II

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L'Hell's Lounge era l'unico bar che si potesse definire tranquillo in tutta New Orleans e con tranquillo non si intendeva che non ci fossero risse o spacciatori, bensì che era l'unico vicino al quartiere dedicato alle creature soprannaturali che fosse riuscito a stare nelle mani di un'umano e che non fosse coinvolto nel giro d'affari del sesso delle creature quali vampiri e licantropi.
Gli umani subivano il fascino selvaggio degli esseri soprannaturali e pagavano cifre enormi pur di vederli ballare mezzi nudi o anche di più.

Tutti tranne Hoseok, il padrone del locale, ovviamente, riconoscibile dai capelli rosso acceso, il viso ovale, di solito sempre raggiante, il sorriso a forma di cuore contagioso, il naso sottile ed elegante, con la punta leggermente all'insù, la bocca sottile, il fisico asciutto ed atletico si muoveva dietro al bancone come se stesse danzando.

Il proprietario dell'Hell's Lounge era l'attrattiva principale perché era letteralmente la reincarnazione del sole e sprizzava sempre gioia e buonumore da tutti i pori; tanto da meritarsi il nomignolo di J-Hope.

In quel pub, nell'angolo più nascosto e buio, Suga, stava seduto tutte le notti, con il bicchiere di Bourbon, rigorosamente Roughstock e senza ghiaccio, davanti a sé. Le lunghe dita facevano roteare il bicchiere, il rumore strascicato del vetro sul legno era coperto dalla musica jazz, il suo viso era corrucciato, la mente concentrata a riflettere sugli avvenimenti della notte.
Aveva chiamato Jungkook, ma non aveva ottenuto risposta, molto probabilmente perché stava lavorando per l'Agenzia, bevve un sorso e proprio in quel momento sentì lo scampanellio della porta d'ingresso, il rumore della folla si affievolì, pensò che probabilmente fosse entrata gente non usuale per il locale, oppure, un suo cliente.

Non si disturbò a controllare, se non era un cliente non era degno del suo interesse, se lo era, sarebbe venuto a cercarlo, aveva ben altro a cui pensare, qualcosa tipo di cosa potrebbe aver paura un morto risorto che non dovrebbe aver paura di nulla, dato che già era passato oltre.

-Sei Suga?- una voce sicura e chiara lo scosse dalle sue riflessioni, pigramente alzò lo sguardo verso la fonte della domanda è si trovò davanti un uomo, alto, atletico, pelle olivastra, un undercut lungo tirato all'indietro, capelli biondi, occhi a mandorla e labbra carnose, collo lungo e spalle larghe, dietro di lui c'era qualcuno che si guardava intorno ma Suga non distolse lo sguardo dal suo interlocutore, sapeva chi fosse e non voleva mostrare alcun tipo di debolezza

-Dipende.- rispose, roco, alzando il bicchiere e prendendo un sorso

-Da cosa?- stette al gioco l'uomo, di nuovo il negromante lo fissò penetrante

-Da quanto puoi pagare.- disse secco, appoggiando il bicchiere senza interrompere il contatto visivo, l'altro annuì

-I soldi non sono un problema, mi presento, sono Namjoon, sono l'Alfa del branco di licantropi di New Orleans.- stese la mano, sorrise facendo formare delle tenere fossette ai lati delle labbra, Suga rimase rigido e immobile

-So chi sei. Dimmi cosa vuoi e vedrò se accettare o meno.- sbottò sbrigativo, Namjoon fece cadere il braccio al suo fianco e si accomodò di fronte al Negromante, rendendo visibile la sua guardia del corpo

-Lui è il mio Skoll, Jimin.- presentò e Suga cercò di rimanere impassibile, l'altro Lican era stupendo, era più basso del suo Alfa, alto quasi quanto il negromante, dal fisico sodo e definito, i capelli scalati, neri con qualche punta di un colore arancione intenso, gli occhi azzurro ghiaccio, le guance piene, le labbra sensuali, morbide e carnose, la mascella dal taglio netto e mascolino; le spalle muscolose erano fasciate da una maglia a rete fina e coperte da una giacca di pelle, come i pantaloni che lo strizzavano lasciando ben poco all'immaginazione e mettendo in risalto un fondoschiena sodo e tondo.

Coiled SoulsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora