Capitolo 26

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Giro tra la folla con un bicchiere di vodka offertomi da non so chi, l’ho solo assaggiato sa di limone, molto buono ma mi sto limitando avendo bisogno che la mia mente sia lucida.

Ryan cerca di scrollarsi di dosso una brunetta un po’ troppo insistente, il suo sguardo vaga in ogni punto della casa, ancora mi sorprendo di come sia cambiato, non abbiamo avuto ancora un po’ di tempo per restare da soli a parlare ma rimedierò anche a questo, mi avvicino scansando con un colpo di bacino la tipa che sbuffa andando a caccia di un’altra preda, Ryan si limita a scuotere le testa e sorridere.

Incrocio le mie braccia dietro il suo collo mimando con le labbra di divertirsi un po’,le sue mani avvolgono i miei fianchi, poggio la mia guancia contro la sua e ci facciamo prendere un po’ troppo dalla musica che ora è cambiata ginza di J. Balvin pompa nelle nostre orecchie, forse non staremmo andando a ritmo ma ci stiamo divertendo, ci lasciamo guidare dalla musica ridendo un po’ come ai vecchi tempi e mentre mi fa volteggiare intravedo Adam.

Per un attimo lo perdo di vista poi sento i suoi occhi su di me, Ryan mi circonda con le sue possenti braccia posando il capo sulla mia spalla, per cui abbassandosi intercetta la direzione del mio sguardo, mi sussurra qualcosa all’orecchio, troppo piano per poter capire sopra la musica per cui mi volto leggendo sulle labbra “sei cotta” gli do uno spintone afferrandolo per il naso facendogli una linguaccia.

Dandogli le spalle mi avvio verso Adam, tutto il mio corpo è in fibrillazione, sono stranamente nervosa dopo l’ultima volta che ci siamo visti, non solo per quello che è successo ma è da un po’ che non lo vedo né lo sento e ora mi sento in imbarazzo come le prime volte quando stavo a casa sua e lo incontravo in corridoio mentre rincasava, solo che adesso siamo cresciuti e non ci guardiamo più con gli stessi occhi di sette anni fa, che sia un bene o un male proprio non lo so, ma lui mi manca non posso negarlo.

Quanto vorrei sapere come si sente lui nel rivedermi o se condivide almeno in parte le mie speranze.
Sto per buttarmici addosso senza guardare i dettagli, con lui è più una questione di pelle che di occhi non mi sono quasi mai fermata ad osservarlo nelle sue scelte rilevando il modo in cui schiva il mio analizzarlo per questo mi sono sempre concentrata sulle sue reazioni che difficilmente riesce a nascondere, come la disapprovazione la settimana scorsa quando gli ho chiesto di invitare Jack e prima ancora con l’incidente in bagno in cui gli sono finita seduta sopra, al ricordo sento il mio viso andare a fuoco.

Dietro di lui scorgo una ragazza, la guardo dall’alto in basso fregandomi di sembrare una snob, i capelli lunghi e lisci di un castano scuro incorniciano un viso ovale dalla pelle ambrata, le lunghe ciglia contornano gli occhi scuri e dalla forma a mandorla, con un vestitino rosso e il fisico da fotomodella con i tacchi arriva quasi all’altezza di Adam.

Dev’essere asiatica, cerco di non soffermarmi troppo su di lei, ma non posso ignorare il loro tenersi mano nella mano, lo guardo sbuffando lievemente, e così è venuto accompagnato si può scordare le informazioni che volevo dividere con lui, lo scanso forse un po’ brutalmente, reagisce alzando un sopracciglio,  fregandomene apertamente mi concentro su Jack che è appena entrato, non ho intenzione di scollarmi da lui nemmeno un secondo.

Noto la disapprovazione negli occhi di Adam che lancia un’occhiata in direzione di Ryan che con un bicchiere in mano guarda fuori dalla finestra ignorandoci apertamente. Dopo i soliti convenevoli li invito a fare come a casa loro, Jack vestito con una maglietta blu notte, un giubbotto nero aperto sopra e un paio di jeans con Snikers nere.

La pelle olivastra, le labbra perfettamente incurvate nel classico arco di cupido, gli occhi verde bottiglia assottigliati e una folta capigliatura di un nero dai riflessi bluastri. Mi sporgo vero Jack invitandolo a prendere qualcosa da bere, lo vedo prendere la direzione più lunga per avvicinarsi al tavolo, così da poter dare un’occhiata in giro, sono certa che sia lui, faccio un cenno a Ryan che trasmette il messaggio, tramite un auricolare senza fili, agli altri.

Ignoro apertamente Adam concentrandomi su ciò che è più importante ora, si parlava di distruggere qualcosa ma sarò costretta ad improvvisare non sapendo di cosa si tratta ho ascoltato a tratti la conversazione e per radiatore si può intendere molte cose come ha gentilmente precisato Michael, ma se Bounce vuole qualcosa che tra l’altro ritiene importante, io lo voglio di più ritenendolo indispensabile.
Devo trovarmi con lui quando va a prendere qualsiasi cosa sia, ho ancora il bicchiere di vodka in mano per cui non esito a berne un altro sorso forse mi servirà fingere di essere ubriaca.

Ritorna con un bicchiere che dovrebbe essere birra, quindi si mantiene sul leggero eh, lo trascino in pista ottenendo così le occhiatacce di Adam che sembra volermi trafiggere e mettere in croce in risposta metto in mostra in mio viso angelico, e mi avvicino all’orecchio di jack «non sembri molto a tuo agio tra la folla» mi allontano guardandolo mentre sorride facendo un cenno affermativo. Mi volto a dare una sbirciatina ad Adam, non che voglia farmi gli affari suoi cioè è libero quindi nessun problema sono solo curiosa di vederlo ballare.

Mi guardo attorno scrutando tra la folla ma di lui nessuna traccia, dove cavolo è finito? Ballando mi avvicino verso l’entrata della cucina con Jack che mi segue nei passi, lo intravedo, le mani allacciate alla vita della brunetta che se ne sta appoggiata al bancone e che si sporge baciandolo, nonostante il fumo intralci la mia visibilità riesco a vedere benissimo in modo in cui infila la sua lingua in bocca strusciandosi in maniera provocante così come vedo il modo in cui lui risponde al bacio stringendola di più a lui.

Mi volto disgustata sperando di non vomitare addosso a nessuno, non ho mai dato importanza a questa serata per cui vediamo di chiudere in fretta e riprendere la solita routine.

Prendo Jack e lo trascino,stavolta, in corridoio dove la musica è un po’ attutita dalle pareti e permette almeno un minimo di conversazione, lo sorprendo a guardare oltre le mie spalle per cui mi offro di mostrargli il resto della casa, tira un sospiro di sollievo, immagino, così non dovrà girovagare tra le stanze, non sa certo che ho una squadra a completo in casa che lo tiene d’occhio ad ogni passo, non tralascio nessuna stanza, ma noto che quando apro la porta dello studio si sofferma un po’ troppo a guardarla così come la mia stanza.

Mentre siamo al piano di sopra entriamo in una camera degli ospiti completa con salottino e usciamo sulla terrazza che si affaccia sul cortile, come si finge di essere ubriaca? Avrei dovuto guardare qualche video su youtube, avvicino il bicchiere alle labbra fingendo di bere quando sento il suo telefono squillare, mentre lo estrae per vedere il numero inclino il bicchiere nel vuoto svuotandolo del tutto poi barcollando gli indico di rispondere mentre lo attendo dentro, accenna un si voltandomi le spalle permettendomi così di lasciar socchiusa la porta finestra. «No, non ancora mi sta addosso, si gli ho dato un’occhiata le finestre si aprono facilmente, per cui finisco stasera evitando di dover tornare qui, devo solo inventare una scusa per entrare nello studio...non posso fingere di aver sbagliato stanza mi ha mostrato tutta la casa…porca puttana non dovevo lasciare che venisse anche Nadia, lui mi serviva per distrarla…è già un po’ ubriaca…cosa??no, non posso questo è…ascolta no non chiedermi…cazzo, cazzo questo è troppo anche per me dopo questo però mi tiro fuori, non voglio più avere niente a che fare con i tuoi fottutissimi problemi del cazzo» rimette il cellulare in tasca passandosi una mano nei capelli segno del suo nervosismo, odio non captare tutte le informazioni necessarie.

Per fortuna stavolta devo lasciare che il gioco lo conduca lui, sarò un perfetto burattino.

the endgames- la fine dei giochiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora