Era dal giorno della sua partenza che voleva cercarlo, da quando Alessia le aveva consigliato di scrivergli. Si era ritrovata più di una volta a fissare lo schermo del suo cellulare oppure a vedere i suoi post sui social. I giusti presupposti c'erano ma quella chiamata non riusciva a farla partire. Ma poi cosa le avrebbe dovuto dire? Che ha quasi 24 anni e ancora non sa cosa vuole dalla vita? Lui l'avrebbe aiutata, ci avrebbe scommesso la testa ma lei era troppo orgogliosa e provava imbarazzo a parlarne con lui che era arrivato così in alto con le sue sole forze. Ora lui era lì, davanti a lei, con più ricci in testa e più ribelli che mai, gli occhiali da sole Ray-Ban ed un sorriso raggiante da far sciogliere al primo istante. Perché era lui vero? D'accordo, aveva qualche ora di sonno da recuperare ma ci mancavano solo le allucinazioni a farla impazzire completamente. Era chiaro che i suoi genitori l'avrebbero rinchiusa in un centro di recupero di sanità mentale prima o poi.
-Ma una spuntatina a questi capelli?- gli chiese la ragazza immersa in quel loro abbraccio.
-A me piacciono così!- replicò lui afferrando una mano della ragazza delicatamente per poi farla passare in mezzo a quella massa di ricci ribelli. Quel gesto prese la ragazza alla sprovvista che inizialmente stava per prendere le distanze, ma poi lo lasciò fare, mentre un brivido iniziò ad attraversarla dentro.
-Insomma dovrei tagliarli? Senti come sono morbidi? Io e i miei capelli abbiamo fatto un patto di non belligeranza.-
-Tu non rompi le palle a loro e loro non le rompono a te. Sì me lo hai detto già un'altra volta. Prima il bacio è più probabile che io lo abbia ai tuoi capelli che alla tua guancia.-
Lei lo stava abbracciando davvero, non poteva essere solo un sogno. Una gioia la meritava e già era stato un colpo basso rivedere Lorenzo dopo quasi 4 anni.
-Ti è dispiaciuto? C'è chi pagherebbe oro pur di avere la minima opportunità di toccarli.-
Ermal osservava ogni minima reazione della ragazza che trovava buffa e dolce in ogni suo movimento.
-Cosa ridi? Ora ti anche pavoneggi?- chiedeva contrariata la ragazza. Eppure non riusciva a placare quella risata contagiosa e l'aveva afferrata per poterla abbracciare ancora.
-Non penso di averti raccontato qualche bugia.-
-Ma ti sembro un pagliaccio?-
Questa volta nemmeno lei era riuscita a mantenere un comportamento serio e si era lasciata trasportare.-Va bene basta ridere!- esclamò l'albanese dichiarando la sua resa.
-Non sei per niente spiritoso. Cosa ci fai da queste parti?-
Alla fine lo immaginava, o comunque poteva arrivarci per intuito. Lo stesso motivo che aveva portato Andrea ad anticipare il suo arrivo.
-Vige mi ha parlato dell'evento musicale organizzato da tuo padre, Fabrizio mi ha accennato qualcosa e ho pensato di venire ad assistere anche io.-
Ecco per l'appunto!-Credevo fossi già a Bari.-
-Effettivamente il piano iniziale era partire domani stesso però, vista l'occasione, ho pensato di ritardare la mia partenza di un giorno e passare a salutarti, augurarti buone feste e cose così.-
-Oh carino da parte tua!- esclamò contenta Martina con un sorriso stampato sul volto. Quanto le erano mancati questi momenti. Le tornavano alla mente le giornate passate insieme a Milano con Andrea, Marco.
-Andrea dov'è?- chiese sperando di trovarli insieme.
-Lui è a casa tua. Tuo padre è venuto a prenderci in stazione e ci ha portati a casa vostra per lasciare le valigie. Ho conosciuto tua madre, le ho chiesto di te e mi ha risposto dicendomi che ti avrei trovata qui. Dopodiché mi ha dato un passaggio prima di recarsi al lavoro.-
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Ali spezzate
FanficEra arrivata nella sua vita in un momento difficile. Gli aveva restituito grinta e voglia di mettersi in gioco. Quella ragazzina aveva fatto inconsapevolmente un miracolo. -Grazie!- disse lui grato. -Di cosa!- -Hai mantenuto fede alla nostra prom...