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Giovedì 2 Ottobre

"Eren, è arrivato" mi comunicò il mio accompagnatore, non che mia ex-tutrice.
Si chiamava Bella, era una giovane donna dai lunghi capelli biondi, aveva 31 anni. Io e Bella vivevamo a Berlino, la capitale della Germania, a pochi chilometri di distanza dalla mia città natale.
Nonostante vivessi in Germania, sapevo bene la lingua italiana, visto che mio nonno era italiano e di conseguenza, conoscevo la lingua fin da piccolo.
Guardai la mia ormai ex-tutrice annuendo. Eravamo arrivati da poche ore all'aereoporto di Milano. In teoria sarei dovuto partire la settimana prossima, ma Bella doveva venire in Italia per un incontro di lavoro, così ne approfittò per accompagnarmi. Bella mi trattava davvero bene, ma a causa del lavoro dovette abbandonare la mia tutela, non essendo quasi mai in casa. Mi alzai dalla sedia notando un uomo avvicinarsi a noi con un enorme sorriso. Era alto quasi quanto me, dimostrava circa 40 anni, non mi ero informato sul mio nuovo tutore. Non mi interessava. Aveva i capelli biondo scuro e gli occhi castani.
Si avvicinò a me porgendomi la mano.
"Ciao Eren! Sono Ricky Arlert, il tuo nuovo tutore!" esclamò, afferrai la mano, sorridendogli appena.
"Piacere" risposi soltanto.
Mi girai verso Bella, che mi guardava con compassione. Mi abbracciò. Ricambiai l'abbraccio con malinconia, infondo abbiamo passato ben 6 anni insieme, mi dispiaceva lasciarla.
Bella e Ricky si allontanarono per qualche minuto, mentre una signora si avvicinò a me. Si presentò come la segretaria del mio nuovo tutore. Si chiamava Kuchel. Aveva i capelli corvini legati in uno chignon basso. I suoi occhi erano di un azzurro chiaro, quasi trasparente.
"Piacere Eren, quanti anni hai?" mi chiese la donna, sedendosi su una delle sedie di metallo presenti.
"16" le risposi imitandola.
"Capisco, sai io ho un figlio di quasi 18 anni. È un carissimo amico di Alexa" mi spiegò.
"Chi è?"
"La figlia di Ricky. Invece mio figlio si chiama Levi e frequenta la stessa scuola dove ti ha iscritto Ricky"
Veniamo interrotti da ritorno di Bella e Ricky. Quest'ultimo prese due delle mie tre valigie, dirigendosi verso l'uscita. Lo ringraziai e presi l'ultima valigia rimasta, insieme al mio zaino.
Kuchel si offrì di portarmi lo zaino, ma rifiutai gentilmente.
Salutai per un'ultima volta la mia ex-tutrice, guardandola salire su un taxi appena fuori dall'aeroporto.

"Mia figlia è davvero una ragazzina cocciuta!"
"Ma no. Ricky, è in piena adolescenza" disse Kuchel.
Eravamo appena arrivati in quella piccola villetta. Dovevo andare urgentemente in bagno e ritrovai i due a discurtere in cucina.
Non guardai l'abitazione, non ne avevo voglia. Mi ripromisi di fare un giro più tardi.
"Tutto bene?" chiesi notando il mio nuovo tutore mentre scuoteva la testa sconsolato.
"Tranquillo, mia figlia è testarda come sempre!" mi spiegò.
"Penso di dover tornare a casa, tra poco i ragazzi finiscono scuola e Levi non ha le chiavi di casa. Ci vediamo domani Ricky. A presto Eren" disse la donna, alzandosi dalla sedia per poi uscire di casa.
Entrambi la salutiamo, ma subito dopo un silenzio tombale calò in casa.
"Sai mia figlia è davvero testarda. Ma molto socievole e allegra. Spero ti troverai bene con lei" mi spiegò l'uomo accanto a me, guardando lo sfondo del cellulare che ritraeva una bambina sorridente. Non riuscii ad esaminare bene la foto, visto che lo schermo si era spento.
"Bene Eren, in questa casa puoi fare quello che vuoi. Mi dispiace ma dovrai dormire nella stessa stanza di mia figlia, non abbiamo altre camere disponibili" mi disse sconsolato.
"Non c'è problema"
"Ci sono solo alcune regole da rispettare. Non perché sei tu, anche mia figlia ha queste poche regole.
1) Settimanalmente ti darò una paghetta.
2) Se non ritorni per i pasti, avvisa.
3) Il sabato sera Alexa esce sempre. Il coprifuoco è fissato per l'una, nel caso doveste andare in discoteca di solito per le 3.30. Ma molto probabilmente vi verrei a prendere io quindi non c'è problema.
4) A quest'età penso sia normale bere qualche drink in discoteca, ma ti prego di non esagerare."
Io annuii. Mentre lui mi mostrò la camera in cui avrei dovuto iniziare a vivere.
Era molto grande. Le pareti erano bianche. E il parquet era marroncino chiaro. Entrando dalla porta, sulla sinistra appoggiato alla parete era presente un letto da una piazza e mezzo dalle lenzuola viola e accanto un comodino con vari libri, una cornice ritraente delle ragazze e un abat-jour.
Sulla parete erano presenti molte foto, raffigurati varie ragazze e vari gruppi di persone.
Poco più in là era presente una scrivania abbastanza disordinata, con accanto una sedia. Guardai il lato destro. Notando un altro letto da una piazza e mezzo con le lenzuola verdi. Affianco al letto era presente un comodino con un abat-jour.
Un'altra scrivania con una sola pila di libri sopra era presente nella stanza affiancata da una sedia. Infondo alla stanza notai un enorme armadio, affiancato da una finestra.
"Spero sia di tuo gradimento" io annuii distrattamente, continuando a guardare l'enorme stanza. Notando anche varie mensole sopra i due letti. Alcune delle quali erano ovviamente vuote.
"Ti lascio un po' riposare. Se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiedere" disse l'uomo uscendo dalla stanza.
Continuai a guardarmi attorno, decidendomi di iniziare a mettere a posto il contenuto delle valigie.

Blue / Eren JaegerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora