17. Lacrime e sorrisi (REV 2022)

141 10 0
                                    

- Ti credo, Severus, voglio crederti! – esclamò infine Minerva.

Il mago si avvicinò di nuovo al divano, ancora una volta ponendosi in ginocchio:

- Sono disposto a darti qualsiasi prova, Minerva, tutto ciò che vorrai!

La maga lo fissò e lui sorrise amaro, intuendo senza difficoltà la prevedibile richiesta:

- Se vuoi mi sottoporrò al Veritaserum, ma ti avverto che è inutile: ci sono diversi modi per neutralizzarlo e li ho imparati molto bene per difendermi dall'Oscuro.

Minerva trasalì, stupita dalla secca risposta a una domanda nemmeno posta.

- Posso sigillare la gola e far evanescere le tre gocce di siero, oppure trasformarle in un altro filtro prima di deglutirle o, più facile di tutto, usare l'Occlumanzia.[1]

Severus la fissò con i penetranti occhi neri, lucidi di lacrime e di dolore:

- Lo sai che sono un Occlumante di rara maestria, vero Minerva?

La maga rabbrividì e si ritrasse appoggiandosi allo schienale del divano. Severus si alzò di scatto e si sedette al suo fianco, bloccandole le braccia:

- Guardami negli occhi, adesso, fino in fondo: scruta nei miei pensieri! – le ordinò secco, gli occhi neri spalancati davanti a quelli verdi della maga che, quasi ipnotizzata, non riuscì a sottrarsi.

- Io sono un assassino, Minerva: ti ho ucciso e il tuo cadavere giace pieno di sangue su questo divano. Controlla questa verità nella mia mente!

La maga sbarrò gli occhi e urlò.

Nella mente di Severus, tra i pensieri offerti, vedeva il proprio corpo senza vita galleggiare sul divano sul quale era seduta in quel momento: il sangue sgorgava da una profonda ferita al cuore e colava lungo il braccio che penzolava inerte dal cuscino, per raccogliersi sotto il tavolino, in una grande pozza che si allargava sempre più. In piedi, con un ghigno orribile sul volto, Piton la stava osservando, un coltello affilato tra le dita sporche di sangue.

L'urlo di Minerva s'interruppe solo quando Severus le pose una mano sopra gli occhi, spezzando il contatto dell'involontaria Legilimanzia.

La maga tremava e si ritrasse da lui, mormorando ansimante:

- Sembrava proprio vero...

Severus annuì, mordendosi piano le labbra:

- Nessuno sa mentire bene quanto me, - sospirò piano, - ma so anche essere totalmente sincero e trasparente.

Di nuovo il mago offrì a Minerva i suoi pensieri: la devastante disperazione per aver dovuto uccidere Silente, l'atroce rimorso che gli attanagliava il cuore, l'infinita sofferenza d'essere ancora condannato a uccidere, proprio il suo unico amico.

Infine, Severus interruppe il contatto chiudendo i propri occhi, mentre una lacrima ne scivolava lenta fuori, greve come la colpa che portava nell'anima da quella terribile notte.

Quando riaprì gli occhi e alzò lo sguardo su Minerva, la maga lo stava osservando, intensamente commossa, il vecchio volto rigato dalle lacrime:

- Quanto dolore. - mormorò mesta.

- Troppo. - sussurrò Severus.

- Non sono mai stata brava in Legilimanzia... ma entrambe le cose sembravano vere, anche se la prima era palesemente falsa.

- Non sarà guardando nella mia mente che scoprirai la verità, Minerva: ti ho dimostrato che posso ingannarti, proprio come ho sempre fatto con l'Oscuro. – affermò con orgoglio, gli occhi di nuovo scintillanti. – Come avrei potuto, altrimenti, sopravvivere ai suoi interrogatori?

Trasparenza e purezza del Cristallo (Terza e ultima parte di Cristallo Nero)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora