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"Allora è così che è andata" esclamò Levi, facendo sedere la ramata sulle sue gambe.
"Esatto"
"Hai fatto bene" dissero contemporaneamente.
"Credete? Non sono stata troppo dura?" dissi sedendomi accanto a loro.
"No, Eren cosa ti ha detto a riguardo?" mi chiese Levi.
"Niente"

24 Luglio ore 7.46

"Grazie Petra, mi hai ospitato anche più del dovuto" dissi abbracciandola.
"Ma stai tranquilla, a casa sono sempre da sola e averti avuta qui è stato molto divertente. Spero tu ti sia ripresa" mi sorrise lei.
"Mi dispiace averti svegliato così presto" dissi ridacchiando.
"Per un giorno non muoio mica"
Chiusi il portone d'ingresso alle mie spalle, dopo averla salutata e mi dirisi lentamente verso casa mia.
Chissà se è ancora lì
Chissà se Eren dorme
Eren. Pensai ad Eren.
Chissà come ha passato questi 5 giorni
Arrivai a destinazione dopo una decina di minuti.
Aprii lentamente la porta d'ingresso e salii le scale, dopo essermi tolta le scarpe per fare meno rumore possibile.
Trovai la porta di camera mia spalancata ed entrai silenziosamente, trovando il ragazzo, senza maglietta, dormiente sul suo letto.
Sorrisi a quella vista, mi avvicinai a lui e gli lasciai un bacio sulla fronte, prima di tornare al piano di sotto.
Mi misi ai fornelli e decisi di preparare i pancake.
Dopo aver finito, risalii di nuovo le scale e mi sedetti sul letto di Eren.
"Eren"
Si girò sul letto, dandomi le spalle.
"Ti ho preparato la colazione"
Lui si rigirò verso di me e mi abbracciò la vita.
"Che si mangia?" mi chiese sbadigliando, aprendo un solo occhio.
"Pancakes"
"Corro!" urlò lui, alzandosi di scatto.
"Papà?" chiesi, guardandolo uscire dalla stanza con solo
i boxer.
"È partito ieri per un lavoro, non voleva partire, voleva aspettare che tu tornassi ma era obbligato. Era molto preoccupato" disse iniziando a scendere le scale.
"Quella donna che si definisce mia madre?"
"La sera in cui te ne sei andata è rimasta a parlare un po' con tuo padre, è salita in camera tua, si è guardata un po' in giro e poi si è presentata a me" disse lui, facendo le
spallucce.
"Oh mio dio! Ma sono fantastici!" esclamò.
"Sono contenta" dissi sorridendo.
"Ma...Tu hai detto a papà di noi?" chiesi appoggiando il mento sulla mano.
"No, però sospetta"
"Ti ha chiesto qualcosa?"
"Solo se è cambiato qualcosa in quella settimana"
"E tu?"
"Forse"
"Tu sei la mia nuova cuoca preferita" continuò sorridendo.
"Ma smettila"
"Ti immagino solo con un grembiule addosso. Sottolineo il solo"
"Sei un cazzo di pervertito" dissi ridendo.
"Sei sporco di cioccolato" continuai, osservando il viso del ragazzo.
"Ma sai che sei proprio bello?" esclamai contenta, pulendogli con un dito la guancia sporca di cioccolato.
"Modestamente" disse lui, passandosi una mano fra i capelli.
"Il ragazzo che arrossiva ad ogni mia mossa è scomparso?" chiesi alzandomi dalla sedia, sedendomi sulle sue gambe.
"Sto prendendo confidenza" mi disse lui, avvolgendo la mia vita con un braccio, continuando a mangiare con l'altro.
"Usciamo?" chiesi.
"Dove vuoi andare?"
"A Milano"
"EH?"
"Cosa?"
"Ma è a due ore da qui"
"Ti prego! Prendiamo il treno" dissi alzandomi.
"E va bene"
"SÌ! Grazie!" dissi baciandogli la guancia, poi mi dirisi verso camera mia, salendo per le scale.

Ore 10.36

"Non ti diverti?" chiesi sconsolata.
"Siamo qui da mezz'ora e ho già 3 borse da portarti"
"Ma l'hai detto tu Dammi qui che ti porto le borse" dissi guardandolo storto.
"Touché"
"Dai, dove vuoi andare?" continuai, prendendolo per mano.
"Non lo so... Non ho bisogno di niente"
"Sicuro?"
"Forse delle scarpe" disse lui, guardando le sue Vans consumate.
"E che scarpe vuoi?"
"Non lo so"
"Entriamo qui, hanno tutte le marche" dissi trascinandolo dentro ad un negozio.

Ore 13.21

"Petra poi mi ha fatto cadere dal letto, non volevo svegliarla quindi ho dormito sulla poltrona"spiegai ridendo, sedendomi ad un tavolo.
"Non ci credo"
"Devi andare ancora da qualche parte?" mi chiese lui, mangiando il suo panino.
"No, per me possiamo tornare a casa. Con il condizionatore. Non fa un po' caldo qui?" dissi legandomi i capelli velocemente in un chignon disordinato.
"Abbastanza"

