In qualche modo i suoi occhi riescono a farmi rilassare perciò finisco per rilassare i muscoli aprendo la mano che lei intreccia alla sua.
Le luci danzano sul suo viso permettendomi di vedere la sua espressione a tratti, come frammenti di flashback.Ora come ora non m’importa di nessuno se non di lei, ma una mano sulla spalla mi fa irrigidire mi volto costatando che non posso scappare dai miei pensieri. Jack mi lancia uno sguardo di rimprovero che mi fa gelare il sangue, ma poi posa gli occhi su di lei e un sorriso affiora sulle sue labbra facendomi un cenno mi indica di portarla via.
Con ancora le mani intrecciati la strattono aprendomi un varco tra la folla che si era rinchiusa su di noi, lei si volta verso le tre ragazze e indicandomi fa segno di okay con la mano libera per poi prendere la pochette che le porgono e poi seguirmi.Ora si che mi sentirà. Gli farò una ramanzina peggio di quando è venuta a cercarmi finendo sotto le lamiere dopo un’esplosione.
L’aria fredda della notte m’investe facendomi rabbrividire, dovrei essere più severo con lei lo so, sospiro mentre lasciando la sua mano mi sfilo il giubbotto porgendoglielo senza guardarla poiché se lo facessi sono sicuro che direi cose di cui mi pentirei dopo poco.
Restiamo in silenzio mentre la musica attutita dalle pareti insonorizzate esce come un ronzio fastidioso.Il mio silenzio non lascia trasparire la rabbia che mi sale dentro mentre rivedo quella scena ripetutamente. Immatura…Stupida…Incosciente…Menefregista…Ingenua…se non ci fossi stato io sarebbe potuta finire…in modo diverso e non piacevole.
Mi strattona il braccio per cui cedo voltandomi a guardarla alla luce del lampione, il mio giubbotto di tre taglie più grandi arriva a coprirgli le ginocchia, ma anche così è sempre troppo corto, la maniche lunga nonostante provi a ripiegarla penzola al lato del fianco mentre con la mano continua a strattonarmi così porto il mio sguardo sul suo viso che sorride lasciandomi a bocca aperta, di sicuro non ha idea del pericolo che ha corso.
Sono un debole quando si tratta di lei, ne ho la conferma mentre mi lascio avvolgere dal suo calore, mi abbraccia facendo svanire tutta la rabbia facendo evaporare ogni parola che avrei voluto urlargli, stringo quel suo corpicino quasi a volerla stritolare con la mia paura di pensieri troppo brutti da poter esprimere.
«Hai ricevuto il mio messaggio a quanto pare, ma forse hai esagerato un po’» il suono della sua voce arriva chiaro mentre il respiro sfiora il mio collo.Mi stacco da lei bruscamente prendendo a scuoterla violentemente fin quando non mi blocca la sua espressione confusa. Mi do mentalmente dello stupido il messaggio certo, ma c’era bisogno di arrivare a tanto? Piano semplice e complicato allo stesso tempo, ribadisco mi farà impazzire questa ragazza.
«Mi accompagni a casa ora?» la sua vocina supplicante mi lascia interdetto, quanto è cambiata in quest’ultimo mese? Me la trascino letteralmente davanti alla mia Ducati multistrada 1200, le lancio il casco che prende al volo rigirandolo tra le mani sembra una bambina con un nuovo giocattolo, la sua espressione si apre in un sorriso che non promette nulla di buono se non per lei che avrà in mente qualche piano diabolico in testa.
Monta in sella avvolgendomi le braccia attorno al busto, il calore del suo corpo trasparisce dal tessuto dei vestiti penetrandomi fino alle ossa. Ci troviamo a 5 chilometri da casa sua quando m’indica di accostare in uno spiazzo coperto da alberi. Mi tolgo il casco mantenendo la moto in equilibrio appoggiandomi con i piedi sul terreno.
Con difficolta, visto la sua altezza che non supera il metro e sessanta, riesce a scendere dalla moto posizionandosi di fronte a me con le mani sui fianchi. Con quel vestitino sembra una di quelle bamboline con tulle che si trovano sulle torte tutte rosa e piene di zucchero.
Da un’occhiata all’orologio che porta al polso poi prende a scrutarmi, forse anche lei come me cerca dei cambiamenti. I fari delle macchine, filtrano attraverso le foglie degli alberi che ci nascondono, sfrecciano ignorandoci e ci estraniano dal resto del mondo.
«Il piano sta riuscendo, ora non resta che farti conoscere Bounce dovrebbe essere rientrato 5 minuti fa, ma per sicurezza aspettiamo ancora un po’ perché in mancanza di lui sarebbe sospetto farti entrare in casa con una scusa qualsiasi. Dammi il tuo cellulare ora» non mi lascia il tempo di prenderlo dalla tasca che me lo strappa dalle mani, scrive qualcosa poi si ferma lanciandomi un’occhiata, riprende a scrivere per poi ridarmelo.
Do un’occhiata al telefono in cui compare un numero salvato con la voce “Streghetta” non può che farmi ridere, ha sempre adorato quel soprannome nonostante discutesse sempre a riguardo.
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the endgames- la fine dei giochi
Roman d'amourIl passato non mi preoccupa: i danni che doveva fare li ha fatti; mi preoccupa il futuro, che li deve ancora fare. (Pino Caruso) Salvata dalle fiamme ha perso tutto anche se stessa ora non gli resta che rialzarsi e riprendersi ciò che gli spetta di...