Capitolo 36

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«Che ti prende geloso biondino? Finché è con me non dubitare che sia al sicuro. MAI» enfatizza l’ultima parola come a rimarcare il concetto. Quanto ha ragione con lui mi sono sempre sentita al sicuro ,è istintivo e che quando sono con lui mi sento in pace. Anche se la terra stesse per esplodere.

«Geloso? voglio che sia felice, ma incazzato si molto e lo sarà pure lei quando scoprirà tutto. Come hai potuto nasconderglielo? Sei una testa di cazzo e giuro su Dio che se non fosse per lei in questo momento ti farei sputare sangue fino a toglierti dai polmoni l’ultimo respiro» ringhia. Di cosa sta parlando? cosa mi ha nascosto? Vorrei correre da loro e chiarire tutto ma qualcosa m’immobilizza a terra come un tuono che annuncia la tempesta, sento che sta per succedere una catastrofe.

Credevo che niente potesse andare storto ormai, non ora che sono con lui, non quando sono così vicina alla verità e a far marcire Bounce e tutti quelli con lui.                                                                                            «Tu come fai a saperlo? Non mi sembra siano informazioni che potresti trovare anche perché dovresti aver impegnato un bel po’ di tempo e non mi sembra tu ne abbia avuto molto da quando sei tornato». Quindi sa pure di cosa sta parlando trattengo il respiro in attesa di sentire Ryan darmi involontariamente altre informazioni, ma contemporaneamente vorrei che smettesse di parlare.

Perché Adam lo sento d’un tratto diverso e distante, come se fosse un’altra persona, rabbrividisco stringendomi le braccia intorno al corpo per scaldarmi un po’ dal gelo che sento ad ogni parola.
«Ti avrà parlato di ciò che è successo alla festa, di Bounce e tutto il resto suppongo, non è da lei usare sotto rifugi, questo è ciò che Jack stava cercando di prendere, lei gli ha fatto credere di averlo distrutto dandogli fuoco quando in realtà lo avevamo sostituito questo è il contenuto con tanto di chiavetta USB, referti della polizia…»continua e nonostante il tono di voce rimanga basso sento la rabbia salire in lui.      
«E te ne vai in giro con tutte queste prove? Non mi sembra molto professionale ma entrambi sappiamo che è una questione personale tra noi, non vedevi l’ora di arrivare qui e dimostrare chi è il bravo ragazzo tra noi eh?»ribatte sarcastico Adam, non ne posso più, referti della polizia?che cavolo c’era in quella busta? Mi appoggio all’armadietto per far passare il leggero capogiro che mi assale sbattendo inavvertitamente il ginocchio all’unica anta presente, solita sfiga.

Mi volto in tempo per vedere Ryan entrare seguito da Adam. Mi raddrizzo indirizzando un’occhiata confusa ai due, nessuno parla. Speravo che Adam desse qualche spiegazione riguardo a ciò di cui stavano parlando invece mi guarda per poi distogliere lo sguardo.                                          
«Ryan…cosa…»fisso insistentemente la busta che tiene in mano, dopo averla guardata me la porge, mi avvicino e dopo averla afferrata mi vado a sedere sul letto svuotando il contenuto su di esso. Sfoglio i documenti, riguardano la notte in cui sono morti i miei, devono essere quelli che Bounce ha fatto misteriosamente sparire e che erano nascosti nello studio di mio padre, che coglione a non distruggerli ma ora capisco perché era così agitato quel giorno che ha dovuto lasciare casa mia, non gli ho dato lo spazio e il tempo per recuperare le prove, ora sono certa sia stato lui ma cosa c’entra questo con Adam?

Metto da parte l’USB ci darò un’occhiata appena possibile, riprendo in mano il plico di fogli, testimonianze, referti dell’obitorio, denunce, estratti conti nulla di strano sono cose normali per un’indagine, alzo gli occhi per guardare Adam che guarda le sue scarpe con le mani in tasca.
Ryan invece con le braccia conserte stringe i denti lanciando occhiate omicide ad Adam ancora fermo tra il corridoio e la stanza in cui ci troviamo.
Tenendo conto che Ryan ha detto che saranno qui tra dieci minuti gli “AMICI” di Adam scorro in fretta gli altri fogli, leggo il nome Kirk molte volte, all’incirca sono le stesse ricerche fatte stavolta sul padre di Adam, gli ultimi fogli invece sono quelli che mi fanno traboccare. Non può essere, avevo scartato l’idea poiché loro me ne avrebbero parlato, lui me ne avrebbe parlato. Tutti i collegamenti tra i Van Ness e i Kirk sono presenti in questi fogli, foto delle nostre famiglie insieme, quindi erano amici, si conoscevano, l’ultima foto riguarda una serata di beneficenza eravamo seduti allo stesso tavolo riconosco Adam accanto che mi guarda mentre entrambi sorridiamo, certo in questa foto è un po’ diverso, possibile che io non mi ricordi di nessuno di loro?

Lo guardo a bocca aperta prima di fare un respiro profondo e continuare a leggere, i collegamenti procedono, supposizioni,riguardo i due omicidi si accavallano davanti i miei occhi, coincidenze sono cerchiati, vari nomi scorrono sulla lista sottolineati. L’ultimo foglio descrive chiaramente come i due omicidi siano collegati tra loro per vari fattori, oltre il legame tra le vittime, che li collegano come omicidi premeditati dallo stesso assassino e certamente per lo stesso movente non ancora definito. Punto i miei occhi su di lui, le lacrime sbiadiscono la sua sagoma ma nonostante questo i ricordi riemergono più vivi che mai, i miei compleanni, i pomeriggi passati insieme, il giorno del funerale dei miei, i miei attacchi di panico, gl’incubi, i sensi di colpa e loro…avevo il diritto di sapere, lui doveva dirmelo nelle mille occasioni avuti doveva dirmi tutto. Ma non l’ha fatto. La lacrime continuano a scorrere silenziose come per paura che il più piccolo rumore possa enfatizzare questo momento è renderlo più vero di quello che è già.
                                                                    «Non potevo parlartene, sai le indagini...» tenta di giustificarsi, ORA. Ma prima quando gli ho dato un’occasione in più per dirmelo non l’ha fatto né aveva intenzione di farlo. «Fottiti, tu e le vostre indagini del cazzo. IO, e a me che avresti dovuto parlarne non al mondo interno, credevo…anzi sai cosa NO, sono una stupida rincoglionita, mi fidavo di te e tu, non hai fatto altro che tenermi nascosta una parte della mia vita, nonostante tu sapessi quanto io mi sentissi fuori luogo, una nomade, ma avevo i miei ricordi ciò che credevo di avere erano i miei ricordi e ora, dannazione scopro che in realtà erano solo i contorni del mio passato, i bordi di una copertina mentre la storia era racchiusa al centro e TU ne eri il custode» prendo fiato cercando di calmarmi quando tutto quello che vorrei fare è saltargli addosso e strangolarlo.

Ryan si avvicina cercando di abbracciarmi ma mi scanso so che se mi sfiorasse cederei e non è quello che voglio in questo momento, ho sempre odiato piangere davanti agli altri.  «Cerca di capire ti prego…» mi supplica mentre prova ad avvicinarsi, ma Ryan si antepone tra noi, impedendoglielo.                                   
«Chiudi quella cazzo di bocca,  perché GIURO ADAM CHE SE DICI UNA PAROLA TI FARò INGOIARE LA LINGUA» lo anticipo sputando fuori ogni singola parola.
Non voglio pensare a stanotte, non voglio pensare alle miliardi di volte in cui mi sono fidata di lui a tutte le volte che mi sono sentita in colpa per non poterlo aiutare e cazzo stavo per dirgli che lo amo, che minchia mi sono fumata??devo essere impazzita.

«Qualsiasi cosa ci sia…stata…tra noi finisce qui. Lotterò finché loro non finiranno dietro le sbarre e collaborerò perfino con te se serve, ma non aspettarti nessun coinvolgimento emotivo, sei semplicemente diventato uno dei tanti passanti che incrocio per strada, nessun trattamento di favore non conosco il tuo nome. Io non ti conosco proprio».

Solo ieri sera pensavo fosse il mio futuro e ora mi ritrovo a parlarne al passato, credevo fosse un libro aperto per me ma infondo non mi ha mai permesso di conoscerlo e questa è la cosa che fa più male di tutti.                                                                         «Ti prego, quello che è successo stanotte sai che è…» prova a ribattere ma nulla riesce più a scalfirmi, le lacrime si gelano sulle mie guance, sento l’Antartide nei miei occhi, non sarà così facile sciogliermi.

«Quale parte del “SEI DICI UNA PAROLA TI FARò INGOIARE LA LINGUA” non hai ben compreso, credimi se ti dico che non scherzo Adam, finiamo ciò che avevamo progettato e poi ognuno per la sua strada, non ho più nulla da dirti» vedo i suoi occhi sgranarsi sul viso diventato improvvisamente pallido, si scuote dallo stato di trans, in cui era caduto, solo quando udiamo dei passi su di noi segno che abbiamo visite. Raccolgo tutti i fogli e li chiudo nella busta poi afferro Ryan per un braccio e spostando di un altro po’ il letto trovo il bottoncino d’apertura mi infilo mentre Ryan mi guarda stranito gli indico di tacere e seguirmi, un nodo alla gola m’impedisce di parlare ora che sono lontana da lui e questo mi fa incazzare di brutto, ha osato tirar in ballo quello che è successo stanotte, come se fosse il nostro solo punto d’incontro quando per me da quando lo conosco ho sempre avvertito un legame forte, intenso che andava oltre quello che doveva succedere stanotte.
Ma lui ha tagliato i fili, non voglio distrarmi ora,devo avere la mente lucida e trovare le forze fisiche e mentali per uscire da qui.

the endgames- la fine dei giochiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora