Capitolo 2

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Anita aveva finito la chiamata con suo padre ed era tornata da Martina per restituirle il suo telefono. Una volta ringraziata, scese al piano di sotto per raggiungere il famoso zio acquisito.

-Zio!!- esclamò entusiasta la bambina tuffandosi tra le sue braccia e questo portò Ermal, con gioia, a stringerla a sé, perché un gioiello così prezioso meritava solo di essere protetto.

-Allora andiamo a prendere Martina?- chiese davanti al continuo esultare della bambina. E così, continuando a tenere in braccio la piccola, iniziarono a salire le scale per raggiungere la stanza dei giochi.

-Vieni zio, lei è qui dentro! Sta mettendo in ordine i nostri giocattoli.-

-Vedo che siete molto ordinati tu e Libero. Dai apriamo!-

Girarono lentamente la maniglia e, una volta aperta leggermente la porta, giusto quel poco per vedere bene la visuale, Ermal iniziò ad osservare la ragazza mentre continuava a sistemare gli orsacchiotti sul letto. Era talmente assorta nei suoi pensieri e con le cuffie alle orecchie da non accorgersi di non essere più sola.

-È bella vero?- gli sussurrò in un orecchio la bambina. Quella bambina voleva giocare a fare il cupido della situazione già a cinque anni.

-Sì lo è davvero! Ora bisogna chiamarla pianissimo così non si spaventa.-

Anita scese dalle sue braccia e cominciò ad avvicinarsi alla ragazza a piccoli passi. Finché non le si avvicinò completamente e prese a tirarle in maniera molto delicata il braccio. Martina non appena si accorse della sua presenza chiuse il lettore mp3 e mise le cuffie al loro posto.

-Qui è quasi tutto in ordine. Tra poco scendiamo dal tuo papà e da Andrea. Che ne pensi?- disse Martina sistemando le ultime cose.

-Lo sai che è salito a prenderci lo zio? Lui ti aiuterà a conoscere gli amici del mio papà perché è molto bravo e sono sicura che diventerete tanto amici. Aspetta che lo faccio entrare qui.- rispose la bambina tornando vicino la porta per invitarlo ad entrare.

-Anita dove stai andando?- chiese perplessa Martina vedendola sparire, da dietro una porta, alla velocità della luce.

Una volta entrato, a Martina, quasi le iniziò a mancare l' aria non appena lo riconobbe. Quando aveva sentito Anita parlare di questo zio, Martina aveva pensato ad uno zio vero, un fratello di Fabrizio, e non ad uno zio in senso di legame affettivo. Eppure ricordava vagamente una sua conversazione con Fabrizio in cui le diceva di avere anche una sorella ed un fratello. Poi glielo avrebbe chiesto di nuovo. Era alto di statura, capelli scuri e ricci, occhi scuri, piercing su una delle due sopracciglia. Magari era solo un'allucinazione, invece no, era proprio lui, Ermal Meta.

-Ecco di chi parlavi prima!- esclamò Martina mettendo i pezzi del puzzle al loro posto.

-Tu devi essere Martina, piacere io sono Ermal!- disse lui presentandosi e stringendole la mano.

-Piacere mio!- rispose lei con tono pacato ricambiando la stretta di mano. Ermal non poté non fare a meno di notare quanto fosse impacciata nei movimenti. Sapeva di esserne la causa eppure la trovava graziosa, al tempo stesso, e tutto ciò lo aveva portato spontaneamente a sorridere.

-Bene sono venuto qui per portarvi giù, come promesso a questo piccolo angioletto, pronto per aiutarti a conoscere i nostri amici.- disse Ermal regalandole un occhiolino, quasi accennato, per metterla a suo agio, dopodiché scesero le scale. Mentre raggiungevano gli altri, continuava a pensare a quel gesto, a quell'occhiolino che lui le aveva riservato, tanto da mandarla ancora di più in confusione.

-Oh finalmente siete arrivati! Un applauso ad Anita che ha portato qui Martina.- esclamò Vigentini vedendoli arrivare. Rubo' ad Emiliano le bacchette tra le mani e iniziò a riprodurre, così, un rullo di tamburi.

Ali spezzateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora