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Fu così che mezz'ora dopo si ritrovò a parcheggiare la sua amata Impala nel vialetto della casa di Namjoon, una villetta dal giardino recintato da una staccionata bianca, ben curato e pieno di alberi, tra cui meli e salici, la casa in tipico stile francese dai porticati in ferro battuto retti da colonne candide, caratteristici di New Orleans, alle spalle dell'abitazione, il Bayou.

Suga mantenne una ferrea espressione scocciata, giusto per dare l'inutile idea a sé stesso che Jimin non avesse vinto su tutta la linea.

Appena la macchina si spense il licantropo schizzò fuori correndo ed entrò nella casa di Namjoon, spalancò la porta, che sbatté contro il muro del corridoio con forza, l'Alfa, che non fece nemmeno in tempo a girarsi verso la fonte del rumore, venne investito dallo Skoll, ricadendo sul divano, stretto nel suo abbraccio. Jackson si precipitò nel salotto attirato dal frastuono, con ancora le lucine per l'albero in mano, pronto all'attacco, ma quando vide la sagoma di Jimin avvinghiata a Namjoon, buttò all'aria le decorazioni per poi fiondarsi su entrambi.

Suga entrò a passo misurato, il viso impassibile, quando raggiunse il salotto e vide lo Skoll circondato dalle braccia dell'Alfa e dell'Hati provò una strana sensazione al centro del petto, fastidiosamente simile alla gelosia, si morse la lingua ben sapendo di non avere nessun motivo per provare una sensazione simile.

-Namjoonie mi sei mancato.- mormorò Jimin, con gli occhi chiusi mentre si beava dell'aura rassicurante del suo Alfa, il quale ridacchiò per poi salutare con un cenno Suga, che stava ritto davanti a loro, inchiodandoli con uno sguardo glaciale.

-Suga come mai sei qui?- domandò Namjoon, con un un ampio sorriso, il negromante fece spallucce e indicò con un cenno Jimin, che si alzò dal corpo dell'Alfa per mettersi a sedere dritto.

-Facciamo la cena della vigilia assieme?- chiese con le mani unite in preghiera, Namjoon aggrottò la fronte, per poi guardare il negromante, mentre Jackson imitò lo Skoll unendo i palmi delle mani, mormorando un ti prego.

-Dai il Natale con il branco e la Vigilia con me.- continuò in tono supplichevole.

-Puoi venire a Natale da noi, insieme a Suga.- propose sorridendo, il negromante sbuffò per poi fare un no con la testa, d'accordo che era diventato più remissivo e disponibile alla socializzazione grazie all'influenza di Jimin, ma non al livello di riuscire a sopportare più di trenta persone in una stessa casa, Jimin lo guardò implorante, per poi rivolgere lo sguardo su Namjoon, che, soffrendo enormemente per la sua mancanza, annuì, cedette e lo abbracciò forte, lo Skoll ridacchiò felice, il negromante dovette trattenere un sorriso.

-Jiminie?- una voce profonda emerse dalla cucina, Jimin si rizzò in piedi e volse lo sguardo verso l'altra stanza, per poi alzarsi e catapultarsi verso la voce, avendola riconosciuta all'istante.

Suga fece per seguirlo silenziosamente, ma Namjoon lo bloccò, afferrandolo per un polso, per poi fargli cenno di no con la testa, intimandogli di stare con loro nel salotto, sapendo perfettamente chi ci fosse in cucina e credendo fosse meglio lasciarli soli.

Jimin raggiunse Taehyung per poi abbracciarlo stretto, la tigre sorrise e affondò il viso nell'incavo del collo del lupo, inspirando profondamente il profumo avvolgente dello Skoll, era entrato dalla porta sul retro che dava sul Bayou, porta che Namjoon teneva sempre aperta per le emergenze del branco.

-Eccoti finalmente, sono andato spesso al Wild Nights ma non ti ho mai trovato, sono venuto qui per chiedere a Nam che fine avessi fatto, ero preoccupato.- gli sussurrò dolcemente all'orecchi,  prese il viso dell'altro tra le mani, Jimin ridacchiò, per poi sciogliere l'abbraccio e sedersi sullo sgabello della cucina.

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