32. Purgatorio (REV 2022)

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L'aula del Tribunale era gremita fino all'inverosimile: tutti volevano assistere al processo del mago che aveva ucciso il grande Albus Silente, volevano schernire l'orrido Mangiamorte, il viscido traditore, il crudele assassino tanto temuto, ma che era stato infine catturato e ridotto all'impotenza.

C'era anche chi lo conosceva, o aveva creduto di conoscere il rispettabile e severo professore di Pozioni, che alla fine si era invece rivelato il mostro che era sempre stato, ingannando per anni chi aveva avuto a che fare con lui; c'era perfino chi aveva lavorato a lungo al suo fianco, nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, e ancora non si capacitava, o forse non voleva credere, che avesse potuto raggirarli tutti in modo efferato, il preside Silente per primo. C'era chi lo aveva frequentato quando era solo un ragazzino, ingenuo e insicuro, gli occhi bassi e sfuggenti, e non riusciva a riconoscerlo nel feroce assassino, dallo sguardo cupamente nero, che le prime pagine dei giornali mostravano da giorni; infine, c'era anche chi non lo aveva mai visto, né aveva sentito parlare di lui finché non aveva commesso l'esecrato crimine, ma che adesso riconosceva in lui, con totale sicurezza, l'emblema del male.

Erano tutti lì, stipati stretti sugli spalti della grande aula sotterranea del Wizengamot, spalla contro spalla, nella fremente e borbottante attesa di vedere in faccia Severus Piton, Mangiamorte e Assassino.

Il Cancelliere batté il martelletto: la porta si aprì e un silenzio teso scese sull'aula circolare.

Una figura scura emerse lenta dall'ombra con incedere fiero, il mantello che gli ondeggiava alle spalle, i lunghi capelli corvini a incorniciare il volto pallido dall'espressione severa e altera, l'intenso sguardo nero fisso davanti a sé.

Avanzava libero, senza ferri o catene a imbrigliargli polsi e caviglie, scortato solo da un vecchio Auror zoppicante per nulla preoccupato del gravoso compito di controllo affidatogli.

Un mormorio allarmato si diffuse tra il pubblico: com'era possibile che un così pericoloso criminale fosse lasciato libero, senza seria sorveglianza, tra tanta gente per bene? Avrebbe potuto rubare con facilità una bacchetta a qualcuno e fare una strage: un assassino come lui non ci avrebbe pensato neppure un istante ad ammazzare decine di persone pur di fuggire, e non sarebbe stato certo il vecchio, dal vorticante occhio azzurro, che avrebbe potuto fermarlo e proteggere tutti loro, onesti e rispettabili maghi.

Gli spettatori seduti a margine del corridoio, preoccupati per la propria incolumità, si spostarono di lato sulle panche, ammassandosi ancor di più contro gli altri, mentre un borbottio ostile si diffondeva, paura e odio mischiati sul volto degli astanti e insulti sospesi nell'aria tesa.

Severus Piton procedeva con indifferente sicurezza, un impassibile pallore sul volto immobile e le labbra serrate in una sottile piega amara.

- Assassino!

- Maledetto vigliacco!

- Traditore!

Alcuni tra il pubblico gli sputarono addosso, altri levarono in alto i pugni chiedendo la giusta vendetta contro il criminale che procedeva in fiero silenzio verso la gabbia che lo attendeva al centro dell'aula.

- A morte!

- In pasto ai Dissennatori!

- Sì, il Bacio!

L'odio degli spettatori, misto alla paura, avvolgeva l'imputato in una marea montante, ma Severus Piton procedeva imperturbabile, gli occhi fissi sulla bella maga bionda che, in prima fila, lo osservava con angosciata preoccupazione.

Qualcuno sporse lesto un braccio verso di lui, mostrando delle fotografie: l'imputato abbassò per un istante lo sguardo sui giovani visi sorridenti che inviavano baci. Per la frazione d'un secondo rimase immobile, senza respirare, poi strinse ancora più le labbra e rialzò gli occhi, pozzi colmi di amare e rassegnate tenebre, a incrociare l'odio di un padre:

Trasparenza e purezza del Cristallo (Terza e ultima parte di Cristallo Nero)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora