||Azzurro come il cielo della nostra prima estate||Kim Taehyung🦋

Chapter.14 His favorite place

🦋그의 가장 좋아하는 장소🦋

"E ho lasciato dentro me quadri bianchi, dipingili te."

💧

Avete presente quando qualcuno, alle prime ore della luce, inizia a battere con insistenza i pugni sulla tua porta ed il rumore ti altera? Ecco quella che stava succedendo dentro di me; il cuore mi batteva così tanto che il rumore rimbombava nelle mie orecchie, col sangue che mi pulsava sulle medesime e la faccia così rossa e calda che avrebbero anche potuto cuocerci un uovo, rischiando di farlo bruciare. Senza sapere come reagire o cosa dire mi lasciai trascinare da Taehyung, fissando con insistenza le sue dita stringermi ancora la giacca di jeans. Come reagire? Cosa dire? Cosa pensare? Non ne avevo idea. In una parte remota della mia testa continuavano a rimbombare le parole di Hyungwon e Jimin.
"Stai attenta." "Lui è innamorato ancora della sua ex" "ha bisogno di qualcuno che gli dia conforto, ma non ci sarà nient'altro"

Ma, in una parte ancora più remota del mio cuore vacillava ancora un barlume di speranza. Speravo ancora che si fosse dimenticato della sua ragazza, che avesse cambiato idea sulla sua concezione di "fidanzata ideale" e stesse pensando a me in modo diverso. Ma nello stesso tempo, quella mattina, mi aveva detto che l'unica in grado di aggiustargli il cuore non gli stava più accanto. A cosa dovevo dare retta? La testa mi stava letteralmente urlando di liberarmi bruscamente della sua presa e chiedergli perché si comportava in quel modo, ma il mio cuore, lui, be', mi urlava di stare in silenzio, di lasciarlo fare, che quella era la cosa giusta. In quel momento immaginai la faccia di Hyungwon, mi balenò in mente all'improvviso. Quando gli avrei raccontato che mi aveva portato nel suo posto preferito senza ombra di dubbio lui avrebbe detto:

"Woah! E così Taehyung è quel tipo di ragazzo! E chi l'avrebbe mai detto? Scappa finché puoi, Min-Min!"

Cercai di trattenere una risatina, già una volta ci avevo provato ma avevo fallito, invece, stranamente, ci riuscii quel giorno. Allontanai dalla testa Hyungwon e i suoi capelli rosa, fissando l'azzurro trascinarmi verso quello che sembrava una caffetteria.

"Ehm, dove stiamo andando?" Gli domandai timida, facendolo voltare per un instante. Sorrise da oltre la sua spalla e finalmente lasciò la mia mano, che mi formicolò lievemente.

"Per ora andiamo a bere qualcosa, il mio posto preferito è qui vicino. Ci andiamo dopo." Si mise accanto a me e sorrise ancora.

Non sapevo cosa dire. Il suo posto preferito? Mi avrebbe reso partecipe di una cosa così personale? Così sua?

"V-va bene." Risposi, sentendo la pelle andarmi ancora più in fiamme.

Taehyung mi aprì la porta di una caffettiera davvero accogliente.
Il profumo delizioso di caffè e dolci invase le mie narici mentre mi voltavo a guadare il ragazzo dai capelli azzurri chiudere la porta alle sue spalle ed avvicinarsi di nuovo a me.
Mi fece segno con la mano di scegliere uno dei tavoli e lui si sedette davanti a me quando presi posto in uno dei divanetti bianchi. Era davvero carina! Io e i miei amici eravamo soliti a frequentare altri posti, per cui non eravamo mai stati lì; era un locale abbastanza grande, con i mobili marrone scuro e i posti a sedere bianchi; tavoli, sedie e divani.
Nel bancone disposto proprio davanti al nostro tavolo erano esposti dolci di tutti i tipi, colorati e dall'aspetto invitante. Le pareti erano color cremisi, che illuminavano tantissimo la stanza che era già luminosa grazie alla luce che entrava dalle tante finestre. I camerieri portavano tutti dei grembiuli marrone chiaro ed in faccia avevano un sorriso amichevole. Se non mi avesse detto che nel suo posto preferito ci saremmo passati dopo avrei pensato che fosse quello, perché aveva tutte le caratteristiche per essere definito il posto preferito di qualcuno. Uno dei ragazzi in grembiule e sorridente ci raggiunse con in mano un block notes e una penna. Aveva i capelli biondo scuro, con le radici nere e due fossette in volto bellissime. Sorrise a Taehyung come se lo conoscesse, poi si voltò verso di me e un cipiglio si colorò sul suo volto.