XXXIX

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Jimin girava come un'anima in pena, aprendo tutti i pensili, maledicendo la sua scarsa memoria mormorando sottovoce, mordendosi il labbro di tanto in tanto.

Al licantropo proprio non riusciva di ricordare dove il negromante avesse messo quell'infuso che usava per calmarsi, voleva prepararglielo prima che si risvegliasse a causa dell'incubo che lo tormentava ogni notte. Ormai erano settimane che Suga non riusciva a dormire serenamente, come nel passato il sogno tornava e ritornava, logorandolo lentamente e Jimin non riusciva a fare altro se non coccolarlo appena sveglio e fargli quella tisana per calmarlo dopo il risveglio traumatico.

Jungkook entrò nella cucina proprio mentre lo Skoll saltellava per guardare sulla mensola più alta dei pensili della cucina.

-Ehi Jiminie, che stai cercando?- chiese il giovane negromante finendo di asciugarsi con l'asciugamano candido, la fronte corrugata per la curiosità.

-Oh Kookie!- esclamò contento di vederlo, gli si avvicinò e lo abbracciò velocemente, per poi annusare l'aria con sguardo malizioso -Sai di sesso...- commentò con voce bassa, il tono complice, per poi ridacchiare all'espressione di disagio del minore.

-Si be' era ora.- mugugnò il giovane negromante evitando lo sguardo indagatore del licantropo, che si limitò a sorridere sornione, per poi districarsi dall'abbraccio e allontanarsi di qualche passo, cercando di nascondere l'imbarazzo.

-Era ora davvero! Comunque si, tu mi puoi aiutare, sto cercando quella tisana che rilassa che Suga usa spesso.- spiegò Jimin per poi indicare i pensili agitando le braccia, il viso leggermente imbronciato.

-Il Tulsi?- domandò per sicurezza Jungkook, anche se era piuttosto sicuro fosse quello, tanto che iniziò a dirigersi verso la credenza del salotto dove sapeva tenesse gli ingredienti per gli incantesimi.

-Si esatto! Gli avevo chiesto di lasciarmelo lì, nel mobiletto vicino al lavandino, così glielo posso preparare appena vedo che si agita per quell'incubo e darglielo subito appena sveglio; almeno riesce a rimettersi a dormire, ma niente, l'ha spostato perché ha detto che doveva preparare un rito e ora non lo trovo più.- spiegò leggermente imbronciato, la voce teneramente lamentosa, ma il giovane negromante registrò una sola parola e tutto nel suo cervello parve fermarsi.

Jungkook congelò sul posto non appena udì la parola incubo, si fermò a metà strada per poi girarsi di scatto verso il licantropo.

-Incubo, che incubo.- sbottò concitato, l'espressione allarmata del viso di Jungkook spaesò Jimin.

-Mi ha detto che c'è sua zia...- il licantropo non riuscì nemmeno a finire la frase che il giovane negromante iniziò a svuotare tutto ciò che trovava nei mobili per poi ribaltarli, guardandoli da cima a fondo, i gesti febbricitanti e gli occhi spalancati, quasi fuori dalle orbite.

-Ha cambiato carattere recentemente? È più impaziente, aggressivo?- iniziò a domandare in preda ai ricordi e alla paura che tutto quello che aveva vissuto potesse ripetersi, Jungkook aveva il respiro accelerato, le mani intente a scandagliare ogni angolo o buco nei mobili della casa con solerzia, ma poca delicatezza; l'ansia gli impediva di controllare a pieno i suoi movimenti.

-Jungkook ma che stai facendo?- chiese sconvolto il licantropo guardando il giovane negromante con gli occhi sgranati, non riusciva a capire cosa stesse accadendo, né cosa potesse aver detto di tanto grave per scatenare nel giovane negromante una reazione così esagerata, si avvicinò allora per afferrarlo delicatamente per la spalla, con l'intenzione di farlo fermare e calmarlo, ma non fece in tempo.

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