«Camila.» Respiro greve. «Camila, sono Mike.»«È passato un po' di tempo, lo so. I miei figli vengono a trovarmi spesso, ma nessuno di loro sa giocare a scacchi come te, e odio che mi lascino vincere perché non potrò più vincere.» Ah... Respiro. Ah.
«Credo che tu non sarai qui, quando perderò la partita.» La sua voce era talmente fioca e la fatica talmente tanta che Camila stentava a riconoscerla.
«Lo so che sei una persona di parola, perciò se non sei qui vuol dire che c'è un motivo importante.» Ci una pausa lunghissima. Mike sembrava quasi in apnea.
«Vorrei parlare più tempo con te, ma non ce la faccio.» Tossì. «Voglio solo che tu sappia una cosa...» Respirò a fondo, come se volesse che quelle parole venissero proferite con l'ultimo respiro che conservava. «Prenditi tutto il tuo tempo, io mi fido di te. Lei ti aspetterà, e anche io.»
*****
Camila stazionava accanto alla libreria, a braccia conserte e la fronte tesa. Lauren era arcuata sulla scrivania e annuiva di quando in quando, vagliando le informazioni sullo schermo che Tina, la sua fidata conoscenza, le spiegava passo passo.
A quanto pareva la notizia era trapelata direttamente da una fonte esterna. Nessuno aveva utilizzato un computer aziendale, tantomeno era stato violato il sistema di sicurezza. Lauren stava tentando di raccapezzarci qualcosa, ma la situazione si faceva più intricata che mai. Purtroppo, senza una traccia tangibile di qualche infrazione, trovare il colpevole sarebbe stato doppiamente complicato. Sarebbero dovute risalire direttamente alla fonte, il che non era propriamente una qualità congeniale a due CEO.
Tina lasciò lo studio con lo stesso sorriso, dispiacendosi però per il buco nell'acqua.
Lauren si afflosciò contro la poltrona e sospirò. Sembrava voler mantenere l'ottimismo per trapiantarlo a Camila, ma era impossibile non cogliere la brutta cera sul suo viso.
«Dovrò contattare la testata giornalistica che ha fatto trapelare la notizia. Magari loro saranno così gentili da aiutarci.» Pianificò a voce alta, ottenendo enfatici assensi da parte della cubana.
«Invio subito un'email, dopodiché mi cerco di ritrovare il numero di un vecchio collega nella rubrica che attualmente dovrebbe lavorare nel giornalismo, intanto tu potresti aggiornare Chelsea e Normani, per favore?» Domandò gentilmente Lauren, alzando solo adesso lo sguardo sulla cubana.
«Certo,» si alzò in piedi annuendo «c'è qualcosa che dovrei omettere?» Preventivò Camila, non volendo in nessun modo peggiorare la situazione.
«No, niente a dire il vero.» Si strinse nelle spalle Lauren.
«Bene, allora vado a cercare un posto tranquillo e torno dopo ad aggiornarti.» La cubana imitò ironicamente il saluto militare, strappando un sorriso autentico a Lauren che, dopo che fu uscita, rimase a guardare la porta per qualche istante di troppo con il fiato sospeso.
Camila decide di ragguagliare per prima Chelsea, che si trovava nell'altra stanza e non a chilometri di distanza. La biondina stava tenendo un meeting, al che la cubana fece capolino solo per chiederle di incontrarsi a riunione terminata. Dato che la donna era momentaneamente irreperibile, la cubana chiamò Normani.
Inizialmente discussero a grandi linee la questione, poi Camila scese più nel dettaglio, fornendo a Normani spunti riflessivi sua probabile inchiesta. Rientrava nelle sue corde, indagare e sperimentare, ma quella volta doveva ammettere di non aver alcun punto di partenza, e che sperava che nascesse un'idea a fondo cieco. Era però un po' troppo poco sperare, ma questo Camila non glielo disse.
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Towers 2
FanfictionCONTINUO TOWERS 1; Leggere la prima parte. La verità è venuta a galla. Quasi tutta. Le strade di Camila e Lauren si sono inevitabilmente separate, ma, a distanza di 3 anni, nessuna delle due è più la stessa. Ancora qualche segreto dovrebbe essere...