XXXI

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La cosa che Jimin aveva detto mancasse era la stella da mettere in cima all'albero, quando arrivarono al Santa's Quarters il licantropo aveva l'umore alle stelle e passò il resto del tempo a saltellare da una parte all'altra del negozio, sotto gli occhi divertiti di Suga, che dovette impedirgli di comprare quasi tutto, limitandolo ad stella glitterata rossa per l'albero e dei cerchietti natalizi imbarazzanti che aveva la pretesa di far indossare a tutti.

La sera, invece che ritornare a casa, il negromante lo accompagnò di nuovo nel quartiere francese, portò Jimin a mangiare jambalaya nel ristorante storico di Antoine's in Saint Louis St., lo stabile con il nome affrescato sul muro bianco a caratteri cubitali, al di fuori le bandiere americana e francese, assicurate su due aste sul balcone in ferro battuto, sventolavano al vento, Suga chiese un tavolo e, conoscendo il proprietario a causa del suo lavoro, gli trovarono posto immediatamente, le facce sbigottite di chi attendeva nell'androne lo fecero gongolare.

L'umore di Jimin, grazie a quella giornata, era migliorato di molto, adorava essere coccolato e il negromante non si stava risparmiando nel farlo; ovvio che la scottatura non era passata del tutto, l'idea di dover rinunciare all'amicizia di Taehyung gli faceva ancora male, ma vedere Suga tentare di distrarlo in maniera così goffa lo intenerì a tal punto che non potè resistere a quella felicità frizzante che veniva dal passare il tempo con il negromante.

Inutile dire che il buon umore del licantropo aumentò esponenzialmente all'avvicinarsi della cena della vigilia, fomentato, ovviamente, da un euforico Hoseok e anche dalle piccole premure di Suga che erano diventate più frequenti, dopo l'episodio a casa di Namjoon il negromante lo abbracciava più spesso e iniziava lui il contatto, mentre prima si limitava a subire le attenzioni del licantropo, ora faceva in modo di sfiorarlo sempre, non appena gli fosse possibile.

Suga e Jungkook vedevano questa felicità Natalizia alla pari di una gomma da masticare attaccata alla suola delle loro nuove scarpe preferite, da meri esecutori si apprestarono a eseguire gli ordini degli altri due e a cucinare il giorno della vigilia, il primo sotto la stretta compagnia del bourbon, il secondo di quella del suo latte alla banana.

Le uniche cose su cui si erano impuntati furono quella di creare un piccolo altare per Yule, di fianco all'albero di Natale, con foglie e frutta secca, il pentacolo e un ciondolo raffigurante un sole, le candele unte di vari oli, quali cannella, pino e oliva, mischiati a zenzero e sale per purificare, al centro dell'altare una ghirlanda di vischio, agrifoglio e tasso. Jungkook si era impegnato un intero pomeriggio per farla. La seconda era la cerimonia del cacao sacro, Suga ci teneva particolarmente, lo faceva ad ogni solstizio d'inverno e non ci avrebbe rinunciato per nulla al mondo.

Quando Namjoon arrivò insieme a Jackson non ci fu più nemmeno una labile traccia né di silenzio né di tranquillità, gli umani scoprirono che i licantropi erano di sicuro la specie più rumorosa presente sulla terra, oltre che sbadati al di là di ogni comprensione, avevano infatti la capacità di far cadere o rompere qualsiasi cosa, l'Alfa sopratutto, probabilmente a causa della loro forza.

Meno male che il negromante, avendo visto quanto mangiasse Jimin, si era compulsivamente raccomandato con Hoseok di procurarsi ingredienti come se fossero in venti, invece che sei, il barista rimase completamente sconvolto dal fatto che, a fine della cena, non ci fosse rimasto nemmeno un avanzo, se non il centrotavola, anche se Jackson aveva chiesto se fosse commestibile.

Dopo il pasto si misero a giocare con i giochi da tavola, Suga rimase a guardarli con il bicchiere di Bourbon in mano mentre si scannavano sulla proprietà del Parco della Vittoria del Monopoli.

Durante una delle discussioni in cui Jungkook, che aveva lo spirito competitivo a livelli quasi malsani, si lamentava di come non fosse possibile che Namjoon avesse sempre le proprietà più proficue, si alzò per preparare l'acqua per il cacao sacro, poi mise le tazze su un vassoio e le riempì della giusta quantità di cacao per poi portarle nel salone, posando il tutto vicino alla plancia da gioco, quindi si apprestò a purificare l'ambiente accendendo uno smunge di salvia bianca.

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