Ore 15.38

"Ma sono tutti spariti? Nessuno risponde al telefono" dissi entrando in casa.
"Annie sarà con Armin, Petra con Levi, Jean con Mikasa, Sasha starà mangiando e gli altri sono in vacanza con i loro genitori" spiegò lui, portando le borse in camera.
Andai in cucina a prendere un bicchiere d'acqua e aspettai Eren seduta sul tavolo.
"Allora? Che si fa?" chiesi non appena entrò in cucina.
Lui mi sorrise e si mise davanti a me, appoggiò le mani sulla mia vita e mi lasciò un veloce bacio a stampo. Appena si staccò mi sorrise, misi le mani dietro alla sua testa e feci ricongiungere le nostre labbra, approfondendo di più quel bacio. Fece scivolare le mani sotto la mia maglietta, giocando con i lembi.
Allacciai le gambe attorno al suo bacino, mentre continuavo a giocare con i suoi capelli.
Mi staccai da lui e lo guardai negli occhi.
"Ti stanno crescendo i capelli"
"Mi piacciono così" disse lui.
"Anche a me" dissi ridacchiando, baciandogli il collo, succhiando un piccolo lembo di pelle. Lui tolse le mani dalla mia vita e afferrò le mie gambe, facendomi alzare dal tavolo.
Salì le scale, inciampando sull'ultimo gradino. Iniziai a ridere a crepapelle, mentre lui si scusa ridacchiando.
"Sei una frana" dissi ridendo, scendendo da lui, lo presi per mano e chiusi la porta della camera.
Sentii il telefono squillare, accesi il display e vidi una notifica da Levi. Decisi di lasciar stare e mi misi a cavalcioni su Eren, seduto sul suo letto.
Gli tolsi la maglietta mentre lui mi sdraiò sul letto. Mi slacciò i pantaloncini, sfilandomeli dalle gambe. Si mise sopra di me, tenendosi su con le ginocchia e iniziò a baciarmi il collo, mentre accarezzava le mie gambe.
Ringraziai mentalmente Petra per avermi fatto la ceretta l'altro giorno.
Un piccolo gemito mi uscì dalla bocca, non appena sentii la mano di Eren sfiorare la mia intimità.
Sentii il telefono iniziare a squillare, buttai l'occhio sul telefono appoggiato al comodino, notando una chiamata da Levi.
"Aspetta un secondo" dissi ad Eren, afferrando il telefono, rispondendo alla chiamata.
"Dimmi Levi"
"Perché non rispondi ai miei messaggi?"
"Non li ho vist... Eren smettila" dissi sentendo la sua mano sopra le mie mutandine.
"Che state facendo voi due?"
"Dai Levi, lasciali stare" sentii la voce di Petra in lontananza.
"Niente. Eren sono al telefono" dissi sentendolo mordermi il collo.
"Vabbè, uscite?"
"Magari più tardi. S m e t t i l a"
"Eren Jaeger se scopro ch..."
Non sentii più la voce di Levi, ma notai Eren prendere il telefono dalle mie mani.
"Ci state interrompendo" disse lui diretto, chiudendo la chiamata.
Scoppiai a ridere immaginandomi la faccia di Levi sconvolta.
"Dov'eravamo rimasti?" mi chiese lui, tornando a baciarmi il collo.
Gli slacciai i jeans, mentre lui con le sue gambe li tolse. Lui infilò le mani sotto alla mia maglietta, portandole ai gancetti del reggiseno. Inarcai la schiena, aiutandolo nel suo intento. Lui fece uscire il reggiseno dalla maglietta e lo appoggiò da qualche parte sul letto. Riportò le mani sotto alla mia maglietta, accarezzando il mio seno.
"Posso toglierla?" mi chiese lui, leggermente imbarazzato. Io annuii sorridendo, alzando le braccia.
Lui me la sfilò e la appoggiò da qualche parte.
Ritornò a baciarmi le labbra, scendendo passando dal collo, fino ad arrivare al seno. Sentii la sua lingua passare in determinate parti. Si fermò su un punto preciso, iniziando a mordere un lembo di pelle per poi succhiarlo. Un gemito mi sfuggì dalla bocca e mi morsi il labbro non appena vidi Eren guardarmi con un sorrisetto soddisfatto.
Smise di giocare, con il mio seno, scendendo più verso la mia intimità. Iniziò a giocare con i lembi delle mutandine, per poi toglierle definitivamente. Mi divaricò le gambe e si infilò due dita in bocca, bagnandole di saliva, per poi infilare un dito nella mia apertura.
Lasciai sfuggire un gridolino dalle mie labbra e sospirai di piacere sentendolo infilare un secondo dito, iniziando a muoverle.
"Eren sto per..." lui mi tappò la bocca, facendo uscire le due dita. Si pulì velocemente le dita con la sua maglietta. Tornò a baciarmi sulle labbra, mentre io con una mano scesi sulla sua intimità, iniziando a toccare da sopra i boxer. Lo sentii mordermi il labbro.
"Non voglio niente, passiamo al sodo" disse staccandosi dalle mie labbra.
Gli tolsi velocemente i boxer, mentre lui afferrò una bustina azzurra dal cassetto del comodino. La aprì con i denti, estraendone il contenuto. Si infilò il preservativo e si posizionò davanti alla mia apertura.
"Posso?"
"Me lo stai chiedendo davvero?" chiesi ridacchiando.
Lo sentii entrare e delle piccole lacrime si formarono suoi miei occhi.
"Oh mio dio! Scusa! Sono stato troppo veloce?" mi chiese lui fermandosi.
"Non fermarti"
Lui entrò completamente e iniziò a muoversi.
Entrambi venimmo, prima io e poi lui. Si sfilò il preservativo e lo butto nel cestino.
Appoggiai la testa sul suo petto, mentre lui mi accarezzò i capelli sorridendomi.
"Quando hai detto che tornava mio papà?" chiesi ad un tratto.
"Non l'ho detto" disse lui tranquillo, per poi spalancare gli occhi.
Si alzò velocemente dal letto, aprendo prima il suo armadio e poi il mio. Si infilò velocemente i boxer e mi lanciò una sua maglietta e un paio di mutandine.
"Per precauzione" disse ridacchiando.
Risi e mi infilai i vestiti, tornando a sdraiarmi sul letto.

Blue / Eren JaegerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora