Capitolo 38

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Sbatto le palpebre per abituarmi alla luce dopo il buio nel cofano, per la seconda volta mi ritrovo legata ad una sedia ironico come ancora una volta davanti a me si trovi Adam. Sorrido ai due uomini, fermi ai lati della porta dietro di lui che si spalanca e Jack insieme a Patrick fanno il loro ingresso in questa che presuppongo sia una cantina.

«Ragazzina a quanto pare ci rivediamo e con enorme piacere t’informo che sei nella merda» accompagna le parole con dei potenti schiaffi che si ripercuotono su tutto il corpo annebbiandomi per un attimo la vista.
Adam si posizione tra noi, Jack annuisce alle sue parole, che io non percepisco e posa una mano sulla spalla di Patrick che scuote il capo allontanandosi.
Chino la testa, in bocca il sapore metallico del sangue «Stai bene?» Adam si piega sulle ginocchia abbassandosi, gli sputo il sangue in faccia leccandomi poi le labbra «Patrick se vuoi giocare è meglio che cacci fuori questo guastafeste. Jack piacere di rivederti potresti slegarmi? tanto non vado da nessuna parte» indico i due uomini ancora fermi sulla porta che ci scrutano attentamente. 

Vedo Adam provare ad intimorirmi con lo sguardo,non riuscendoci ovviamente, averlo qui mi fa solo incazzare è lui quello che poteva farmi più male e l’ha fatto.
Percepisco il suono delle voci oltre la porta che si apre ancora, tre signori in giacca e cravatta fanno il loro ingresso nella stanza, li osservo uno ad uno tutti vestiti in smoking, quasi della stessa altezza le uniche cose che li differenziano sono, che uno è calvo, l’altro ha i capelli brizzolati e l’altro ancora legati in un codino, mi fronteggiano rivolgendo un cenno con la mano ad Adam, che stringendo i denti esce dalla stanza.

Quindi sono loro che comandano, bene.                     
«Bounce slegala non può andare da nessuna parte. Fallo Subito.» Che cari vecchietti potrei commuovermi, Patrick si avvicina liberandomi dalle corde per cui mi affretto a rimettermi in piedi, poso una mano sul braccio di Bounce che si blocca all’istante e senza dargli il tempo di realizzare gli sferro una ginocchiata nelle parti bassi, cade stecchito ai miei piedi tenendosi le palle con le mani. Incrocio le braccia guardandolo e sorridendo soddisfatta «lo so non si picchiano quelle più grandi ma l’educazione e le regole per te non contano, ti ho restituito il favore con gli interessi. Ora Signori avete tutta la mia attenzione» termino voltandomi verso i tre uomini in piedi affianco a me.
«E così tu saresti la famosissima Aurora Elisabeth Van Ness, assomigli moltissimo a tua madre te l’hanno già detto?» rimango impassibile sicura che mostrando una qualsiasi reazione mi porterebbe poi ad attaccarli.                           

«Hai fatto un bel po’ di casini sai, non saresti dovuta tornare. Ho sempre sospettato che tu sapessi troppo, gli adulti non fanno mai caso a cosa ascoltano i bambini e così finiscono nei guai e tu bambina cos’hai sentito per essere finita qua?» non mi lascio fregare dalla loro gentilezza, faccio spallucce lanciando un’occhiataccia a Bounce che si è rimesso in piedi.
«Sì è incazzato perché l’ho sbattuto fuori da casa mia, ma lui aveva osato usare i soldi dell’azienda per comprare gioielli alla sua giovane puttanella che ha anche osato portare a casa mia. Mi sono ripresa ciò che era mio mi sembra giusto e comunque lui ha un gusto orrendo ed è fissato con il cibo, se devo vedere ancora un altro di quei quadri o come aveva arredato casa e ufficio vi prego abbiate pietà di me e uccidetemi» volgo gli occhi al soffitto sbuffando sonoramente.
Jack se la ride sotto i baffi mentre Patrick vorrebbe uccidermi.   
Il calvo prende la parola «Allora Bounce hai un’amichetta e non ce la presenti, allora chi è?» in reazione lo vedo sbiancare,strano.
Rimane in silenzio sotto lo sguardo di tutti, alla fine a parlare è uno dei due uomini alla porta «è la ragazza dai capelli lunghi castano scuro quella che è in salotto che se la tira» scuote la testa ridendo.
Vedo Jack spalancare la bocca è il signore calvo che ha posto la domanda diventare livido di rabbia, ho come la sensazione che ora ad essere nella merda sia lui.

