28. Anima in fiamme (REV 2022)

149 6 3
                                    

Proseguirono spediti per alcuni minuti, i raggi luminosi degli incantesimi a illuminare la via e il professore a tener stretta a sé la studentessa, il braccio ad avvolgere deciso l'esile vita.

Arrivarono al cuore del bosco, là dove la frondosa quercia sacra un tempo ombreggiava l'altare più importante, la cui piatta e spessa pietra istoriata giaceva a terra, spezzata di netto in tre tronconi.

Della possente pianta era rimasta solo una parte del tronco, nodoso e contorto, e pochi, grossi rami bassi. Il resto era caduto, tagliato di netto, il raggio di un sortilegio a imitare il fulmine, travolgendo altri alberi vicini nel rovinoso crollo.

A poco più di un metro da terra, sopra le grandi radici intricate, vi era una profonda cavità colma di densa nebbia nera.

Un ultimo fascio di luce eruppe dalla bacchetta del mago, le labbra sottili sempre serrate, e dissolse rapido la bruma scura permettendo di vedere all'interno.

- Lumos! – esclamò pronta Hermione puntando la bacchetta sul tronco.

Si curvarono entrambi verso la cavità e davanti ai loro occhi apparve l'antico e vagheggiato libro della saggia Priscilla Corvonero, arcana reliquia del sapere magico di tempi perduti.

L'amante,

del mondo e dei misteri,

di oggi e di ieri,

sono io, che distante

dal richiamo passato

seguo ragione e intelletto;

seguo l'istinto primordiale,

come un animale,

e brancolo nel buio

giro e m'aggiro

tra tenebre di conoscenza

e dubbi d'ambivalenza.

Combatto in quest'oscura danza

gli immaginari spettri,

metafora dei miei difetti,

per trovar nei libri

le risposte alle mie domande,

sempre in me parte costante.[1]

Con una stretta al cuore, Piton pensò che tutte quelle immense conoscenze sarebbero state inesorabilmente perdute quando Potter avrebbe annientato l'Horcrux. Avrebbe voluto poter sfogliare almeno per una volta le fragili pergamene, imprimerle nella memoria e farle per sempre sue.

Allungò la mano, esitante.

No, non era possibile: non c'era tempo e, soprattutto, dentro le preziose pagine viveva il frammento di un'anima dannata che aveva contaminato con la sua malvagità il sapere di cui solo Voldemort aveva potuto nutrirsi, scoprendone gli inestimabili segreti.

Doveva rinunciare all'arcana sapienza magica, come un tempo, invece, non aveva resistito alla tentazione del potere che le Arti Oscure gli offrivano, bruciando la propria innocenza.

Adagio e con grande sforzo di volontà ritrasse la mano.

Guardò Hermione: anche lei aveva avuto pensieri simili e la sua mano era ancora protesa verso il libro che l'attraeva irresistibile, sempre più pericolosamente vicina.

Allungò di nuovo il braccio e coprì piano con la sua la piccola mano, avvolgendola in una stretta delicata ma decisa, facendogliela ritrarre.

Si fissarono negli occhi, le profonde e meste iridi nere a incontrare le eccitate, giovani iridi nocciola:

Trasparenza e purezza del Cristallo (Terza e ultima parte di Cristallo Nero)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora