Il tempo trascorreva lento, giorno dopo giorno e notte dopo notte.
Dietro al vetro della bifora Severus aveva a lungo osservato la sera che, scurendosi sempre più, era diventata notte: l'oscurità che avvolgeva la Nera Fortezza dell'orrore non gli era mai sembrata così densa e senza fine.
Compiere il suo dovere era sempre più difficile e doloroso, nell'attesa che il giovane Potter distruggesse il frammento d'anima custodito nell'antico libro di Priscilla Corvonero.
Voldemort, proprio come Silente aveva supposto, sembrava non accorgersi della progressiva distruzione dei suoi frammenti di anima. Questo rafforzava la sua teoria: l'Oscuro Signore non se ne rendeva conto perché in lui non risiedeva più alcuna anima in contatto con le altre sue parti separate.
Uccidere Nagini poteva davvero essere l'ultimo atto di una lunga battaglia, il gesto definitivo che avrebbe decretato la vittoria nella sanguinosa guerra.
Un'azione fatale per chi l'avesse compiuta.
Per questo aveva riservato a se stesso l'uccisione del serpente.
Il giovane Potter non doveva correre il rischio mortale: se la sua tesi sulla mancanza d'anima in Voldemort era sbagliata, il ragazzo, il Prescelto, era davvero la sola speranza per il loro mondo, l'ultimo baluardo contro il male.
Per quel motivo, perché sapeva che la sua esistenza poteva finire con quell'ultimo gesto, ed era pronto a sacrificare la sua vita per la causa in cui credeva a fondo, restare lontano da Crystal era la sofferenza crudele che doveva imporsi, e imporle, per tutelare almeno l'incolumità della donna che amava infinitamente.
Crystal gli mancava più dell'aria che respirava e aveva un immenso bisogno di vederla, di godere della speranza che il suo sorriso sapeva sempre regalargli, di inebriarsi della luce che promanava dai suoi occhi, stelle rifulgenti che respingevano l'oscurità che da sempre lo circondava.
Il mago alzò gli occhi nel cielo nero della notte: nessun astro notturno splendeva sulla Fortezza dell'Oscurità e le tenebre del Male nascondevano la sua stella.
Una lacrima scese, solitaria, e Severus sospirò.
Oh di ponente forte tramontata stella!
Oh ombre della notte- Oh triste notte di lacrime!
Oh grande stella scomparsa – Oh nera densa tenebra che nascondi la stella!
Oh mani crudeli che mi trattenete impotente – Oh mia indifesa anima!
Oh dura nuvola che mi circondi e non vuoi liberare la mia anima.[1]
La lotta era ancora lunga e l'esito incerto, ma avrebbe sopportato tutto, per amore di Crystal; avrebbe combattuto per lei, anche se sentiva la propria anima lacerarsi ogni giorno di più, condannato a un'agonia interminabile, lontano dalla sua donna, dalla luce che lo aveva riportato alla vita.
Si chiese se un giorno anche lui avrebbe potuto levarsi ogni maschera e mostrare orgoglioso se stesso, a viso scoperto; o se avrebbe dovuto terminare l'esistenza nell'ombra, come sempre nella aveva vissuto, condannato dagli altri, prima, e poi da se stesso.
Rivolse il volto pallido verso oriente: all'improvviso, la spessa coltre di tenebrose nuvole che avvolgeva la fortezza sembrò spezzarsi e un chiarore lampeggiò là dove il sole stava di nuovo sorgendo. Un raggio oltrepassò scintillando la cupa barriera temporalesca e una lama di luce irruppe attraverso la finestra illuminando il mago nero che sembrò apparire d'incanto dai contorni dell'oscuro nulla che lo attorniava.
Sul suo viso, pallido e stanco, la lacrima ancora brillava nella prima luce dell'alba.
Quando appendo al cuore la spada,
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Trasparenza e purezza del Cristallo (Terza e ultima parte di Cristallo Nero)
FanfictionLa mia visione di come avrebbe dovuto essere il 7° libro della saga di Harry Potter, dedicata alle fans di Severus Piton deluse da HP7, a loro offerta come consolazione. La storia conclude la trilogia di Cristallo Nero dopo "Luci e ombre del Crista...