Incurante di tutti mi siedo sulla sedia alle mie spalle, quella dove ero legata, nel frattempo si è scatenato il caos Jack si avventa su Patrick colpendolo in pieno, dopotutto è sua sorella.

«Te la fai con mia figlia? BRUTTO FIGLIO DI PUTTANA TI AMAZZO» urla il calvo mentre continua sferrando pugni nella pancia di Patrick che non prova nemmeno a difendersi.

Ok, calma un attimo, Jack e Nadia sono fratelli okay.
Il calvo è il padre di Nadia, quindi è pure il padre di Jack.
Ah, interessante.
Non ci tengo proprio ad andarmene qua le cose si fanno interessanti e per il momento nessuno vuole uccidermi.

Gli altri due signori bloccano il padre di Jack riportandolo alla ragione, si ricompone aggiustandosi giacca e cravatta per poi tornare a rivolgere la sua attenzione a me, non prima di dare le ultime direttive.

«Jack porta fuori tuo zio, qui ce ne occupiamo noi».
ZIO????
COSA?????
Bounce è lo zio di Jack e se la fa con sua nipote??
Che schifo!Mi rendo conto di aver espresso i miei pensieri a voce alta quando vedo Patrick precipitarsi da me, fortunatamente viene bloccato da Jack e poi accompagnato fuori insieme agli insulti che Jack gli rivolge.

Ma quella troia se la faceva pure con Adam, oddio! Vomito. 
«Chiariamo una cosa, Bounce non è mio fratello se è quello che pensi» sputa fuori riprendendo fiato, sicuro è uno che non perde mai il controllo. <Oookay, ma scusa se lo ribadisco, se la fa con sua nipote» ho i brividi. 
Mi osserva un po’ prima di ribadire «esattamente non sono parenti lui era il fratello della mia defunta moglie, Nadia è la figlia della mia seconda moglie. Ora torniamo a te cerchiamo di concludere in fretta. Perché stai indagando su cose passate?».
So che si riferisce alla morte dei miei, e per quanto mi faccia pena in questo momento non significa che sia una brava persona.

«Non sto indagando su niente, sto cercando di vivere la mia vita» fingo indifferenza, mentre nella mia mente s’insidia il pensiero che non sia stato solo Bounce ad uccidere i miei genitori e che questa è una cosa più grande di me.                               
«Bounce fa schifo in molte cose, non è riuscito a tenerti a bada e non riesce a cancellare neanche con una gomma in mano, è troppo paranoico eppure tu…come sei uscita da quella macchina?»                                                               «Sono uscita» li osservo uno ad uno sperando di non aver detto l’unica cosa sbagliata che segnerebbe il mio non ritorno nel mondo.                                                                                          Il più anziano finalmente si decide a parlare rimproverando l’uomo di parlare troppo.
È naturale per loro non fare nomi, peccato si sia lasciato andare tutto l’albero genealogico.                                                    
«Tanto non uscirà di qui, lasciami soddisfare la mia curiosità Robert» e niente questo è stupido come il cognato e sicuramente non sono l’unica a pensarlo osservando l’espressione degli altri che provano a zittirlo con gli sguardi.
Posso creare una crepa tra i tre ed uscire di qua.                            
Non so Adam se sia ancora qui, ma ora come ora voglio solo tornare da Ryan ed assicurarmi che stia bene.

Adam è un capitolo chiuso e prima lo accetterò meglio sarà per tutti quanti e per me.
Ma se davvero i due omicidi sono collegati allora abbiamo raggiunto il nostro obbiettivo dobbiamo solo fare in modo che si tradiscano e ammettano tutto così da arrestarli, avremo la giustizia che abbiamo rincorso.                                                                                 «Senta potremmo arrivare ad un patto, lei mi toglie dalle palle Bounce e io non vi ho mai visti mi sembra un’ottima idea lei non crede?» li vedo ridere e guardarmi.
Così inizia il mio inferno.

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