Capitolo ventidue

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Ciao a tutti!

Allora, in questo capitolo scoprirete finalmente chi è l'hacker e perché... Non sarà spiegato del tutto il motivo, ma nel prossimo aggiornamento metterò un flashback così da chiarire definitivamente questo cavillo.

Spero che vi piaccia!

A presto!

Buona lettura.

Sara.





«Come ti senti?»

«Secondo te?»

Sospirarono entrambe.

«Mi dispiace, non volevo...»

«È ok.»

Trascorsero dei secondi di silenzio di piombo.

«Che cosa farai?»

—————

Qualche ora prima...

Lauren e Camila entrarono nell'ufficio mano nella mano. Normani e Tina erano rimaste in ufficio, dopo che un'email sospetta e contemporaneamente stimolante aveva scombussolato i piani. Niente cena romantica con il proprio marito per Tina e nessuna scappatella prosaica per Normani.

Valutando il contenuto del messaggio non era stato difficile intuire che chiunque avesse spedito l'informazione era qualcuno che desiderava restare anonimo, dato che non aveva dettato esplicitamente le frasi ma bensì le aveva occultate in un rebus pubblicitario che aveva snervato di gran lunga le due contendenti.

Infine, però, lavorando di squadra, erano riuscite a risolvere l'enigma. Vi era una serie di numeri che apparentemente indicavano la fonte da dove era partito il segnale, in più vi era allegato un messaggio che recitava: "È sempre chi sta dalla parte dei buoni." Normani si era appuntata la cifra numerica su un post-it, per sicurezza, Tina invece aveva tentato di risalire al mittente, ma niente da fare. Doveva aver utilizzato una tecnica raffinata e software pregevoli per poter agire nell'ombra. In fondo, l'importante era ciò che li aveva elargito, chi si nascondesse dietro tanta magnanimità non era essenziale: agli hacker piace preservare il proprio anonimato.

A Normani non sfuggì, nemmeno nel trambusto notturno, la stretta di mano che Lauren e Camila condividevano. La cubana slacciò le dita appena si rese conto del sorriso malizioso di Normani; Lauren non ci fece caso, pensava ad altro.

«Allora?!»

«Abbiamo una pista, non so quanto valida, ma c'è. Tina sta facendo delle indagini.» Ragguagliò Normani, tornando ad investire i panni formali.

Lauren e Camila raggiunsero Tina nell'ufficio della corvina. Stava tentando di localizzare il segnale, ma non era così semplice. Se avesse avuto a disposizioni attrezzature più all'avanguardia, sistemi più sofisticati, sarebbe stato nettamente più facile. Comunque non era mai stata una che sceglieva la via più agibile, quindi qualche grattacapo non la demoralizzava.

Nel frattempo si disseminarono tutte a giro per la stanza. Camila a sfogliare libri dagli scaffali che nemmeno leggeva; Normani a passeggiare avanti e indietro e Lauren seduta in poltrona con un bicchiere di pepsi che avrebbe desiderato essere vodka... No, la vodka meglio di no. Meglio bourbon.

Fu una nottata lenta e angosciosa, il tempo si dilatò a tal punto che l'ufficio divenne quasi un campo gravitazionale denso quanto la soglia di un buco nero: i minuti erano anni.

Normani si spazientì facilmente, com'era nella sua indole, ed uscì alla ricerca di un caffè. Le altre superstiti impiegarono più tempo prima di snervarsi, ma il clima non era dei più sereni e il continuo ticchettare sui tasti della tastiera di Tina unito al tumulto di congetture non erano il miglior sedativo.

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