Capitolo22

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Ben si girò verso di me e mi venne incontro,forse per aiutarmi.
Ma mentre correva vidi un dardo andare nella sua direzione e colpirlo al braccio.
Lui cadde privo di sensi vicino a me.
Notai che era una siringa.
Dopo un poliziotto si avvicinò a me con un'altra siringa in mano,mi prese il polso e mi iniettò un liquido.
Cercai di oppormi,ma non avevo più energie.
Mi fece abbastanza male.
Infine si fece tutto buio.

Mi risvegliai dopo chissà quanto su una sedia.
Probabilmente avevo braccia e gambe legate,siccome c'era una corda che le teneva strette.
La testa era pesante e la vista era appannata.
Sentivo la gamba destra che bruciava.

Battei le palpebre un paio di volte per tornare a vederci meglio,e quando successe notai che ero in una stanzetta grigia,con un tavolo di fronte a me e uno specchio.

Sapevo che là fuori c'era qualcuno che mi osservava.
Infatti quello si,era uno specchio,ma dalla mia parte.
Dall'altra,invece,chiunque ci fosse poteva benissimo vedermi.
Grazie serie tv che mi avete accompagnato per tutta la vita.

Entrò una persona che classificai subito come "appena esco da qui sarai la mia vittima".
-Allora cara- mi disse con tono soddisfatto -sappiamo entrambi che ci sono stati degli omicidi che sicuramente in cui TU centri.- fece una piccola pausa -ora voglio sapere chi è stato,se ci sono state altre vittime,chi era il ragazzo di prima e come sei scomparsa;ci saranno domande più avanti-.

Lo guardai e con tono di sfida chiesi -Dov'è lui?-.
Non volevo pronunciare il nome di Ben,per non dare troppe informazioni.
L'agente sorrise e mi rispose -è in un altro interrogatorio a rispondere ad alcune domande.-
Mi morsicai il labbro inferiore mentre lo guardavo infuriata.

-Se gli avete anche solo torto un capello io...- ma venni interrotta da lui -Io cosa? Cosa pensi di fare incatenata ad una sedia? Solo la magia ti aiuterebbe in questi casi;peccato che non esista-.

-Almeno sta bene?- gli chiesi insistentemente.
-Certo- mi disse con un falso sorriso.
Probabilmente stava mentendo.
In quel momento una rabbia incontrollata prese possesso del mio corpo e della mia mente, e cominciai a sputare insulti di ogni tipo.

L'individuo si avvicinò a me prendendomi il mento tra il pollice e l'indice,dicendomi -Sii più cortese...Inflamed Jade-.
Gli sputai addosso e lui indietreggiò un po'.
Si passò la manica della divisa sul volto e si asciugò.

-Ora devi dirmi tutto quello che è successo da quando te ne sei andata- proprio non si arrendeva.
Sentii le mie mani ribollire e i miei occhi bruciare.
Guardai insistentemente l'uomo e le corde si frantumarono,lasciandomi alzare.

Lo guardai con uno sguardo da psicopatica e gli chiesi -sei proprio sicuro...che la magia non esista?-.
Mi avvicinai a lui e lo presi dal colletto.
Lo sollevai,ma in quel momento arrivarono due uomini con addosso una divisa bianca.
Avevano delle pistole e,nelle tasche della cintura,qualche siringa.

-Alza le mani o spariamo- mi dissero in coro.
Mi avvicinai velocemente,ma uno di loro sbucò da dietro di me tenendomi ferma,mentre un altro mi iniettava probabilmente un calmante.
Svenni nuovamente.

Ben Drowned-InseparabiliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora