Capitolo 33

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«C’è una bella somma di denaro sulla tua testa, e più passa il tempo più aumenta. Morta saresti una certezza, viva un premio.
Matthew e quindi suppongo il biondino sanno che sei con me, con Nadia avremmo dovuto vederci lì in modo da consegnarti a Jack e poi sparire con la somma di denaro, nel frattempo Matthew ci avrebbe intercettato e dopo un breve scontro ti avrebbe portata in un posto sicuro, Nadia sarebbe sparita con Jack che l’avrebbe messa al sicuro e io sarei sparito per un bel pò.
Purtroppo Nadia mi ha avvisato che il luogo e stato assaltato da un paio di uomini convinti che Jack ti detiene in uno dei suoi covi, e quindi eccoci qui, il capannone è il loro covo, nessuno cerca la preda in casa loro.
Appena sicuro che fuori non ci fosse nessuno eccoci in questo bunker antiatomico usato negli anni ’40.  Nadia è da suo fratello cercando di salvare il possibile con il capo». Il suo ragionamento non fa una piega, sono più tranquilla a sapere che Matthew e Ryan non dovrebbero preoccuparsi tanto.
«Quindi Jack e Nadia sono fratelli wow. Ok, ma la macchina con cui diciamo siamo “arrivati”?» anche se non è il termine appropriato, considerando che ero dentro il cofano contro la mia volontà ed ero legata.                                                      

«La macchina è di uno dei scagnozzi più fidati del Segugio, così lo chiamano, indovina perché. In ogni caso l’ho presa e lasciata nello stesso punto. Ora dimmi di te e Jack, adoro le storie d’amore tra il cattivo e la principessa»

«Non c’ è niente tra me e Jack, cercavo solo di arrivare a ciò che volevo, anche se non si può dire lo stesso per te e Nadia, che c’è cerchi di salvare la bella dannata?»ribadisco.

Si alza arrivandomi di fronte e sedendosi accanto a me continua a guardarmi, sento la sua mano posarsi sulla mia.                      
«E poi Jack non è proprio il mio tipo»sussurro.                  
«E dimmi chi è il tuo tipo? Perché da come eravate avvinghiati giurerei che sembravate vivere l’idillio» ignorando la mia battuta su lui e Nadia, stringe la presa sulla mia mano e per un attimo sul suo viso rivedo l’espressione di quando ci ha sorpreso.
Possibile che sia, GELOSO? se non fosse che ci sto rimettendo pure il braccio integro lo torturerei un po’.

Ma c’è Nadia, come posso competere con una bellezza asiatica qual è lei? Ma sono anche sicura sulle sua reazione, gli credo sarò anche stupida, ma la gelosia non si finge, tenendo conto di altre scene che ritornano a galla componendo il puzzle, quella notte in bagno, le reazioni del suo fisico, quei sguardi mentre ero abbracciata a Ryan mi arrivano tutti in faccia come uno schiaffo lasciandomi senza respiro.
                              
«Sei geloso? tu??» per quanto la ragione mi spinga a questo pensiero il cuore non vuole ancora crederci.           
«GELOSO? no. Ma rivedo ancora nella mia testa quell’immagine di te su quella scrivania, ti rivedo con lui con ogni scenario immaginabile, e la cosa mi disgusta facendomi accapponare la pelle e avrei voluto ucciderlo mentre poggiava le sue mani su di te, perché ancora ti vedevo così pura e innocente e incolpavo lui di starti “contaminando con la feccia che era” poi ho posato gli occhi ancora su di te e ti ho odiato per tutto, per aver distrutto tutto ciò che avevamo costruito, per essere diventata il tipo di donna che odio, e ti ho odiato per tutto, ti sogno mentre sei avvinghiata a lui e poi guardando me ti metti a ridere facendo svanire il mio mondo. Non può essere gelosia questa, è un bisogno primordiale che non posso controllare, tu sei il sangue che mi scorre nelle vene non posso fare a meno di te. Ti ho odiata perché non stavi scegliendo me e mi dimostravi il perché io ero quello sbagliato. NON SONO GELOSO, anche se dovrei, perché non ti merito ma ti voglio comunque, NON SONO GELOSO anche se rimane il fatto che TU SEI MIA, e niente cambierà l’ovvio, ovvero che io t’appartengo con i miei sbagli, le mie imperfezioni, con il mio cuore e la mia anima sono tutto tuo con ogni sfumatura di peccato per desiderare un angelo come te» distoglie lo sguardo diverse volte mentre deglutisce come se parlare gli costasse uno sforzo sovrumano. Marca le parole come se potesse dargli più peso, la presa sulla mia mano si allenta, per cui la sfilo da sotto la sua.

Riporta il suo sguardo nel mio, e porto la mia mano ad accarezzargli la guancia, chiude gli occhi sospirando mentre accenna un sorriso. Sembra così indifeso, trattengo le lacrime che fanno capolinea nei miei occhi, non credevo fosse capace di parole così…e svanisce Nadia, Jack, svanisce la taglia posta sulla mia testa, l’azienda, l’associazione di mia madre, svaniscono i piani, la falsa identità di lui, l’interrogativo su chi è il Segugio e rimaniamo noi, tanto sbagliati da essere perfetti insieme, siamo diamanti scheggiati dentro che brillano solo alla presenza l’uno dell’altra.
Non c’è paradiso più perfetto delle sue labbra su cui poso le mie in cerca di sollievo alle ferite dell’anima.

the endgames- la fine dei giochiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora