la tua strada, è inutile girarci intorno!-
Alessia era stata chiara, non poteva restare in quella situazione di stallo. Qualunque sarebbe stata la sua scelta, le sarebbe rimasta accanto.

-Forse potrei tornare per un po' a Firenze, dai miei genitori. Se ho capito bene, quest'anno festeggeremo tutti su da noi. Io potrei partire un po' prima, magari, senza aspettare i miei zii.-
E così fece! Aveva chiamato sua madre, la sera stessa, per metterla al corrente della sua decisione.

-Ma sei sicura tesoro? Potresti aspettare Angela e Walter e venire con loro!-

-Lo so mamma, però io vorrei stare un po' più tempo con voi. Ne ho bisogno!-

-Marti va tutto bene? C'è qualcosa che non va?-

-Niente di grave! Ne parleremo al mio arrivo.- rispose la ragazza cercando di tranquillizzare sua madre.

-D'accordo tesoro! Papà chiede a che ora deve venire a prenderti in stazione.-

-L'arrivo è previsto per le 15. Deve andare in studio dopo? Potrei andare con lui e aiutarlo con i ragazzini?-
Sapeva che lo avrebbe reso felice, tornare a lavorare insieme, come un tempo, e lo voleva anche lei. E non sbagliava a giudicare dalla reazione felice e raggiante di suo padre.

-Ma secondo te, che cosa intendeva Ermal con quel sogno che ha fatto?-

-Martina ma stai scherzando? Stiamo parlando del tuo futuro e tu pensi ad Ermal Meta?- parlò Alessia battendo una mano sulla sua fronte.

-Non è colpa mia se mi mette mille dubbi in testa! Ha detto che sarò un pezzo importante per il raggiungimento della felicità.-

-Sì ma non è pensandoci tutti i giorni che riuscirai a capirlo. Devi lasciare che il tempo faccia il suo corso e, al momento adatto, lo capirai.-

Peccato che la pazienza non era una dote che la rispecchiava. Era tutto, tranne che paziente. Nel migliore dei casi le bastava aspettare mesi, e nel peggiore, addirittura anni. L'attesa la stava divorando.

-L'attesa non dovrebbe distruggerti così tanto. Siete solo amici o no?-
Un minuto! Trascorse un minuto a riflettere mentre, nella sua testa, accadeva di tutto: flashback, pensieri sconnessi tra loro.

-Ma perché ci sto riflettendo? Sì siamo amici! Non mettermi pensieri anche tu!-

-Ah non so! Ne parli tutti i giorni, dei momenti trascorsi a Milano, te lo nomino per caso io, e sorridi senza accorgertene.-

-Ho 23 anni, e lui ne ha 36. Non pensi che potrei essere sua sorella? E poi, come sorrido per lui, lo faccio anche quando parlo di Marco, per esempio.-

-No, perché li ho visti e sono sorrisi diversi. Prima o poi dovevi affrontare un discorso del genere.- esclamò la sua amica. Secondo lei, non c'è peggior cieco, di chi non vuol vedere. Il detto è vero, ma non è il suo caso.

-Fa come vuoi, poi ne riparleremo!-
Perché riparlarne? Non c'era altro da dire! Era così evidente. Ora però non voleva passare tutta la giornata a pensarci su. Doveva fare tante cose prima della sua partenza. C'era una valigia da preparare, amici da salutare e regali di Natale da comprare.

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