Capitolo 27

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-Ti andrebbe di fare un giro in centro?- chiese Martina una volta terminato di visitare la Galleria degli Uffizi.
Non essendo riusciti ad andare a Natale ne avevano approfittato per recuperare. Erano andati a visitare la galleria senza Vige ma lui avrebbe capito. Si alzarono di buon ora e si avviarono verso gli Uffizi dopo aver consumato una ricca colazione a base di latte, cornetti ripieni al cioccolato e fette biscottate. Rimasero estasiati dalle meravigliose opere custodite lì, in particolare dalla cospicua collezione esistente di Raffaello e Botticelli.

-Proprio ora?- chiese a sua volta Ermal una volta raggiunto il parcheggio delle macchine. L'orologio del campanile segnava le dodici e questo significava che l'ora di pranzo si faceva sempre più vicina.

-Sì perché? Visto che non siamo riusciti ad andare ieri...-

-Non sarebbe una cattiva idea effettivamente. Peccato che sia quasi ora di andare a pranzo.-

-Giusto, non avevo guardato l'orario- rispose Martina con un' espressione in volto di chi aveva appena visto mandare a monte il proprio programma della giornata.
-E poi io ho sempre idee geniali.-

-Ti stai montando più della panna.-

-Non mi è mai piaciuta la panna. In tutti i dolci che mangio, la accantono sempre in un lato del piatto.- rivelò la giovane guardando con aria divertita la reazione del riccio al suo fianco. A volte, agli occhi di Ermal, appariva come un extraterrestre. Non aveva tutti i torti dopotutto. A lei piacevano i dolci ma non riusciva a mangiarli sempre. Erano troppo zuccherati e dopo un po' iniziava a provare disgusto.

-Io avrei un' idea migliore- disse Ermal lasciandole un piccolo bacio sulla punta del naso per introdurre il discorso. Martina amava quei piccoli gesti da parte del riccio soprattutto quando cercava di convincerla ad assecondare le sue proposte. Sembrava quasi un tentativo di corruzione.
-Potremmo uscire stasera dopo aver cenato da qualche parte io e te.-

Da quando Ermal aveva messo piede in casa sua, solo una volta erano riusciti a ritagliarsi del tempo per loro, ovvero al momento dell'arrivo del riccio. Per cui non era per niente male come idea, doveva ammetterlo.

-D'accordo si può fare.-

-Bene perché so già dove andremo. Tu devi solo indossare qualcosa di molto bello.-

-Per tua fortuna ho un armadio pieno zeppo di vestiti.-

-Vestiti che ancora non riesco a toglierti di dosso.- rispose Ermal schietto guadagnando da parte della giovane uno scappellotto dietro la testa nel tentativo di nascondere le gote rosse. Conosceva ormai fin troppo bene i suoi punti deboli e non le dava fastidio il poter essere priva di filtri ai suoi occhi. Forse era solo la novità, nessuno si era mai relazionato con lei in quella maniera. Eppure lui stava imparando ad accettare i pregi e i difetti del suo carattere, come lei del resto, e senza pregiudizi.

A scuola i suoi compagni le avevano sempre criticato il suo carattere definendolo anormale. Era forse uno dei principali motivi che l'avevano portata a non avere amicizie solide e durature, escludendo quella con Valeria, ovviamente. Aveva provato a modificare in parte il suo carattere ma aveva anche capito che le persone le avrebbero trovato sempre qualcosa da criticare.

"Se costruttiva, una critica è sempre ben accetta ma prima di piacere agli altri devi imparare a piacere a te stessa. Chi ti vuol bene davvero ti accetta per come sei."

Valeria glielo ripeteva spesso quando la trovava a piangersi addosso per quel carattere mai accettato dagli altri. Aveva ragione dopotutto! Perché doveva cambiare? Perché non poteva essere accettata dagli altri per come era realmente? Martina aveva sempre invidiato il carattere espansivo di Valeria e il suo talento nel riuscire ad essere amica di tutti. Lo stesso carattere che aveva riconosciuto successivamente in Alessia. Sempre pronte a fare conoscenza con nuove persone senza il minimo scrupolo. Martina, al contrario, preferiva restare nella sua bolla soprattutto perché non sapeva da che parte iniziare per dare il via ad una conoscenza e dare soprattutto una buona impressione di sé. Il giorno in cui conobbe Ermal e gli altri della band probabilmente non sarebbe mai scesa di sua spontanea volontà nel garage se lui non fosse salito in casa a prenderla insieme ad Anita. Dunque non poteva non essere felice di aver incrociato il suo cammino.

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