XIX

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Entrarono in un ampia stanza rettangolare, che si rivelò essere una biblioteca. Le librerie in legno massiccio, intagliate con disegni in rilievo di foglie di rampicanti, erano alte fino al soffitto, i volumi antichi erano rilegati in pelle ed impregnavano l'aria del loro profumo caratteristico, la parete opposta all'entrata era coperta da ampie finestre che davano su un grande balcone; il parquet di wenge nero era coperto da alcuni tappeti iraniani dai disegni arabeggianti dalle sfumature del rosso, sopra di essi erano poste quattro poltrone Chesterfield in pelle capitonnè dal colore marrone, dietro ad esse un tavolo in legno scuro, dalle gambe a forma di zampa di leone, sul quale era elegantemente poggiato Seokjin, le lunghe e pallide dita su un libro aperto, appena si accorse di loro lo chiuse di scatto per poi guardarli.

Taehyung lasciò la mano del giovane negromante per sedersi scompostamente su una delle poltrone, gli altri si mossero compatti, con Namjoon in testa, lo sguardo fiero, mentre Jackson si era relegato lontano, vicino alla porta.

-Bene, cosa vi ha portato a chiedermi un colloquio privato?- domandò tranquillo, rimettendosi completamente in piedi.

-Quando abbiamo parlato l'ultima volta hai accennato che c'è qualcosa nella nostra città, siccome stanno accadendo cose al di fuori della norma vorremmo sapere cosa sai.- rispose Namjoon, il tono affettato, che non sfuggì al Master, il quale piegò le labbra in un sorriso divertito.

-Posso dirvi ben poco, qualche giorno prima del nostro allegro scambio di opinioni sono stato contattato da questa entità che mi chiedeva di allearmi con lei. Ovviamente ho rifiutato, sono seguite delle minacce che non hanno avuto ancora del riscontro.- espose con noncuranza, Namjoon provò una punta di fastidio.

-Che tipo di energia aveva questa entità?- si intromise Suga, togliendosi ormai la maschera, per poi scompigliarsi i capelli.

-Be' assai simile al vostro, veramente, per questo mi sono avvicinato quella sera, non è proprio uguale, ma ha caratteristiche simili. Non è dirompente come quella dei licantropi, né subdola come la nostra o cruda come quella delle fate, ma è qualcosa di magico e molto, molto antico- spiegò sempre con lo stesso tono educatamente gioviale.

-Durante il vostro incontro ha detto altro o ha specificato cosa stesse cercando?- continuò nelle domande il negromante, l'altro scosse la testa, Suga si morse il labbro.

-No, tuttavia penso sia una strega.- rivelò Seokjin con pacatezza, Jungkook si scosse incredulo, lo sguardo fisso a terra per evitare in tutti i modi gli occhi del Master, ancora scosso per gli avvenimenti di poco prima.

-E' impossibile, una strega non può controllare dei morti a distanza in quel modo.- protestò, indignato, per lui era talmente ovvio che un'insinuazione simile gli sembrò surreale, Seokjin ridacchiò e puntò gli occhi in quelli di Suga, che li sostenne, Jimin fece per porsi davanti a lui, ma il negromante lo tirò leggermente, stringendogli la mano, bloccandolo. Suga sapeva di essere immune al potere dei vampiri, indipendentemente dalla loro potenza riusciva a resistere al loro incanto, percepì infatti il potere del Master premergli addosso, ma lo respinse, questi in risposta alzò un sopracciglio, colpito, per poi tornare alla sua solita espressione eterea e gioviale.

-Una volta, molto tempo fa, una strega mi svelò che l'unico limite della magia è quello che si pone la strega stessa, nella sua umanità.- appena quella frase uscì dalle labbra del vampiro Suga si immobilizzò, l'aveva sentita così tante volte che per lui fu impossibile non riconoscerla, era uno dei punti saldi degli insegnamenti di zia Sage, il negromante fu colto alla sprovvista, se ciò che il Master aveva detto era vero allora aveva parlato con sua zia, la stessa donna che aveva giurato di non avere mai avuto a che fare con le creature soprannaturali e che lo metteva in guardia dal farlo, si rabbuiò, riflettendo.

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