-Non hai aperto bocca dal mio arrivo. Cosa è successo?-
Ermal era seduto, sul divano, accanto a Martina, e guardava la televisione in tranquillità. Martina non lo aveva lasciato per un momento e continuava a restare accoccolata con la testa sul petto del riccio. Poteva sentire con chiarezza i battiti regolari del suo cuore. Al momento non le andava di creare altri drammi e preferiva restare in silenzio ad ascoltare il cuore che batteva come le bacchette sul rullante di una batteria. Preferiva godere di quel clima per riflettere sulle parole giuste da dire ad Ermal, per giustificare il suo silenzio.
-Allora non mi dici nulla?--È già tanto vederti qui e che tu non abbia cambiato idea.- rispose lei evitando di incrociare il suo sguardo.
-Perché sarei dovuto tornare a Milano?-
-Dopo la telefonata dell'altra sera mi aspettavo di tutto.-
-È accaduto nulla di irreparabile! Io già avevo dimenticato tutto la mattina seguente.- disse lui prendendo una mano di lei e intrecciando teneramente le dita. Voleva tranquillizzarla, metterla a suo agio e giocherellava con le loro mani per distrarla e farla sorridere.
-Non è così semplice Ermal! A me ha fatto molto male discutere in quel modo con te. Mi sono sentita morire e sono rimasta in questo stato fino al momento in cui ti ho visto entrare e ti ho potuto finalmente abbracciare.-
Martina si staccò da lui, alzandosi dal divano, e iniziò a passeggiare avanti e indietro per la stanza. Aveva paura di dire qualcosa di sbagliato, capace di peggiorare la situazione. Che senso aveva rimandare una discussione che ci sarebbe stata prima o poi?-Perché pensi che a me non abbia fatto male? Tu non sai quanto mi sia costato fingere di sorridere durante la diretta del programma. Tu non sai quanto mi sia costato fingere e mettere piede in quello studio dopo la nostra telefonata. Volevo stare solo, vedere nessuno, e non potevo.- disse lui mettendosi sulla difensiva.
-Non ho detto questo, me lo sentivo che stessi mascherando il tuo reale umore. Tu sai controllare le tue emozioni, gioia o rabbia che sia. Io non ci riesco! Ci ho provato tante volte e non ho mai concluso qualcosa di buono. Quando provo rabbia verso qualcuno, tanto da volergli urlare in faccia, pur cercando di ignorare questa persona e far trasparire il meno possibile, finisco per farle capire tutto quasi inconsapevolmente.-
-Lo so, sto imparando a conoscerti.-
-Se mi avessero comunicato in largo anticipo la data dell'esame te l'avrei detta subito non credi? Ma tu eri molto impegnato e non potevo chiamarti su due piedi. Purtoppo non l'ho decisa io e non si può fare altrimenti. Non posso chiederti di fare su e giù per l'Italia in giornata solo starmi vicino. Verrà qualcun'altro con me o posso andare benissimo da sola.-
-Lo so ma se ti ho detto che verrò con te è perché so che posso farlo.-
-Vedremo! Non voglio sviare il problema di fondo ma quello che sto cercando di dirti è che non vorrei si ripetesse un episodio del genere, visti i nostri modi di reagire. Ma so già che cominceranno a venire a galla altri problemi e prima o poi si spezzerà la corda.-
Magari la situazione sarebbe migliorata e ora si stava preoccupando per nulla.
Magari ne stava facendo un dramma e stava ingigantendo le cose di più del previsto.
Però non poteva non pensarci, le veniva spontaneo. Sapeva che in fondo lui capiva la sua reazione, anche se lei poteva cercare di gestirla meglio di così, e lui l'avrebbe aiutata ad affrontarla con serenità le prossime volte. Martina non voleva gettare tutto per colpa di un malinteso ma al tempo stesso aveva molta paura.-Marti la vita non è sempre tutta rose e fiori come vorremmo. È fatta di attimi in discesa e altrettanti in salita. Sapevamo che non sarebbe stato semplice ma ci siamo promessi che avremmo superato tutto, insieme, e da allora io ho continuato a mantenere la promessa. Dopo ogni discussione faremo la pace a modo nostro e ci perderemo per poi ritrovarci sempre lì, dove si è stati bene.- rispose Ermal vedendola con una mano appoggiata sul tavolo della sala. L'aveva avvicinata lentamente a sé e lei lo aveva abbracciato. Lo stringeva forte mentre qualche lacrima bagnava il suo viso. Lui le accarezzava la testa, toccando i suoi lunghi capelli neri delicatamente. Martina piangeva per colpa di una strana situazione che le restava difficile da gestire. Si sentiva schiacciata, bloccata in un piccolo spazio opprimente.

STAI LEGGENDO
Ali spezzate
Fiksi PenggemarEra arrivata nella sua vita in un momento difficile. Gli aveva restituito grinta e voglia di mettersi in gioco. Quella ragazzina aveva fatto inconsapevolmente un miracolo. -Grazie!- disse lui grato. -Di cosa!- -Hai mantenuto fede alla nostra prom...