19. Sogno di primavera (REV 2022)

139 9 0
                                    

Era felice.

Guardava la sua bellissima donna ed era felice.

Per una notte, ancora, avrebbe dimenticato l'incubo della realtà abbandonandosi al sogno d'amore, stringendo di nuovo Crystal tra le braccia dopo un tempo che gli era parso infinito.

La maga non lo aveva visto materializzarsi vicino al ponticello: si trovava al limitare della radura, seduta tra l'erba a godersi gli ultimi raggi di sole della tardiva primavera, infine giunta, allietata dal canto di Fanny.

Rimase alcuni istanti a rimirarla, l'oro screziato dei lunghi e morbidi riccioli che riluceva agli oblunghi raggi del sole calante, il profilo delicato del viso, la bocca dischiusa nel sorriso della sua attesa.

Si aggiustò la casacca, verificando con le dita l'impeccabile ordine della lunga schiera di bottoncini e si concesse, dopo un troppo lungo tempo, un primo sorriso di serenità per quella sera, quindi la chiamò:

- Crystal!

Con un piccolo grido di gioia la maga balzò in piedi e gli fu rapida tra le braccia, le labbra rosse e golose sulle sue per un interminabile bacio colmo di desiderio; la strinse a sé, avvolgendola nell'appassionato abbraccio, i corpi già intimamente allacciati a lenire la troppo lunga mancanza.

Fanny, gelosa, aveva smesso di cantare e fischiava stridula sul ramo, cercando di attirare l'attenzione.

Ma il mago dai lunghi capelli corvini e il pallido volto aveva occhi profondi, vellutati e neri, solo per la sua donna.

- Quanto tempo, Severus! Quanto mi sei mancato!

Le sorrise, sfiorandole il viso con una dolce carezza, e ancora si chinò sulle labbra per un altro intenso bacio, dolce come il miele del loro ritrovarsi, appassionato come il desiderio a lungo represso che gli bruciava in corpo e non voleva più attendere, neppure un breve istante.

Si sciolse a fatica dal bacio, la punta della lingua che, languida, ancora volle lambirle piano le labbra, golosa; sollevò Crystal fra le braccia dirigendosi deciso verso la casetta, gli strepiti della fenice a inseguirlo senza successo:

- Buona, Fanny! Nelle ultime settimane ci siamo visti spesso, tu ed io. Ora tocca a tocca a Crystal! – disse, quasi ridendo. - Poi verrà di nuovo il tuo turno: ho un compito importante per te. - Ammiccò sorridendo malizioso. - Ma solo... dopo!

*

Quando uscirono di nuovo dalla casa, la luna era regina incontrastata del cielo, con il suo manto nero, trapunto di stelle.

Passeggiarono abbracciati nella radura, poi s'inoltrarono lenti nel bosco, la luna e le stelle a illuminare il cammino e tener loro compagnia, facendo capolino tra i rami pieni di gemme e piccole foglie nuove, d'un verde brillante.

Nella notte entreremo

per rubare

un ramo fiorito.

Oltrepasseremo il muro,

nelle tenebre dell'altrui giardino,

due ombre nell'ombra.

L'inverno non è ancora finito

e già il melo appare

trasformato di colpo

in cascata di stelle profumate.

Nella notte entreremo

fino al suo tremante firmamento,

e le tue piccole mani e le mie

ruberanno le stelle.

E furtivamente,

Trasparenza e purezza del Cristallo (Terza e ultima parte di Cristallo Nero)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora