13. Realtà d'incubo (REV 2022)

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ATTENZIONE

Capitolo NON per stomaci delicati. Leggete solo se siete sicuri di saper reggere una scena decisamente molto forte.


Era apparso per un istante sul cristallo nero del medaglione, il viso bianco e teso nel tenebroso nulla circostante, solo il tempo fugace di una breve frase roca:

- Devo incontrare Lupin, al più presto: devi assolutamente convincerlo a fidarsi di me!

Crystal non aveva fatto tempo a dirgli che Remus era già pronto a parlargli che l'immagine era svanita, evanescente fantasma inghiottito dall'oscurità.

Un paio d'ore più tardi, il sole ormai tramontato, il medaglione aveva di nuovo preso vita, calore d'amore sulla pelle, ma solo per rivelarle un viso pieno di disperata angoscia, occhi neri, spenti, che non volevano vedere più nulla e la voce piatta, soffocata in un'agonia di cruda rassegnazione:

- Verrò da te, stanotte. Avrò bisogno di abiti puliti.

Poi, solo il cristallo nero, lucido e vuoto, a riflettere la paura che albergava negli occhi di Crystal.

Nell'attesa aveva provato a dormire un po', naturalmente senza riuscirci: era distesa a letto, gli occhi aperti e le orecchie tese. D'un tratto sobbalzò: aveva udito un rumore. Saltò giù precipitandosi all'ingresso.

La porta si spalancò di colpo e Severus entrò, quasi di corsa.

Era pieno di sangue, tremante, distrutto.

Non le rivolse neppure una parola, lo sguardo rivolto a terra per non rischiare di incontrare quello della maga: non avrebbe saputo reggerlo, sarebbe crollato e lei avrebbe visto tutta la straziante disperazione della sua anima.

Ma non voleva, questa volta non lo avrebbe permesso: gli era rimasta ancora una goccia di stremata volontà e non avrebbe più lasciato che Crystal soffrisse, consapevole dell'incubo che aveva vissuto quella sera.

La maga cercò di abbracciarlo per confortarlo, ma glielo impedì con durezza:

- Stammi lontana! Non mi toccare!

Quasi non riconosceva più neppure la voce del mago.

- Severus! – esclamò spaventata. - Sei ferito?

- No, non è mio il sangue.

S'infilò in bagno, sbattendo la porta dietro di sé.

Udì immediatamente lo scroscio della doccia, aperta al massimo della potenza: doveva essersi infilato dentro vestito.

Rimase immobile a lungo fissando il pavimento: gli abiti di Severus erano così intrisi di sangue che anche il parquet si era sporcato. Una lunga scia, dall'ingresso fino al disimpegno del bagno, con un'ombra scura più marcata dove il mago aveva sostato un attimo, respingendo il tentativo di abbracciarlo.

L'acqua continuava a scendere con forza nella doccia.

Era come ipnotizzata dalla macchia scura, umida, nel legno levigato, accanto alla bacchetta che il mago aveva lasciato scivolare a terra: i minuti passavano e non riusciva a distogliere lo sguardo.

Infine si riscosse e rialzò il viso.

Quel sangue, però, non era del mago.

In teoria avrebbe dovuto essere una notizia positiva.

Crystal, però, rabbrividì e si lasciò sfuggire un gemito angosciato: il ricordo atroce della volta in cui aveva trovato del sangue sul corpo di Severus, che non era suo, la agghiacciò[1]: cos'era accaduto in poche ore, dopo il messaggio che ne preavvertiva l'arrivo?

Trasparenza e purezza del Cristallo (Terza e ultima parte di Cristallo Nero)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora