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Jimin era leggermente infastidito e non sapeva nemmeno il perché, o meglio lo sapeva, però non riusciva a comprendere come mai gli desse tanto fastidio.

Aveva aiutato gli umani a tornare a casa, negromanti compresi, ad un certo punto li aveva dovuti prendere in braccio tutti e due, il minore era crollato letteralmente in ginocchio all'improvviso.

Aveva pulito le ferite di Suga e stava per medicarle, prima che un Jungkook ripreso lo scostasse per fare degli impacchi con delle erbe dall'odore pungente, tanto che sentiva ancora le narici pizzicargli. Eppure, nonostante l'aiuto e nonostante non avesse fiatato nemmeno quando era stato costretto a entrare nell'acqua gelida, Jungkook non gli aveva permesso di fare star meglio Suga, non sapeva nemmeno quantificare il fastidio che gli aveva provocato quel divieto, era più che certo che il suo calore lo avrebbe aiutato, anche se non era licantropo e non poteva giovare della forza del branco, sentirsi abbracciati e coccolati mentre si era feriti non era una cosa bella? Si chiese cosa avessero gli umani contro il contatto. Sbuffò. Purtroppo capiva perfettamente cosa c'era al di sotto, quella sottile paura e non accettazione del suo essere licantropo, lui ci aveva tenuto così tanto a far star meglio Suga e non gli era stato permesso.

Namjoon, che stava osservando il suo broncio da un po' decise di intervenire

-Che ti passa per la testa Jiminie?- chiese, il tono di voce basso e dolce

-Non si è fidato, solo perché sono quello che sono. Non avrei fatto nulla di male, solo che è così istintivo per noi far stare meglio i malati e invece no, non sia mai che mi alzassi con la fame e lo azzannassi. Io poi. - alluse infine, il suo Alfa fece un sorriso triste

-Non importa ciò che gli altri credono che tu sia, importa chi tu sai di essere, Jimin.-

-Lo so, hai ragione, ma questa volta mi ha dato così fastidio. Li ho aiutati, capisci? Ho lavato le sue ferite e non ho fatto niente, avrei potuto, ma non l'ho fatto, tuttavia vengo trattato lo stesso così. Mi spieghi cosa dovremmo fare per essere considerati persone?!- sbraitò esasperato in mezzo alla strada, guadagnandosi delle occhiatacce dai passanti

-Noi siamo persone Jiminie, siamo umani come gli altri. L'umanità è vivere nel rispetto di sé stessi e degli altri, né più né meno.- disse semplicemente

-Se la pensassero tutti così il mondo sarebbe l'Eden, ma ci siamo ben lontani Nam.- replicò amaramente

-Inizia a pensarla tu così ed il mondo attorno a te si plasmerà di conseguenza. Se non sei il primo tu a crederci perché dovrebbero farlo gli altri?- ribatté facendo spallucce, per poi scompigliargli i capelli e abbracciarlo, Jimin si immerse completamente nelle braccia del suo Alfa, crogiolandosi nella sua aura di potere, che subito lo fece sentire protetto e parte di qualcosa di viscerale e unico come poteva esserlo una vera famiglia. Esprirò soddisfatto, sorridendo

-Nam sei il migliore Alfa esistente.- mugolò risollevato, l'altro rise, morbidamente, per poi sciogliere l'abbraccio

-Forza torniamo a casa, abbiamo i fuori casta da rimettere in riga.- esclamò, leggermente esasperato per la nottata trascorsa

-Cosa è successo?- domandò incuriosito lo Skoll, afferrando il lembo della camicia di Namjoon

-Il detective Mark mi ha chiamato e ha detto che ha trovato tre corpi sbranati al porto. Sembra plausibile siano stati dei licantropi. Ho fatto un sopralluogo e l'odore è quello che ho sentito nelle tracce fuori città. La cosa mi preoccupa, perché i fuori casta non dovrebbero fare gruppo, l'ultima volta che gli ho proposto di unirsi a noi hanno detto che non erano minimamente interessati alla vita di branco. Quindi questo mi allarma e non poco.-

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