Capitolo 24

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Dopo essere entrati in casa ed esserci ripresi con un bel caffè, messo in caldo con apposito termos e dolci che avevo già preparato sul tavolino, li ho pregati di non insultarmi comportandosi come estranei e di andare a riposare dopo il lungo viaggio tanto avremmo parlato di tutto a cena e dopo essermi scusata per dovermi assentarmi momentaneamente mi sono diretta in ufficio.

Mi serve il progetto di amplificazione su altri settori che ho lasciato, fortunatamente dentro la cassaforte, sono le sei passate quindi oltre le donne delle pulizie e la guardia all’ingresso non dovrebbe esserci nessuno, evitando di dover disturbare la guardia, parcheggio la macchina ad un paio di metri dall’entrata e mi avvio aprendo il cancello con la chiave che mi porto sempre dietro entrando richiudo il cancello dietro di me e m’inoltro nel garage.

Posso salire da qui grazie all’ascensore che funziona tramite una tessera che dà l’accesso. Arrivo al mio piano, esco dall’ascensore avviandomi verso il mio ufficio, con la mente già penso alla cena di stasera. Ho ordinato la cena nel miglior ristorante della città, tutti i loro piatti preferiti, passerò il resto dei miei giorni a farmi perdonare da tutti loro e da Adam e la sua famiglia per i disagi che ho causato loro anche se l’hanno fatto con affetto non toglie il fatto che sia stato difficile.

Entro nel mio ufficio richiudendo la porta alle mie spalle e mi avvicino alla cassaforte, estraggo il plico di fogli  infilandolo in borsa e poi mi affretto a richiudere la cassaforte udendo dei passi avvicinarsi.

Riconosco la voce di Bounce, che cavolo ci fa qui a quest’ora??
Mi intrufolo nel cucinino socchiudendo la porta così da poterlo spiare, entra iniziando a rovistare tra i cassetti mentre tiene il telefono tra l’orecchio e la spalla, cosa sta cercando nel mio ufficio?

«Ascolta non me ne frega niente di come farai trova un modo, un invito l'avrai già rimediato» si ferma con un foglio in mano e lo sguardo verso la porta poi riprende a parlare «non sarà difficile devi solo entrare mentre ti assicuri che nessuno ti veda fatti aiutare da…» non riuscirò a capire niente da questa distanza se non mi muovo a seguirlo, mi nascondo sotto la scrivania della segretaria posta davanti il mio ufficio quando lui si ferma vicino all’ascensore, spero non cerchi d’indagare oltre poi scuote la testa rientrando nel suo ufficio, conto fino a cinque prima di gattonare fino alla sua porta e mettermi in ascolto «si bravo allora sicuro di aver capito l’ultimo radiatore, devi solo… esatto assicurati di distruggerlo…no devi solo svitarlo lo troverai all’interno…maledizione non discutere, non era previsto ma ciò complica le cose quindi distruggilo» non sono riuscita a capire molto, possibile che la mia mezza intuizione fosse giusta?

Mi alzo in punta di piedi avviandomi alle scale, scendo dalle scale di servizio aggirando l’edificio, fortuna che il cancello non si affaccia dalla sua finestra, mi affretto ad aprire il cancello e richiuderlo poco dopo allontanandomi di tutta fretta verso la macchina e poi di corsa verso casa.

C’è qualcosa che non quadra, ripercorro lentamente la lista degli invitati confermando così la mia ipotesi, devo parlarne stasera con i ragazzi e successivamente con Adam, questo complica tutte le cose. Potrebbe esserci un collegamento tra le due vicende? Ma questo comporterebbe anche un minimo contatto di cui non sono mai stata messa al corrente, sicuro mi starò facendo dei film mentali, Adam non me ne ha mai parlato in questi sette anni, ma alla prima occasione devo assolutamente parlarne con lui.

the endgames- la fine dei giochiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora