VIII

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Buio, Suga era seduto da qualche parte, ma non vedeva nulla, l'oscurità sembrò palpabile, il negromante mosse la mano davanti a sé, nel tentativo di afferrarla, ma le luci si accesero all'improvviso illuminando un palco davanti a lui.

Aprì e chiuse gli occhi più volte, accecato dall'improvvisa luce, appena si abituò al cambio di luminosità si accorse di essere di nuovo al Wild Nights, ancora sbatté le palpebre con insistenza, incredulo, non capendo cosa stesse facendo lì; da quel che si ricordava era in un cimitero, a salvare il culo a Jungkook, si guardò attorno cercando di capire se anche lui fosse lì, ma un movimento sul palco lo fece voltare, appena vide cosa fosse stato a destare la sua attenzione, deglutì.

Jimin era di nuovo davanti a lui, di nuovo semi nudo, con indosso quegli slip così minuscoli e indecenti, rimase immobile qualche secondo poi si mosse elegantemente, verso il negromante, che rimase basito e interdetto

-Jimin non capisco, non eravamo al cimitero?- chiese confuso, si sentiva leggermente stordito e aveva difficoltà a muoversi, il licantropo non rispose, si limitò ad avvicinarsi sempre più, di nuovo il negromante mandò giù la saliva a vuoto, chiedendosi come una creatura fatta di carne ed ossa potesse essere così eterea tanto da sembrare surreale.

Per la seconda volta nel giro di poche ore si ritrovò Jimin a cavalcioni su di sé e in quel momento, intontito com'era, non credette di poter resistere nemmeno un secondo, provò a spostarlo, ma appena poggiò le mani sul petto muscoloso dell'altro, venne trattenuto dalle sue mani piccole, egli gli sorrise malizioso, passandosi la lingua sulla bocca carnosa; spinto da un impulso a lui sconosciuto Suga liberò la sua mano per prendere il viso di Jimin e passare il pollice sulle morbide labbra, ora lucide e umide.

Jimin era bollente sulla pelle del negromante, si muoveva sinuoso e sensuale, Suga ormai ebbro della sua bellezza si sporse in avanti, ormai impaziente di sentire la consistenza di quelle labbra sulle sue, chiuse gli occhi e cedette alla tentazione.

Ci fu un rumore sordo e poi Suga sentì un dolore lancinante, dalla sua bocca uscì un lamento, sentì lo sbattere di una porta

-Suga!.- la voce di Jungkook gli arrivò alle orecchie, disorientandolo ancora di più, si sentiva legato in qualche modo, quando riaprì gli occhi si ritrovò nella sua stanza, avvolto come una mummia nelle sue lenzuola, imprecò, il dolore delle ferite al petto era acuto e fastidioso a ogni movimento.

Era stato un sogno, non seppe se esserne grato o meno, Jungkook nel frattempo si prodigò nel liberarlo dalle coperte e nel farlo alzare, Suga con la coda dell'occhio vide un movimento, si girò di scatto e spalancò la bocca nel vedere l'oggetto del suo sogno sulla soglia della sua camera da letto

-Che cazzo ci fa qui?- riuscì a mormorare, Jungkook, si voltò a sua volta e fece una smorfia

-E' voluto entrare lo stesso, gli ho detto di lasciare stare, che mi sarei occupato di te senza problemi, ma evidentemente non capisce il linguaggio verbale di base.- sputò acido il minore, Suga notò che aveva indosso una delle sue felpe nere enormi, che lo resero ai suoi occhi ancora più tenero e tentatore, per distrarsi cercò di concentrarsi sul pulsare delle sue ferite

-Ma se non eri nemmeno in grado di camminare diritto!- replicò infastidito Jimin

-Dimmi che l'hai purificato.- chiese in conferma il negromante, ignorando la lamentela del licantropo, l'altro annuì, facendo tirare un sospiro di sollievo al maggiore, che si scostò dal suo allievo per avviarsi verso la cucina

-Ti ho preparato la colazione, Hyung.- disse premuroso Jungkook, quando Suga passò di fianco al licantropo venne fermato dalla sua presa delicata sul polso

Coiled SoulsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora