Giro e rigiro quel foglietto tra le dita manca ormai poco non riesco a contenermi dalla gioia saremmo di nuovo tutti sotto lo stesso tetto, tranne i miei genitori, mi asciugo le lacrime che scendono a bagnarmi il viso ogni volta che penso a loro, posso sentire la voce di mia madre sgridarmi per ciò che sto facendo ma non lascerò che Bounce la passi liscia è ora di tirar fuori gli artigli.Sono passati sei giorni da quella sera in discoteca, ho sentito pochissimo Adam essendo sempre in giro, oggi è venerdì e ovviamente l’orso, che sarebbe Patrick Bounce dai pessimi gusti, non ha nemmeno idea che oggi è il mio compleanno,poiché lo festeggerò doman, ho pensato proprio a tutto, sfrutterò questa sua ignoranza a mio vantaggio.
18 anni è uno dei traguardi più importi nella vita di una ragazza, ma mi lascia indifferente,è solo un giorno come gli altri, uno dei tanti in cui mamma e papà non ci sono, non li vedrò entrare in camera mia con un regalo e la mia colazione preferita fatta solo di cereali al cioccolato, nessuna canzoncina canticchiata sottovoce per non spaventarmi mentre dormivo.
Sono sola contro il mondo.
Sento la porta di casa chiudersi, finalmente è rientrato, nascondo il foglietto nella custodia del mio cellullare e dopo aver preso il giornale in una mano e il foglio posto sul mio letto ripiegato che metto in tasca mi avvio allo studio di mio padre.«Dobbiamo parlare» entro senza nemmeno bussare poiché dai è casa mia mi sentirei una cogliona. Non si è ancora seduto che mi porto davanti alla scrivania e dopo aver buttato il giornale sulla poltroncina mi chino poggiando le mani su di essa. Il suo sguardo infastidito dovrebbe spaventarmi ma mi scivola addosso indifferente.
«Intanto togli le mani dalla scrivania sporchi il vetro»sorrido ironica povero illuso, lo guardo sedersi iniziando a sfogliare fogli e ignorandomi.«Così non possiamo andare avanti, sono una ragazza e vivo con cinque uomini la mia reputazione ne risente non hai pensato a questo? Dovremmo assumere una governante» sbuffo sedendomi sulla poltroncina affianco a me, finalmente posa i fogli e si degna di guardarmi.
«Abbiamo già una governante ricordi?» poggia i gomiti sul tavolo unendo le mani all’altezza del viso.Ora il vetro non si sporca, stupido idiota!?! Penso tra me, la tentazione di sbattergli la testa sul tavolo rischiando anche d’infrangere il vetro mi tenta ma mi trattengo con uno sforzo enorme.
«La cuoca la chiami governante? ovviamente il suo stipendio lo paghi di tasca tua non pensare di usare i fondi dell’impresa o i miei, in quanto a me non ha prestato nessun servizio. Visto che ne stiamo parlando chiama tutti i tuoi dipendenti, Subito» vorrei applaudirmi da sola, ma siamo solo all’inizio.«Smettila di fare la ragazzina e vai a giocare o a fare quello che fai il giorno» ribadisce con un sorrisetto mentre riprende a rileggere quei fogli. Quasi quasi do fuoco sia ai fogli che a lui. Ma ancora una volta con uno sforzo sovrumano mi trattengo, tanto gli faccio il culo comunque.
Allungo il braccio afferrando il telefono interno premo i tasti delle seguenti camere in cui possono trovarsi e riattacco in modo che capiscono che devono raggiungere lo studio, sempre se non sono del tutto scemi. La porta alle mie spalle si apre ed uno ad uno entrano tutti mi siedo di sbieco in modo da avere una visuale completa.«Bene, facciamo una riunione finalmente, con Patrick stavamo parlando appunto degl’impiegati ora voglio rendervi partecipi restando in tema parliamo di licenziamenti e soldi: cuoca di cui non conosco nemmeno il nome visto che non ti sei né presentata né ti ho mai vista» mi volto verso Bounce che mi guarda con gli occhi sbarrati «Come l’hai assunta la licenzi a me non ha prestato nessun servizio e ovviamente la paghi di tasca tua non puoi usare i soldi dell’impresa nè i miei» mi volto di nuovo verso la donna che guardo appena essere sui cinquant’anni, bassa e un po’ robusta, con quell’aria arcigna da aristocratica offesa, ma levati dal cazzo. «Mi dispiace non averti dato nessun preavviso ovviamente fatti rimborsare da lui» decisamente non sono dispiaciuta né per lei che va via, né per lui che dovrà sganciare una bella cifra.
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the endgames- la fine dei giochi
RomanceIl passato non mi preoccupa: i danni che doveva fare li ha fatti; mi preoccupa il futuro, che li deve ancora fare. (Pino Caruso) Salvata dalle fiamme ha perso tutto anche se stessa ora non gli resta che rialzarsi e riprendersi ciò che gli spetta di...