XXVIII

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Mark guardò la pila di cartelle davanti a lui con lo sguardo affranto, date le due settimane di completa calma e il Natale alle porte, invece che riposarsi e prepararsi alle feste, aveva richiesto i rapporti di tutti gli omicidi degli ultimi tre mesi che erano irrisolti o di persone non identificate, oppure di persone smarrite.

Il detective aveva la convinzione che la cosa che aveva sterminato quelle due famiglie non fosse partita da quelle vittime, ma avesse iniziato con qualcosa di più facile, con obbiettivi meno complessi da avvicinare ed eliminare, esattamente come potevano procedere tutti gli assassini seriali. La sua intuizione, però, l'aveva portato ad ottenere tanto di quel materiale che avrebbe potuto costruirci un palazzo a sei piani, allungò stancamente la mano sull'ennesima carpettina giallognola della pila alla sua sinistra per poi massaggiarsi le tempie e reiniziare a leggere.

Ne aveva lette già centoventitré, centoventitré persone uccise di cui non si sapeva l'identità, ma nemmeno si era a conoscenza di cosa gli fosse successo; eppure di quegli omicidi non aveva trovato nulla di sovrannaturale, tuttavia non si scoraggiò, sapeva che da qualche parte c'erano delle risposte e degli indizi, non doveva demordere.

La sua speranza non si affievolì nemmeno quando ebbe finito l'ennesima scatola stracolma di dossier, Mark era paziente, non si era mai aspettato di trovare qualcosa subito e nel caso in cui non avesse trovato nulla, avrebbe passato al setaccio tutti i vicoli e i ritrovi dei senzatetto, torchiando ogni essere vivente, qualcosa sarebbe dovuto pur saltar fuori.

Passò una settimana, ormai la Vigilia era vicina e in tutto il suo setacciare a fondo aveva trovato quattro casi simili, due erano degli informatori della polizia, spariti nel nulla, una prostituta ed infine un barbone. Degli ultimi due si erano perse le tracce e c'erano stati dei testimoni che avevano accennato di una figura bianca ed una strana nebbia, prima della loro effettiva scomparsa, mentre i due piccoli spacciatori si erano volatilizzati, lasciando la loro casa in completo subbuglio, le telecamere saltate, l'ultima immagine registrata, sfocata e nebbiosa, era una figura bianca. L'unica cosa anche si sapeva di loro prima di sparire fu che erano stati visti all'Arabian, il locale delle tigri mannare, Mark sospettò, per consegnare qualche dose ad un cliente.

Il detective guardò il telefono datato della sua scrivania con rassegnazione, il suo primo istinto sarebbe stato quello di infilare il giaccone e partire alla volta del night club e andare a interrogare chiunque fosse presente, in quel momento e nella notte in cui i due informatori avevano varcato quelle soglie, tuttavia, sapeva anche quanto fossero diffidenti le creature soprannaturali con la polizia umana, sbuffò frustrato, con l'immensa voglia di buttare tutto all'aria e scaravoltare la scrivania per lenire la sua rabbia, tuttavia si limitò a serrare occhi e mascella, inspirando profondamente, cercando di calmarsi.

Afferrò la cornetta e digitò il numero a memoria, muovendo nervosamente la gamba su e giù, ad ogni squillo, iniziò a picchiettare l'indice sui dossier, passando in rassegna i volti di quelle quattro persone sparite nel nulla, concentrandosi sui loro volti, quelli giallognoli e affossati degli spacciatori, quello sorridente e sensuale della donna, quello barbuto e scuro del senza tetto, poi il rumore tipico dell'aggancio della chiamata lo fece bloccare

-Si, detective?- la voce bassa e calda di Namjoon gli arrivò metallica dalla cornetta, Mark sospirò sollevato, permettendosi di poggiare la schiena alla sedia e rilassare i muscoli.

-Buona...- lanciò un'occhiata distratta alla piccola sveglia quadrata che teneva sulla scrivania per poi spalancare la bocca, accorgendosi solo in quel momento che erano le due di notte -...notte direi, scusi l'orario Signor Kim ma sono nel mezzo di alcune ricerche e non ho controllato che ore fossero prima di chiamarla, è che si tratta di una cosa un po' urgente.- spiegò mordendosi il labbro, per poi sentire una leggera risata dall'altro capo.

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