XVII

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Suga e Jungkook non si diedero tregua, riposare divenne un optional, se la notte lavoravano, il giorno lo passavano a spulciare gli appunti di zia Sage, con Mark che a ore alterne li chiamava o per avere notizie di una rosa di creature papabili o per aggiornarli dell'esito di un qualche esame.

L'unica cosa certa era che si sentirono completamente inutili, con in mano nulla se non un pugno di fumo, per loro il Krampus, demone che rapiva i bambini 'cattivi' per poi nutrirsene, era il colpevole più probabile, anche se Natale non era ancora alle porte; Jungkook azzardò persino un Windingo, dato che poteva nascondersi nel Bayou, improbabile secondo Suga che era più del partito di fate e folletti, ma andarglielo a chiedere non era proprio il massimo, a meno che non volessero finire con gli occhi infilzati da rami di biancospino.

Le ricerche umane ovviamente si erano fermate dopo tre giorni, senza parenti a spingere per avere giustizia e, sapendo che, senza contatto dal rapitore la sopravvivenza della vittima era di ventiquattr'ore di media, decisero di sciogliere la squadra di recupero, c'erano troppi crimini e poco personale e non potevano occuparlo per cercare il nulla.

Loro però non si arresero, non potevano farlo, sapevano che, se fosse stata una creatura soprannaturale non si sarebbe fermata finché non l'avessero eliminata.

Più cercavano, però, più in Suga prendeva forma l'idea che forse avrebbe dovuto cercare la risposta nel Sogno, andare da Cassandra era inutile, gli aveva già donato una profezia, non gli avrebbe detto di più, però poteva sempre chiedere al mondo dell'Oltre.

Il Sogno, Suga guardò la credenza dove teneva le erbe magiche con sguardo bramoso, gli mancava, erano anni ormai che non vi si addentrava, dove tutto aveva un significato ed esso arricchiva il mondo tangibile, si morse il labbro, sentendo una certa brama solleticargli la pelle.

Suga era un negromante dalla base sciamanica, mentre zia Sage e Jungkook erano streghe, lui aveva la capacità di viaggiare nel Sogno, cioè nel mondo dell'Oltre, dove le entità non corporee si manifestavano. Sapeva che lì avrebbe potuto vedere qualche indizio, ovvio che gli spiriti non parlavano mai chiaramente, le parole che si udivano o ciò che vivevi nel Sogno doveva essere interpretato, nulla era mai chiaro, tuttavia Suga sapeva che qualcuno gli avrebbe risposto.

Appena aprì la porta dell'anta si fermò, gli occhi fissi sui barattoli di vetro pieni di foglie e polverine di vario genere, non sapeva come dirlo a Jungkook, il minore infatti non era mai propenso ad appoggiare quelle pratiche, sperava però che, con in gioco delle vite di innocenti, non si opponesse più del dovuto.

Si morse il labbro più forte e cedette, iniziando a guardare se avesse tutto il necessario per una cerimonia di quel tipo, mezzo sepolto nella sua dispensa, le dita lunghe e affusolate scavavano tra i suoi vasi, i polpastrelli gli formicolarono dall'eccitazione, il viso concentrato, poi un boato lo fece balzare in aria, un Jungkook esagitato aveva appena fatto irruzione nel suo appartamento, ancora bagnato, sventolandogli davanti due sacche porta vestiti, il minore lo guardò con un sorrisino soddisfatto, anche se aveva ancora in mente l'orrore che aveva visto perfettamente impresso nella memoria, tant'è che lo sognava ogni notte, pensò che mettersi sulle tracce di un'altro obbiettivo poteva distoglierlo da quella che poteva considerare ormai alla stregua di un'ossessione.

Suga sbatté le palpebre diverse volte, interdetto -Mi spieghi qual è il tuo problema?- urlò infastidito dall'irruenza del minore.

-Ho portato i vestiti per stasera!- esclamò tutto contento, dirigendosi verso la camera da letto, una mano che reggeva l'asciugamano bianco attorno alla vita che minacciava di cadere da un momento all'altro, il maggiore ancora appiccicato alla porta della credenza scosse la testa, per poi seguirlo. Si era quasi dimenticato della festa, si erano così immersi nella ricerca che il sapere di più dell'altra creatura che essa era passata in secondo piano.

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